domenica 11 gennaio 2015

La libertà di essere offesi

Ho letto un'intervista al direttore del Vernacoliere, il bellissimo giornale satirico livornese,  che raccontava di come abbiano dovuto difendersi da parecchie denunce per "istigazione all'odio" e "vilipendio della religione cattolica". 

Un amico faceva notare invece come, sul telegiornale della rai si fossero pubblicate allegramente tutte le vignette che ritraevano Maometto, mentre, quando è stato il momento di mostrare quelle che ritraevano il papa, allora no, sono diventate "obbiettivamente offensive". 

Quello che molte persone sembrano aver dimenticato è che il principio su cui si fonda una società realmente libera, è quello secondo il quale, se vieni offeso da un idea, e quell'idea non ti minaccia fisicamente, allora il problema non è di chi esprime quell'idea, il problema è tuo. 

"Apperò ferisce più la lingua che la spada, e non è giusto che le persone vengano offese"

Se accettiamo il principio per cui, nella nostra società bisogna eliminare quello che offende qualcuno, ehi! Preparatevi perché c'è una lunga, lunghissima lista delle cose che verranno cancellate.


Bisognerà cancellare il crocifisso perché offende alcuni, la mezzaluna perché offende altri, il maiale perché non si può mangiare, il pesce il venerdì, le foto delle ragazze in mutande, le ginocchia delle ragazze, i capelli delle ragazze, le bestemmie nelle osterie venete, le bestemmie per strada dei pastori sardi, la musica rock, i videogames violenti, skype, i libri offensivi, le battute contro qualcosa che ci piace. 

I gay che si baciano per strada.

Le lesbiche che hanno i capelli troppo corti.

Le donne che fanno lavori immorali.

Gli uomini che fanno lavori da donne. 


"Epperò mica si può cancellare tutto! Cancelliamo solo le cose veramente offensive!"

Che guardacaso, sono le cose che offendono solo voi. Nei paesi musulmani non si frustano mica quelli che prendono per il culo Gesù Cristo, ma solo quelli che ridono del profeta.

Daniela Santanché, una che se potesse cancellerebbe i gay e i loro diritti con un colpo di spugna ha detto che avrebbe voluto pubblicare Charie Hebdo in Italia. Non ha detto quali vignette, ma sono pronto a scommettere che censurerebbe violentemente roba come questa:




Perché quello che piace alla Santanché non è che qualcuno possa esprimersi liberamente, quello che piace a gente come lei è il fatto di poter insultare e zittire chi non la pensa come lei. 

Ecco perché bisogna cominciare a capire che il vero e unico modo per ottenere una società libera non è certo quello di preoccuparsi di non offendere nessuno, cancellando ogni possibile fonte di offesa, cosa che tutti i giornali sembra stiano tentando di fare, giornali pronti a scrivere dai loro account social robe tipo:

#JesuisCharlie
#LibertèEgalitèFraternité 
#LibertèDecrir

E tante altre cazzate, mapperò quando si tratta di ripubblicare le vignette, allora no, non siamo più Charlie, mica possiamo offendere i nostri potenziali lettori. Dopotutto Charlie aveva solo sessantamila lettori, mica venti milioni, eh.

Tenemo famiglia, cumprì?

La sinistra, che dovrebbe essere la tutrice della libertà di parola, quella vera, la possibilità di dire quello che penso, anche se non piace a nessuno, apparentemente ha optato per la difesa di un altro modello, dove tutto può essere potenzialmente offensivo, quindi bisogna cancellarlo.

Ma non è censura, è politically correct. 

Quel coglione di Zuckenberg ha detto che nessuno zittirà Facebook. Facile parlare dei problemi che non ti riguardano eh, Zucchémberg? Facebook si zittisce benissimo da solo. Se postate immagini di tette state infrangendo le regole di Facebook, quindi qualcuno lo state offendendo.

Vi ricordo, in breve, la politica di Facebook sulle immagini condivisibili liberamente, ma potete provare da soli, condividete una ragazza transessuale col cazzo di fuori e vediamo quando dura online. E quanto dura il vostro account, online.

Violenza sugli animali,:      Non permesse. 

Tette                         :           Non permesse

Violenza sulle persone:        Permessa


Violenza sui bambini :           Non permessa

Satira sulla religione:           Permessa, ma non in paesi dove non è permessa. 

Scommetto che in Arabia Saudita considerano meno offensive che un immagine del profeta con un palo nel culo. Ma l'utente medio di facebook, quello che "jesuìsciarlì" invece non vuole che suo figlio veda delle tette, o suo marito, magari. E allora ecco, abbiamo semplicemente selezionato una categoria che ci offende.

Essere adulti dovrebbe significare essere capaci di lasciare che gli altri abbiano le loro opinioni senza sentire il terrificante desiderio di modificarle per renderle simili alle nostre, magari multando le persone per le loro idee.

Ma gli  #jesuischarliè domattina staranno già segnalando a Facebook un immaginetta di un cane durante un operazione chirurgica.

Quello che la maggioranza non ha capito è che deve esistere un limite alla violenza fisica e psicologica, ma non un limite a quello che si può proporre di vedere. 
Perché in fondo la libertà che ci piace è quella che protegge le cose che piacciono a noi, quelle che piacciono agli altri, in fondo, non sono libertà, ma pericolose perversioni della morale. 

Ma la libertà è più importante della morale.

E se ti offendi, amico, sono cazzi tuoi. 

Kurdt


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