venerdì 15 luglio 2022

Dagli al pezzente!

 

Vedi figliuolo? Questa è la vastità del cazzo che ce ne frega dei poveri.

 Prendo spunto dalla recentissima crisi di governo per parlare di un argomento che mi sta a cuore,  Il  vituperato "reddito di cittadinanza".

E me ne sbatto di Draghi e Conte, l'unica cosa che mi preoccupa è che il prossimo primo ministro sarà, con tutta probabilità un mix osceno tra Meloni e Salvini, con una spruzzatina di Berlusconi giusto per mantenere quell'aroma da immondezzaio che tanto piace.

E non sto nemmeno a difendere la maggior parte delle cose fatte da quella banda di scappati di casa arraffoni dei cinque stelle, gente che appena ha visto due  lire si è  dimenticata qualsiasi ideologia precedentemente sbandierata.

Ma il reddito minimo di sussistenza, cari miei, non lo dovete toccare, a prescindere da chi l'abbia proposto, costa sei miliardi all'anno per tutto il paese, ma permette di evitare la fame nera per milioni di persone che, altrimenti, ci piomberebbero dentro .

Mi spiego ancora meglio. Con la crisi colossale che ci sta arrivando tra capo e collo, figlia bastarda di covid e decenni di nepotismo tipicamente italico, ci saranno milioni di persone che perderanno il lavoro, gente che, dalla sera alla mattina non saprà più dove sbattere la testa. E se non pensate che sia una buona idea perché avete abbastanza soldi per fregarvene, immaginatevela come un'assicurazione contro quello che succede in Sri Lanka. E se pensate che non possa succedere a queste latitudini, ne riparliamo tra un paio d'anni.

Ripeto che non mi frega  niente che ci siano persone che imbroglino e magari, oddio, lavorino in nero e percepiscano il reddito. Ci sono sempre stati degli imbroglioni dietro qualsiasi politica fiscale ed economica dello stato, ci sono anche persone che non pagano le tasse, sono parecchie, non mi pare che la proposta sia "allora smettiamo tutti di pagare le tasse e vediamo cosa succede, gne gne gne" 


Nessuno propone una cosa del genere perché e stupida e sa che il prossimo incendio se lo può spendere pisciandoci allegramente sopra.
 

Se qualcuno imbroglia, va beccato e punito quello, questo ragionamento semplicissimo evade apparentemente una buona percentuale della popolazione che preferisce, invece, gettarsi in una gara del: "dagli al pezzente!" La pratica consiste, per chi non la conoscesse, nel picchiare più forte possibile la persona che ti sta appena sotto nella gerarchia sociale, per impedire qualsiasi speranza di risalita del poveretto. 


A questo gioco ci possono giocare tutti, persino tra i poveri ci sono ottimi praticanti, gente che vive in case popolari che insulta i senzatetto che, ammorbano la città, tanto varrebbe che li ammazzassero.

Questo per dire che pure i poveri sanno essere benissimo delle persone di merda.

Ai detrattori del reddito di cittadinanza non importa niente dei sei miliardi di spesa pubblica extra che ne derivano, così come non importa niente che ci siano persone che riescono ad evitare di crepare di fame grazie ad esso.

Importa di poter mantenere un esercito di persone disposte a fare qualsiasi cosa, qualsiasi, pur di sopravvivere. Perché se non so come dar da mangiare a mio figlio, puoi scommetterci che lavoro anche per tre euro all'ora in un ristorante schifoso, dove magari il proprietario mi rifila una pacca sul culo ogni tanti, ma ho un figlio, è più importante.
E se credete che situazioni simili siano poche, che i piccoli imprenditori italiani siano brave persone che pagano bene i dipendenti, datevi un paio di ceffoni da parte mia e ritornate in voi.


Sicuramente esistono brave persone anche nel ramo dei piccoli imprenditori (e ne conosco personalmente) ma la maggior parte ha come business model quello del campo di cotone dell'Alabama.

Ma certo capo, lavoriamo per tre euro l'ora fuori busta, non si preoccupi, puliamo anche casa sua, niente extra.


E non venitemi a dire che non è così. C'è stata questa processione di mendicanti sui vari giornali che piangeva miseria e si lamentava che i giovani "non vogliono più lavorare signora mia!" 

"Ai miei tempi si che si lavorava, altro che, si faceva la gavetta e via, mica come adesso che vogliono, ORRORE, persino essere pagati decentemente"

A gente così, gente come Borghese, piace raccontare la leggenda del proprio successo:

Sarò impopolare, ma non ho alcun problema nel dire che lavorare per imparare non significa essere per forza pagati. Io prestavo servizio sulle navi da crociera con vitto e alloggio riconosciuti. Stop. Mi andava bene così: l’opportunità valeva lo stipendio.

Certo, caro il mio maneggia fornelli, peccato ti sia dimenticato di aggiungere che vieni da genitori ricchi che ti avrebbero parato il culo anche se ti fosse andata male.
Ma questa parte, quella di come avesse sempre il culo al caldo, non la racconta mai, chissà perché.

A gente di questo calibro non piace una cosa del reddito di cittadinanza, il fatto che permetta di scegliere tra uno stipendio ridicolo o assente e starsene a casa.

E attenzione, sono 500 euro al mese, a malapena ci sopravvivi se non devi pagare un affitto. Se qualcuno rifiuta il tuo lavoro anche così, significa che paghi così poco che preferisco starmene a casa a mangiare pane e cipolla che lavorare dieci ore nel tuo merdoso baracchino sulla spiaggia che hai il coraggio di spacciare per lido.

Se continuiamo ad avere dei dubbi, è giunto il momento di guardarci bene allo specchio e decidere se questa, fra tante battaglie che possiamo fare, sia quella giusta, quella meritevole. 

Ci dobbiamo guardare allo specchio e dire a voce alta, con lo sguardo da Taxi Driver: 



A me i poveri fanno proprio schifo.


Kurdt

3 commenti:

  1. c'è un problema di fondo in questa narrazione. il problema è che, se vogliamo credere che il reddito di cittadinanza, davvero è indispensabile, dobbiamo credere ad una nazione di poveri che sono completamente irrecuperabili, che non hanno possibilità di riscatto o di emancipazione, che devono essere mantenuti vita natural durante.

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    1. La tua premessa non ha senso. Nessuno deve credere ad una nazione di "poveri irrecuperabili". Puoi prendere il reddito fino a quando ne avrai bisogno, non è certo un reddito che ti permetta di fare una vita decente, sarai d'accordo con me che nessuno vorrebbe vivere tutta la vita così, povero o no.

      C'è possibilità di riscatto, ma se non posso mangiare domani mattina, sono tutte chiacchiere.
      *
      O come diceva Pertini:

      „Battetevi sempre per la libertà, per la pace, per la giustizia sociale. La libertà senza la giustizia sociale non è che una conquista fragile, che si risolve per molti nella libertà di morire di fame.“

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    2. la questione non è che qualcuno VOGLIA vivere in quel modo, stiamo dicendo che non ha alternative migliori: se vogliamo credere che chi percepisce il reddito di cittadinanza lo fa non perché non vuole lavorare, ma perché non può, non è certo l'elemosina di stato che lo salverà. servirebbero investimenti ed infrastrutture.

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