martedì 20 agosto 2013

Pseudo Rivoluzioni islamiche

In questa foto del 2011 potete vedere il grande rispetto dell'esercito egiziano verso la donna. Possono proprio sperare nell'esercito, oh si.

Seguo le vicende Egiziane con particolare attenzione. Ho vissuto in Egitto per qualche tempo, e posso dire di conoscere abbastanza bene il paese.

Per farvi capire come ragiona un Egiziano medio, vi trascrivo un dialogo avuto sul lavoro con un ragazzo che lavorava nel mio stesso Hotel. La conversazione era nata perché lui ci aveva trionfalmente annunciato che si sarebbe sposato quello stesso anno.

Io: Eh, allora ti sposi!Bello! 
Sadik: Eh si, un uomo deve farlo, prima o poi!
Io: Ma non sei un po' troppo giovane per sposarti? 
Lui: No no, ho vent'anni, l'età giusta
Io: E la tua ragazza quanti anni ha?
Lui: Venti
Io: E avete già deciso quanta gente invitare al matrimonio? Mi inviterai no? 
Lui: Ho deciso io.
Io: E lei cosa ne pensa?
Lui: Boh, non c'ho parlato. 
Io: (Stupito) Come non c'hai parlato?! Ma è il vostro matrimonio!
Lui: Eh, non c'ho ancora parlato perché ancora lei non sa di essere la mia ragazza, non mi conosce.
Io: Uh?! Come non la conosci? 
Lui: Già. Devo parlare con i suoi genitori. Ma sono brava gente, sicuramente me la faranno sposare. 
Io: (...) Benone allora. Yu-uuu! Festeggiamo! 


E attenzione, questo non era assolutamente un caso isolato. Il tizio che faceva da barista sulla spiaggia, soprannominato hulk perché era basso e largo, ci aveva dimostrato in più di un occasione la capacità di bipensiero tipica degli egiziani (e dei mussulmani in generale). In pratica si portava a letto le turiste che venivano all'hotel, ma le disprezzava tutte, erano tutte delle troie disgustose, eppure ci andava a letto. Voglio dire, la sua libidine era okay, ma quella delle donne! Giammai! 
Un altra volta uscii assieme ad una mia amica dall'hotel, dei tizi che conoscevo piuttosto bene cominciarono ad urlarle contro, dicendo a me come potevo andare in giro con "quel maiale" smisero solo quando ne agguantai uno per il collo. E non avevano nessun motivo per rompere le palle a quella povera ragazza. Era una ragazza in pantaloncini corti. Quindi un "maiale". 

E stiamo parlando di persone che vivevano in una zona "turistica" dell'Egitto, quando mi sono trovato a viaggiare nell'interno, nei villaggi del cazzo in culo al deserto, ho visto certe facce che vi assicuro, avrei preferito buttarmi da un burrone piuttosto che averci a che fare.

Dico questo per farvi capire che la situazione non è così semplice come la dipingono le due fazioni, perché in Egitto nessuno in questo momento può dire di essere molto meglio dell'altro.Potete stare sicuri che, almeno in linea di massima, nessuno di loro è interessato a modificare lo status delle donne. Anche la cosiddetta classe colta, quella che come metro di riferimento ha El-Baradei, è si meglio dei fratelli mussulmani, ma potete stare sicuri che non è rappresentata da nessuno. Perché, molto semplicemente, nessun egiziano, o quasi, vuole trasformare l'Egitto in uno stato laico, dove volendo una donna può prendervi a calci nel culo.

Vi racconto un altra storia che mi è capitata direttamente, per farvi capire il rapporto fra egiziani e donne:

Il tecnico che lavorava nel mio hotel, Shedwan Garden, ad Hurgada, aveva studiato all'università del Cairo, parlandoci scopro che ha diversi punti di vista che possono essere definiti "di sinistra".

Poi prima di uno spettacolo il tizio in questione viene a cambiare un macchinario e ci propone di affittare delle donne.

"Uh?" gli diciamo noi, e questo ci spiega che, visto che la prostituzione non è esattamente legale (ma tollerata) in Egitto, è possibile fare dei contratti con delle donne, tramite i quali quelle diventano qualcosa di simile a delle mogli per un certo periodo.

"Facciamo un contratto?" Mi pare di rivederlo.

Insomma, quello che i media presentano alternativamente come un golpe, ad opera dei cattivi militari o una lotta fra i militari laici e i mussulmani riformisti non è niente di tutto questo, semplicemente si tratta di una lotta fra due poteri, l'esercito e i fratelli mussulmani.

Entrambe le fazioni però sono retrograde e non hanno nessuna intenzione di concedere nulla al popolo, basti osservare come l'esercito si è comportato con i manifestanti subito dopo l'elezione di Morsi, sono stati gonfiati di legnate senza tanti complimenti. Ora, sicuramente meglio l'esercito rispetto ai fratelli mussulmani, ma non aspettatevi granché.

Perché?

Perché é il popolo che fa il paese. E visto che il popolo egiziano è in larghissima parte composto da persone che pensano che le donne siano troie utili da gonfiare di botte e figli, ben poco cambierà. Anche se, ipoteticamente domattina l'esercito proclamasse nuove elezioni, escludendo i mussulmani, e proclamasse regole da democrazia scandinava riguardo il rispetto delle donne e dei diritti dei più deboli, credete che verrebbero rispettate?

La verità è che i costumi e le abitudini di un popolo non cambiano con una revoluciòn, ma tramite una lenta modifica che passa obbligatoriamente con una migliore educazione, altrimenti le nuove generazioni nasceranno identiche (o peggiori) delle precedenti.

E non pensate che la situazione egiziana sia impossibile da ricreare in Italia. In qualsiasi paese può succedere la stessa cosa, basta ridurre la spesa per l'educazione e vedrete come le credenze tribali prenderanno il sopravvento, la cultura è qualcosa che si perde in una sola generazione, un equilibrio fragilissimo ci mantiene sopra il pelo dell'acqua, per ora lontani dalle barbarie, ma basta una spintarella per ritrovarsi in una guerra civile dove entrambe le fazioni combattono per il male dell'altro, e non per il bene di tutti.

In Italia, fino agli anni 50, non è che le donne facessero questa vita meravigliosa, prendere a cinghiate la moglie era consuetudine e gonfiare di botte i figli era considerato indispensabile per "correggerli", i maestri di scuola potevano riempirvi di legnate e se vostra moglie vi tradiva e l'ammazzavate, beh, avevate ragione. 

Ora la situazione è diversa, a parole sembra che siano lontane e non possano tornare mai, perché ora siamo diventati moderni, ma le involuzioni sono molto più facili delle evoluzioni, per educare un singolo individuo occorrono molta più energia, soldi e tempo che lasciarlo allo stato brado. Ed un individuo allo stato brado, da sempre è preda delle organizzazioni più presenti sul territorio, che sono invariabilmente organizzazioni religiose.

Se vogliamo metterla da un altro punto di vista, le conquiste culturali scientifiche sono più alte ed efficienti, aumentano la complessità della società, portano ad un effettiva evoluzione, ma sono fragili, basta una guerra abbastanza lunga, e le conoscenze tecniche vengono perse. E non solo loro. La nostra stabilità emotiva, che ci permette di comportarci in maniera civile, è figlia di una società che non ha dovuto affrontare guerre e carestie, che ha avuto la fortuna di essere ricca per un lungo periodo di tempo. Se ogni sei mesi arrivasse una carestia, potete stare sicuri che la società tenderebbe a ricompattarsi attorno a delle tribù locali, sicuramente più efficienti nel procacciare cibo e risorse (a discapito degli altri) rispetto ad uno stato centrale. E l'uomo "moderno" sparirebbe.

Quindi, tornando all'Egitto, quello che vedo io è solo una lotta fra due poteri, uno militare e l'altro religioso, ma da nessuna parte vedo spinte verso la "modernità", anzi.

L'Egitto che verrà fuori da questa guerra intestina sarà più debole di prima, più diviso e ancora più povero. Sicuramente non delle buone premesse per un futuro radioso e progressivo.

                                    

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