domenica 1 ottobre 2017

Vivere sottoterra

Per capire quello che viene dopo, dovete leggere prima:

I sotterranei
Poe
Bluebird 







Ormai ci scendo spesso, nei sotterranei. Ho anche deciso di portarmi dietro una tenda, per tutte le evenienze, l'ho messa su vicino alla vecchia casa diroccata, ma abbastanza lontano da scappare, se capitasse qualcosa di pericoloso. Ho portato di sotto solo le cose essenziali, tra cui:

1) Riserva d'acqua da 15 litri, purificata, mi permette di rimanere qui sotto per giorni senza dover risalire.

2) Cotolette di pollo Esselunga, scontate del 40%, contorno di maionese e piadina romagnola.

3) Una gatta. Donna Carlotta.

4) Un corvo. Poe.

5) Dei semi di ciliegio.

6) Una zappa con il manico d'osso.

"Ma fammi capire, cosa cazzo vorresti fare con quella roba?" Mi ha detto Poe quando mi ha visto scendere con una zappa in spalla. "Il brodo, cosa voglio farci secondo te? Zappare. Se avessi voluto giocare mi sarei portato una playstation" gli ho risposto mentre mi svolazzava attorno facendo un gran casino.

"Ma sei completamente rincoglionito? La sotto non può crescere niente, dovresti averlo imparato, almeno questo, nel tempo". 

"Almeno un albero c'è, quindi perché non anche qualcos'altro? Chi dice che non possa crescere niente? Non ci ho mai provato davvero".
La gatta mi è saltata sulla spalla, piantandomi le unghie così a fondo da farmi pensare mi avessero impallinato. "hey, Cristo santo, non puoi essere un po' più delicata? Non sono il tuo tiragraffi personale"

"Meeeww, sicuro? Guarda che ti lascio scendere la sotto da solo, se non me lo lasci fare. E comunque sono d'accordo con te, c'è un sacco da fare, oltretutto sei indietro coi lavori di almeno vent'anni, quindi ti ci vorrà una mano".

Mannaggia a me, non so resistere alle moine di una gatta.  "Una mano?" "Si, una mano, anzi, due. Ti sta aspettando di sotto".

"Ma io non ho bisogno di nessuno, eh, dille che può tornarsene da dove è venuta, tanto non può aiutarmi. Chiunque sia."
"Senti, fai una cosa, aspetta di conoscerla prima di parlare, poi ne discuteremo con calma, ma per adesso non rompere i coglioni e smettila di fare lo stronzo"
Dovete sapere che dove ho piazzato la tenda e le quattro ciarabattole, il terreno è nero come un pozzo di notte e duro come il cemento. In ogni caso, appena arrivato prendo la zappa e inizio a darci dentro, ma non funziona come vorrei, scheggio a malapena la superficie.

"E che cazzo, dacci più forte!" Strilla Poe dall'alto. La fa facile lui. "Vieni giù e dammi una mano, corvide di merda!" gli dico, ma quello continua a volteggiare attorno, in cerchi sempre più grandi. "No, non posso mica, forse non te ne sei accorto, ma non ho le braccia. Ma se proprio vuoi saperlo, non ti aiuterei neppure se potessi eh, sia chiaro".
Mi si avvicina una ragazza, ha la mia età, almeno credo. Capelli neri, pantaloni, sorride. Mi appoggia una mano sul braccio e  dice:
"Aspetta, non devi dare così forte, il terreno è duro, prima devi pensare ad ammorbidirlo"

"E tu come lo sai, sei tipo un esperta delle piantagioni? Un agronoma? Una giardiniera? " Le dico. Oltretutto sembra essere viva, nessuno è vivo da queste parti, quindi minimo un sospetto ti viene.

"Anche!" Mi dice. "Non che ci voglia chissà quale esperienza però, se non butti un po' d'acqua difficilmente riuscirai a fare un buco in quel terreno, sembra proprio duro". 

"Mai quanto la sua testa!" Miagola Donna Carlotta svicolando in mezzo alle gambe della ragazza.

"Ehi, guarda che non sono così stupido eh, lo so anche io che ci vuole dell'acqua, ma non ne ho abbastanza per bagnare il terreno e non crepare di sete"

Lei mi guarda stupita, come se avessi detto la cosa più stupida della storia recente. Magari è vero, magari ho detto la cosa più stupida del mondo.
Guarda dentro la sua borsa, rovista un po' e ne tira fuori una bottiglia. Me la offre.

"Sul serio posso prenderla? E tu come farai a campare qui sotto?" Le chiedo.

"Non ti preoccupare, ho i miei metodi. Non dirlo a nessuno, ma ho trovato un pozzo"

"Allora posso accettare?"

"Prendi pure"


Prendo la bottiglia e sorrido anche io, ma solo un po'. Poi la stappo e butto un po' d'acqua per terra. Non troppa, magari le serve per risalire, ma abbastanza per ammorbidire il terreno.

"Bene, prova a darci adesso, con la zappa". Incredibilmente il terreno veniva via al primo colpo. La gatta è corsa a prendere la bustina con i semi "sbrigati scemo, buttane uno dentro, prima che si richiuda!" l'ho fatto, poi con la punta della zappa ho richiuso il terreno.

"E ora che faccio?" Ho chiesto alla ragazza.

"Ora aspetti" Mi ha risposto. Poi si è girata e ha fatto per andarsene.

"Come ti chiami?"

"Speranza, mi chiamano. Ora riposati, hai fatto abbastanza per oggi"

Mi sono seduto, fissando il buco che avevo appena fatto. Magari qualcosa cresce davvero. Forse. Ha gracchiato Poe, guardandomi con occhi gialli come l'ittero. "Ma non ci sperare troppo" ha aggiunto. Me lo farò bastare. 





Kurdt

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