martedì 22 maggio 2012

Rivoluzioni Digitali


La rivoluzione digitale è tra noi!

Come sapete se avete letto l'ultimo post, ho pubblicato un racconto “lunghetto” di circa una quarantina di pagine su Lulù, una piattaforma di autopubblicazione.

Questo mi ha permesso di riflettere sul mondo dell'editoria moderno, intendendo con editoria tutti i “contenuti”, siano essi giochi, libri o musica.

Solo vent'anni fa uno scrittore per farsi leggere avrebbe dovuto passare per una gavetta lunghissima, e solo alla fine di tutto questo avrebbe avuto l'opportunità di pubblicare un libro e farsi leggere, questo sicuramente rendeva più difficile l'emergere di nuovi talenti, MA eliminava buona parte dell'immondizia che veniva spedita alle case editrici.

Le case editrici fungevano da primo “filtro”, e nello stesso modo agivano le varie Sony, Emi, Geffen per la musica, eliminavano quello che evidentemente non era buono, un gruppo terribile come “lo stato sociale” non sarebbe mai venuto fuori vent'anni fa. Questo riduceva la scelta, perchè
molti autori innovativi dovevano combattere contro le resistenze degli editori, ma quantomeno risparmiava al lettore di fungere da filtro egli stesso.

Con il web il paradigma è cambiato completamente, Napster ha aperto le danze con la musica, rendendola libera e liberamente scaricabile, Library.Nu l'ha fatto con i libri, potete leggere i fumetti online e scaricare più o meno qualsiasi cosa attraverso i canali P2p e online lockers, come mediafire&Affini.

Questo ha reso possibile scaricare materiale protetto da copyright senza subirne nessuna conseguenza legale.

Gli editori hanno reagito a questa situazione semplicemente negandola. Facendo finta che il web esista, ma sia solo un grande mercato delle vacche virtuale, dove esporre come una volta la propria merce. Questa strategia non funziona per una serie di motivi.

     1 Chiunque può scaricare la stessa merce GRATIS. Difficile fare concorrenza al GRATIS.
  1. Aggredire siti come The Pirate Bay non funziona, è troppo lungo abbatterne uno, ed è troppo semplice metterne su un altro.
  2. L'industria musicale è rimasta identica a se stessa per lungo tempo, ha raggiunto dimensioni ciclopiche grazie al fatto di essere stata per lungo tempo un passaggio obbligato per qualsiasi autore.

Ora non voglio dare giudizi riguardo la pirateria, ho già detto come la penso in passato, piuttosto mi piacerebbe ragionare su quello che sono gli editori e sul perchè non possono cambiare come molte persone si auspicano.

Gli editori moderni, siano essi la Emi o Mondadori, di qualsiasi cosa si occupino, non possono cambiare, sono diventati troppo grandi, possiedono una quantità di personale mastodontico, e badate bene, non mi riferisco solo a editor, grafici, lettori, persone che comunque avrebbero il loro spazio anche nel mercato digitale. Mi riferisco a quella parte di maneggioni che se Mondadori passasse con decisione all'ebook, semplicemente sparirebbero.

Se Mondadori (che è solo un esempio, tutti gli editori italiani funzionano nello stesso modo) eliminasse la carta, anche gradualmente, ci sarebbero migliaia di persone che non avrebbero più spazio nel suo organigramma. Intere sezioni sparirebbero nel nulla, persone con contratti fissi, che non puoi licenziare.

Persone che fanno funzionare le stampe, prendono contatti con i distributori, distributori, controlli qualità che diverrebbero improvvisamente inutili, e chi più ne ha più ne metta.

Le grandi case editrice sono come dei dinosauri durante la grande estinzione K/t, giganti inadatti al cambiamento epocale che si trovano ad affrontare.

No?

Gli editori ora stanno tentando di preservare il modello che ha funzionato per decenni, mentre dovrebbero prima di tutto snellire la loro struttura e cominciare sul serio a cercare gente capace di scrivere, smettendola di spingere autori bolliti e incapaci come, per esempio, Fabio Volo.

Ma mettendo per un attimo da parte gli editori, che anche in futuro avranno una ragione di esistere (i nuovi editori) esiste grazie al Web una nuova forma d'editoria che potrebbe affacciarsi nel momento in cui si diffondano i lettori E-book.
Si tratta di una forma di editoria diffusa, nella quale il “filtro” non viene compiuto più da un editore ma dalle persone che leggono e offrono pubblicamente un feedback che permette di scremare le cose pessime da quelle meno pessime.

In un modello simile l'autore è il soggetto a cui si rivolgono i lettori
direttamente, deve rispondere direttamente di quello che scrive, non per interposto editore, e ovviamente intasca tutti i guadagni, non il dieci percento.

Questo vuol dire che si potrebbe persino permettere di vendere i propri libri ad un prezzo dieci volte più basso è continuare a guadagnare la stessa cifra (supponendo che il pubblico lo segua) con sommo vantaggio dei suoi lettori (e dei loro portafogli).

Chiaramente esiste più di un problema in questo modello, intanto non ci sarà nessuno disposto a
leggerti se prima non hai dimostrato di saper scrivere, nessuno ha voglia di perdere il proprio tempo
dopotutto.
La maggior parte degli scrittori wannabe sono merda fusa.
Nessuno pagherà per leggere quello che hai scritto.

Questo è un punto a favore degli editori, che prendono soldi proprio per questo servizio, e rende la vita un po' più difficile la vita agli scrittori che vogliono autoprodursi.

Ma non è detta l'ultima parola, esistono varie forme di pubblicizzarsi nella società dell'informazione, una di esse è ovviamente un blog dove pubblicare le proprie robe, e lentamente creare un gruppo di lettori abbastanza ampio.

Non è facile, chiaramente, ma perchè non provare? Quella digitale è la più grande rivoluzione moderna, non lasciamocela passare sotto il naso senza aver almeno
provato a migliorare le cose.

Ma per migliorare le cose non occorre solo un mezzo nuovo, serve anche una mentalità nuova. Per riuscire a creare un mercato efficente dei beni digitali è necessario che la gente s'interessi sul serio a quello che legge, e sia disposta anche a comprarla (ad un prezzo equo) per sostenere l'autore dell'opera, anche se potrebbe trovare la stessa opera gratis da qualche parte. 

Diciamo che avremmo bisogno di un pubblico morale, cosa difficilissima, sopratutto in italia. 

Personalmente ho deciso di agire in questo modo, per la musica ho fatto un abbonamento a Spotyfy, per i giochi ho Steam,  per i libri invece agisco in tre fasi : 

1) Lo scarico 
2) Lo inizio a leggere
3) Se arrivo a leggerlo tutto e lo scrittore e vivo, allora lo compro.

Se a metà scopro che il libro è una merda, beh, che si fotta l'autore, può morire di fame, per me.

Quindi in conclusione la morale è : " Se l'autore è morto, che si fottano figli, vedova, nipoti"


Kurdt.
Insomma la morale è :

"Se l'autore è già morto, che si fottano i figli, la vedova, i nipoti".

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