giovedì 11 aprile 2013

Scrivere, obbedire, combattere





Da qualche tempo ho ripreso a scrivere qualcosa di più sostanzioso di un racconto, ancora non so bene cosa diventerà, se un racconto lungo, oppure lunghissimo, o addirittura qualcosa di più.
Quello che però posso dirvi con certezza è che scrivere non è una roba da niente. Scrivere, sopratutto in Italia, dove quando fermi qualcuno per la strada hai il novanta percento di possibilità di beccare un semianalfabeta, è difficile. E non parlo solo dell'essere pubblicati da un editore, attenzione! Intendo proprio scrivere in se, il fatto di sedersi di fronte al proprio editor di testo preferito (o una macchina da scrivere se avete fatto la guerra del 15-18) e tentare di convertire dei pensieri in parole scritte.

Perchè è così difficile? Ci sono varie motivazioni per cui scrivere è oggettivamente difficile. Tutto il processo di scrittura può essere diviso in tre parti :

  1. Avere qualcosa da dire (di non troppo stupido)
  2. Tradurlo in parole che siano comprensibili a un altro essere vivente
  3. Fare in modo che un mammifero intelligente possa leggerlo
Avere qualcosa da dire : E qui già iniziano i problemi. Non è facile avere sempre qualcosa da dire. Anche perchè non è sempre facile avere qualcosa da dire quando sono già state scritte milioni di opere a riguardanto praticamente di tutto, dalla cottura delle pere al forno alla geometria atomica. Storie di tutti i tipi sono state scritte, pensate ad una trama a caso, che ne so, cyborg lesbiche che lavorano come cacciatrici di taglie? Fatto! Nani che diventano giganti, poi ancora nani e poi ancora giganti, spostandosi da un paese all'altro? Fatto! Ubriaconi che picchiano le donne e magari fanno a schiaffi? No grazie, siamo pieni. Ragazzine che si masturbano con il phon acceso? Banale. Bambini cresciuti nella foresta? Pfff.

55.000

Cinquanta cinque (cazzo) di mila libri vengono pubblicati ogni anno. Di questo dovete preoccuparvi, cari i miei scrittori in erba. Di questo e del fatto che se v'incontro per la strada tenterò di cavarvi gli occhi, visto che tentate di fottermi lettori.
Cinquantacinquemila libri! Che considerata la terribile logorrea degli scrittori italiani si tradurrà come minimo in tredici milioni cinquecentomila (quasi tutte noiose) pagine. Capite benissimo da soli che questa roba pubblicata include anche moltissime opere che non sono d'interesse generale, per esempio, a chi frega qualcosa della storia della Spoleto medievale? A nessuno, ma sicuramente, senza neppure controllare, ci saranno perlomeno una quindicina di libri sull'argomento.
Diciamo allora che il 70% dei libri pubblicati sono interessanti per pochi, vengono pubblicati dalle pro loco, e magari sono pagati dagli stessi scrittori, tramite il self publishing.

Rimangono comunque una montagna di 20.000 libri e cinque milioni di pagine scritte, che dovete sconfiggere. Si, sconfiggere, cari voi. Dovete lottare, se volete diventare i migliori, lottare e morire con i vostri occhi infilzati sulla sommità della mia forchettona da brasato.

Ma se ancora non avete deciso di arrendervi e volete continuare a scrivere, allora ascoltatemi bene, dovete distinguervi dagli altri. E non sarà certo scrivendo di vampiri che diventerete famosi, cari i miei stronzetti. Perchè anche nel malaugurato caso il vostro odioso e stantio volumetto sulla fasariga di twilight venisse accettato da una casa editrice, ebbene, dopo qualche tempo, un anno al massimo, vi dimenticherebbero tutti, ve l'assicuro. Sopratutto, branco di scribacchini da quattro soldi, se scrivete per diventare famosi, allora avete perso capra e cavoli, non diverrete famosi, non scriverete nulla.

Inutile dire che per scrivere qualcosa avete bisogno di qualcosa da dire, e per avere qualcosa da dire, avrete bisogno di vivere. Come già ho scritto più d'una volta, se non avete mangiato mai una formica in vita vostra, non saprete mai che sapore ha una formica, e non potrete descriverla.

E se non sapete descrivere qualcosa, cari voi, allora non potete scriverne. E morirete poveri e soli in un ostello di Abbiategrasso.

Tradurlo in parole comprensibili ad un altro essere vivente

Poco da dire su questo punto. Dovete conoscere la grammatica, e questo elimina il novantacinque percento di voi, scrittorucoli del cazzo. Elimina anche il mio braccio sinistro e la mia gamba destra, Ma grazie a dio Cinzia mi fa da corretrice di bozze, quindi io sono a posto.

In ogni caso, nel caso non conosciate la grammatica, potete sempre rifare le scuole elementari e ricominciare dal via, a quel punto dovrete solo imparare qualcos'altro, ovvero a non essere noiosi.

La maggior parte di voi, novelli imbratta carte, non rilegge quello che scrive, sapete perchè? Perchè si rompe i coglioni! Immaginatevi in che condizioni sta il povero lettore (generalmente vostra madre, o un parente altrettanto stretto) costretto a far finta di leggere la vostra roba.
Che se fossi io vostra madre, piuttosti vi infilo una bacchetta da sushi nelle orecchie.

Nel caso invece il vostro pubblico sia composto da primati, una serie di suoni apparentemente scomposti come “uarghhh agghhh uh hu hu hu hu!”Andrà benone e vi permetterà di accoppiarvi con le babbuine più belle dell'intero branco.

Fare in modo che un mammifero intelligente possa leggerlo.

Signori, ricordate il numero di prima? 55.000 libri vengono pubblicati ogni anno. Ora vi darò un altro numero. 25.000.000

Venticinque milioni. Questo è il numero di Italiani che ha letto almeno un libro negli ultimi dodici mesi, questo dato spiega parecchie cose sulla nostra situazione politica, ma adesso a noi interessa altro, fate una semplice divisione e dividete il numero dei libri con quello dei lettori che hanno letto almeno un libro. Il numero risultante è : 454. Per ogni libro c'è un bacino di circa quattrocentocinquanta lettori, ora, sapendo che in media in italia ogni persona legge quattro libri all'anno, arriviamo al numero magico :

2000

Ovvero, in termini editoriali, e di fama, poco più che un cazzo, poco meno di completamente sconosciuto.
Se consideriamo oltretutto che, com'è normale, non è che i lettori si dividano omogeneamente come una colata di glassa su un tavolo, ma scelgano di seguire tutti assieme le mode, potete capire che per la maggior parte degli scrittori non rimanga altro che la fame.

Se volete evitare la fame, allora sicuramente fare due cose. La prima è scrivere almeno decentemente, la seconda invece è costruirvi un vostro pubblico, e la seconda la potrete ottenere in un solo modo.

Scrivendo
scrivendo
scrivendo
scrivendo
scrivendo

Vi dicevo poi, che ho iniziato un nuovo progetto, ancora non posso svelarvi nulla, anche perchè sto ancora lottando duramente con la trama per evitare che inizino ad entrarci personaggi come nani gay filantropi, diavoli vestiti da avvocati, e altra roba che tanto, in un modo o nell'altro, ci finirà lo stesso.

Nel frattempo, se volete sostenermi nella mia opera di scrittura, e fare in modo che scriva più veloce, potete comprare la mia opera prima, “the Underdog” un racconto sul pugilato, costa due euro, in pratica mi offrite una fetta di pizza con la quale carburerò abbastanza da scrivere altre tre pagine. Il link alla pagina di Amazon lo trovate in alto a destra, accanto alla foto con i guantoni.
                                                                    i
Nel caso il vostro lettore legga solo gli epub, contattatemi, ve ne fornirò una versione decente, visto che Lulu, quella troia, non accetta il file per qualche incomprensibile motivo.

Kurdt. 

11 commenti:

  1. la distinzione di base è se scrivi per pubblicare o per sfogarti. O meglio, se scrivi per vendere o per il gusto di esprimerti. è come la boxe, no? non sai se diventi professionista prima di capitarci dentro. almeno, credo.

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    1. Tutti scrivono per pubblicare.

      Se scrivi per sfogarti, di solito scrivi male. Proprio come nella boxe, se attacchi accecato dall'ira e ti dimentichi la tecnica, ti fanno a pezzi. :)

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  2. No, non te lo compero il libro. Non di nuovo, l'ho già fatto!
    Pubblica, cazzo! Scrivi, cazzo!
    (Che io non son buono, non ho un cazzo da dire, e comunque se lo dicessi si addormenterebbe inebetito anche un cocainomane in botta.)

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    1. Amico, non ti preoccupare, tu hai già dato :)

      Sto scrivendo, sto scrivendo, sto scrivendo, stavolta però ho deciso di utilizzare un sistema diverso, non pubblico tutto sul blog, perchè mi impedisce di modificare e stravolgere tutto, o di aggiungere elementi alla fine, visto che qualcuno ormai ha già letto. Invece scrivo tutto con comodo e quindi, solo dopo, pubblico. :)

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  3. Kurdt, se te lo compro su LULU è lo stesso?

    Ps: il link diretto che hai messo, non mi funziona: clicco su compra e mi va al carrello, vuoto.
    Magari è un problema mio, con Opera, però te lo dico. Al massimo tiri giù due moccoli!

    pps: per i nani gay filantropi, facci uno spin off, funziona sempre! :D

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    1. Sto cercando di mettere su Lulu la versione revisitata e corretta, fino ad allora, sconsiglio di comprarlo da li. Con il link sta dando problemi anche a me, ora provo a sistemarlo, diocane.

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    2. Ok, allora fa un fischio quando pubblichi la versione corretta (fallo bello forte, che da Melbourne deve arrivare in Italia).

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    3. Ho eliminato Lulu perchè rompe troppo i coglioni, non mi permette di mettere su la versione come la voglio io, ma come "barnes&Nobles" la vorrebbe. Quindi, beh, che si fottano.

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  4. Era ora che ti dessi una mossa è da quando ho tirato Underdog giù da Lulu che sto a smanià!

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  5. Finalmente riprendi a scrivere? Ottimo! Anzi : era ora dannato scansafatiche! Che sto all'asciutto da quando ho tirato giù da Lulu Underdog.

    P.S. per la correttrice di bozze :
    Fagli scegliere da subito cosa usare per delimitare i dialoghi, perché ha la tendenza "a sperimentare" dice lui :D

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    1. Hai ragione e me ne dispiaccio, spero che accetti il fatto che ho cambiato continente come scusa valida per tutto questo tempo. Prometto che ho già iniziato a lavorarci, e che se vuoi, te ne farò leggere un capitolo :)

      Alla fine la scelta migliore per i dialoghi sono le classiche virgolette :)

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