lunedì 4 luglio 2022

Global Worming

 

Il riscaldamento globale è come il genio della lampada, una volta tirato fuori è molto difficile riportarlo dentro.
Provate a rimettere dei vermi dentro una scatoletta, se non ci credete.


 Nel momento in cui ho cominciato quest'articolo, il fiume Po ha registrato i livelli più bassi da settant'anni a questa parte, gli invasi idroelettrici stanno venendo svuotati (costringendo le turbine a fermarsi) e il giugno 2022 sarà il più caldo della storia. 


Le regioni del nord hanno chiesto lo stato d'emergenza. Fa quasi ridere perché questa non è un emergenza.

Questa è la nuova normalità per il nostro paese, ma non ce ne siamo ancora accorti. Estati lunghissime con pochissima acqua e inverni più brevi con precipitazioni intensissime in alcuni periodi e poi siccità. Né le nostre infrastrutture né la nostra società sono preparate ad una situazione simile. Ma soprattutto, non sono preparate le nostre coscienze.
E non sono preparate esattamente come erano impreparate ad un'epidemia. Vi ricordate i primi giorni, quando si cominciava a suggerire che questa strana malattia sarebbe potuta arrivare anche da noi, dalla Cina?

Uno degli interventi che mi colpì di più in mezzo alla quintalata di stupidaggini che venivano sparate un giorno dopo l'altro, fu quello del presidente della regione Veneto, Luca Zaia. Uno che poi, in mezzo ai leghisti sembra  l'unico a non aver sofferto una concussione cerebrale.

Zaia sotterrati dai, che sei troppo stupido per presiedere anche ad una riunione di condominio.

Quell'uscita in particolare mi colpì perché pur non dicendomi niente di vero sui cinesi, mi diceva molto su  Zaia. Intanto che non sapeva niente sul come si diffondessero i virus, ma soprattutto, che credesse il nostro paese lontano da questi problemi "perché si".

Il coronavirus non poteva colpirci perché eravamo lontani, perché i cinesi non si lavavano, perché era nato lì e quindi era più cinese. Il vero motivo per cui non era credibile che il virus superasse anche i nostri confini, però, era un altro, più subdolo.

Non volevamo crederlo. Ci rifiutavamo di pensare che una cosa tanto brutta stesse per succedere proprio a noi. E poi è successa. A livello individuale è successa una cosa simile, una parte della popolazione si è:

1) Rifiutata di credere che il virus esistesse

2) Okay okay, il virus esiste, ma non è tutta sta cosa che state raccontando, non si muore mica, conosco mio cugino che fa il dottore nella frazione di Sgozzacapponi (BR) e mi ha detto che muoiono solo quelli vecchi

3) Okay, non muiono solo i vecchi, ma forse anche i giovani. Mapperò solo quelli già ammalati. Io sono in perfetta salute e non morirò mai, fanculo ai vecchi.

4) Il vaccino non va fatto perché ci hanno messo feti abortiti di scimmia frullati

E questo livello di sfiducia nella comunicazione scientifica/istituzionale c'è stato malgrado ci fossero ambulanze che giravano avanti ed indietro che tutti potevamo sentire.

Malgrado ci fossero esperti virologi ed epidemiologi che avevano passato tutta la loro vita a studiare il problema.  Fatta salva l'eccezione del medico che curava i pazienti con la merda di cane, tutti gli altri erano d'accordo che:

1) Il virus esiste, è contagiosissimo ed è pericoloso.
2) I vaccini funzionano e non hanno grandissimi effetti collaterali.

Con il riscaldamento globale questa forma mentis è simile, ma peggio.

Perché, mentre risolvere il problema pandemico avrebbe aumentato la produzione industriale, le soluzioni al global warming sono tutte soluzioni non molto business friendly, almeno non nel breve periodo.

Ed è per questo che, malgrado il problema del riscaldamento globale sia ben più grave di una pandemia, non vedete climatologi e fisici del clima che parlano del problema ogni sera da Fazio.

Perché gli interessi puramente economici di tutti erano diretti verso una sconfitta della pandemia, nessuna azienda, salvo forse quelle che vendono mascherine e prodotti disinfettanti per le mani sperava che la pandemia potesse continuare

Nessuna grande azienda ha speso soldi per finanziare il dubbio che il virus esistesse davvero. Eppure sono spuntate cure discutibili e scientificamente non provate come per esempio l'ivermectina, uno sverminante per cavalli che nei circoli di destra americani è diventata la cura miracolosa anti-covid assieme all'idrossiclorochina.


Un supporter di Trump attende il suo turno in farmacia.


C'era gente che beveva varechina per combattere l'infezione. Che poi la varechina li uccide i virus che ti porti dentro ehi, peccato per gli effetti collaterali.  Tutte queste cose sono state spinte fortissimo da gente come Joe Rogan  che dopo aver snobbato il vaccino per anni poi s'è preso il covid. Non si è curato con merdate da stregoni eh, da buon miliardario s'è preso solo il meglio di quello che offriva la scienza.

E questa è una cosa che mi sorprende sempre, se non credi all'efficacia del vaccino né alla correttezza della scienza che ci sta dietro, perché quando stai male chiami l'ambulanza per farti curare in ospedale da quelle stesse persone che disprezzi e consideri bugiardi al soldi di big pharma?


Mistero

La natura umana evidentemente è prona al credere alle stronzate, anche senza incentivi economici. Figuriamoci se invece, quegli incentivi ci sono e sono colossali.

L'industria dei combustibili fossili e dell'energia in generale è la più grande del pianeta, per capire quanto sia stata importante per la nostra specie, basti ricordare come prima della rivoluzione industriale la popolazione mondiale non raggiungesse nemmeno un miliardo. Solo grazie alla disponibilità di energia a basso costo permessa da carbone prima e petrolio poi, è aumentata fino a raggiungere gli otto miliardi attuali.  Questo lo aggiungo per dire che, no, non saremo intelligentissimi come specie, ma ci sono dei buoni motivi per cui ci siamo affezionati così tanto ad una fonte di energia "sporca".

E questo spiega perché siano stati usati in passato in maniera così intensa, ma non spiega come mai, ancora adesso, la maggior parte delle nazioni continui ad essere completamente dipendente da una fonte energetica che sta danneggiando l'ecosistema che ci permette di sopravvivere.


E la risposta è...  Perché conviene

Oppure se volete una metafora un pelo più terra terra, il petrolio sta alla società umana come i carboidrati stanno a lui.


Vi presento Wang, futuro centravanti della nazionale cinese di birra e salsicce.


Sarebbe bellissimo poter mangiare pizza sette volte alla settimana e due etti di nutella con burro d'arachidi per colazione senza trovarsi le arterie più otturate del grande raccordo anulare di sabato. Ma sappiamo che, superati i ventisei anni, è impossibile strafogarsi senza rischiare di diventare dei barilotti di lardo.

Nel caso di Wang questo accade persino prima, ma bisogna tener presente che lui è un professionista che si allena con intensità non comune, talento mondiale nel sollevamento del filone burro e marmellata.

Ma perché ci piace così tanto la roba che contiene zuccheri se ci fa ingrassare e, in ultima analisi, ci fa male? 


Ci piace perché evolutivamente siamo cresciuti in un ambiente in cui le calorie erano poche e morire di fame era un rischio tangibile e che capitava molto spesso. Così i nostri antenati che erano capaci di raggiungere una fonte di zuccheri e se ne abbuffavano, avevano garanzie maggiori di sopravvivenza. Cioè gli zuccheri erano un bene.

Ma questo vale solo se le abbuffate di calorie avvengono una volta al mese quando incontri un favo d'api, non quando basta andare alla
Coop per comprare 10^12 Kcal a 9,99 Euro. 

E dal punto di vista della nostra specie? Abbiamo sempre avuto a disposizione tutta quest'energia? La risposta  è categorica:  "NO".  Per la maggior parte della nostra storia evolutiva l'unica energia che abbiamo avuto a disposizione è stata quella dei nostri muscoli.


O, aehm, quelli di qualcun altro.

 Tralasciando la domesticazione degli animali, che fornivano energia relativamente abbondante (pensiamo a cavalli, cammelli, buoi et similia) ma non erano capaci per esempio, di coltivare i campi, tutta l'energia che abbiamo usato nel tempo proveniva da quelli che chiamiamo "schiavi".

Con l'arrivo del motore a vapore e la rivoluzione del carbone, questo è cambiato, abbiamo avuto accesso a degli schiavi energetici, dei robot (*orbъ +‎ *-ota schiavo in lingua proto slavica) e abbiamo "insegnato" a questi schiavi a fare delle cose sempre più complesse. Questo significa anche che siamo diventati sempre più dipendenti dall'energia che li fa funzionare, senza la quale non potremmo né mangiare né sopravvivere.

E se pensate che non sia vero, provate a girare senza ausili tecnologici per due settimane.

Ogni italiano consuma circa 25.000Kw/h all'anno, che si traduce a spanne, nell'energia di una sessantina di schiavi umani in servizio permanente ed effettivo.

 Ora, a noi non frega assolutamente niente di questi schiavi, non sono vivi e non sono umani, quindi tirate pure fuori la frusta e insegnate al vostro tostapane come ci si comporta di fronte al proprio padrone! Ma... C'è un problema.

Questi cazzo di schiavi in realtà non sono robot, ma sono più simili a questi qui;


"Salve, volevamo parlarle del nostro signore e padrone, James Watt"
  


 Niente rende l'idea di "schiavi energetici" quanto una puntata dello show "bang goes the theory", intitolata : "human power station". Vi consiglio vivamente di guardarla. Protagonista è una famiglia inglese a cui viene sostituita la fonte dell'energia elettrica che consumano. La fonte dell'energia? Dei ciclisti.

Un centinaio di ciclisti messi in batteria che forniscono energia ad una tipica casa anglosassone. Quanti ciclisti servono per alimentare un tostapane? Una decina. E un microonde? E quanti ancora ne servono per una boiler elettrico? tutti e novanta a pedalare.

Dopo averlo guardato penserete diversamente all'energia che usate. Se non avessimo più modo di utilizzare energia a basso costo (e si, persino con i prezzi elevati attuali può essere definita basso costo per gli standard umani degli ultimi 1000 anni) ci toccherebbe tornare al "come una volta". E non ci piacerebbe per niente.

Ed ecco spiegato come mai non è facile ridurre i consumi di energia. Perché cambiare abitudini è difficile, anche se ti salva la vita. Voglio dire, è stato dimostrato che fare sport in maniera moderata rende la tua vita  più felice e la tua salute migliore, eppure il numero delle persone che lo praticano è in costante discesa.

Fino a quando il dottore non arriva e ti dice:

"Hai al massimo un paio d'anni per smettere di divorare tutte le risorse del pianeta. Oppure crepi."

 Ed è così semplice. Se non smettiamo di accumulare Co2 crepiamo come specie. Sicuro, non sarà una cosa immediata, non arriverà il giorno del giudizio ™ a farci fuori tutti. Ma  come società organizzata? Se continuiamo così non arriveremo al prossimo secolo. Perché vedete, ci vogliono un sacco di energie per tenere insieme una società come la nostra e già adesso vediamo quello che succede quando una società complessa viene messa sotto stress da un evento globale come un'epidemia, le catene produttive si sfilacciano, le aziende cercano di lucrare il più possibile usando la scusa dell'inflazione (su questo si potrebbe fare un intero articolo, ma lasciamo stare, per ora) e la popolazione, stremata, si gira verso elementi che non hanno nessuna soluzione, ma la urlano.

 Come abbiamo fatto ad arrivare a questo punto? Siamo una specie intelligente dopotutto, le scimmie più intelligenti del mondo! Come è possibile che non siamo riusciti a trovare una soluzione a questo, di problema?

Com'è possibile che, quando il dottore è arrivato e ci ha detto:

"Dovete cominciare a smettere di consumare così tanta energia se non volete mandare tutto a puttane."

Noi non abbiamo reagito in nessun modo? Perché persone con importanti interessi sulla faccenda hanno pagato centinaia di milioni per seminare dubbi sui risultati della ricerca scientifica.

E lo hanno fatto adottando uno stile comunicativo come questo:


Capito sciocchi scienziati? I problemi di cui parlate non esistono, e se esistono, sono meno gravi di quello che credete. E se sono così gravi, beh, tanto non possiamo farci niente.
Ma la grande industria non lo ha certo fatto da sola, che credibilità avrebbe mai la Philip Morris che vi racconta che fumare non fa male?

Nessuna. Ecco perché l'industria ha saggiamente deciso di fondare e finanziare sottobanco un numero colossale di "fondazioni senza scopo di lucro" che difendessero i suoi interessi a spada tratta, anche e soprattutto contro le evidenze scientifiche. Questa storia comincia nel 1958 con la fondazione del "tobacco institute"  un organizzazione che come obiettivo principale aveva il controllo della percezione pubblica dei danni del fumo (danni che sono noti appunto, dagli anni 50) e la sovvenzione di scienziati prezzolati.

Il successo fenomenale del tobacco institute nel rallentare la legislazione sul tabacco è stato così grande che il suo modello di sviluppo si è diffuso a macchia d'olio, sono state create centinaia di associazioni che dietro la maschera di "associazioni liberiste" hanno spinto informazioni false su riscaldamento  climatico, buco nell'ozono, ddt, piogge acide e tanto altro ancora.

Queste associazioni sono riunite in una rete globale che si fa chiamare "atlas network". Una rete di gruppi turbo-anarco-liberisti ispirato al testo di Ayn Rand "Atlas Shrugged"

E di questo ve ne parlerò nella seconda parte di questo articolo.

Kurdt.




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