domenica 19 febbraio 2017

Inside Out



Non ho scritto molto negli ultimi tempi. Vorrei dare la colpa al periodo storico, al governo, alla mafia russa. La verità è che la colpa è tutta del mio demone interiore. Ve lo presento volentieri, si chiama Poe, è il diavolo. Si, avete capito bene, non «un» diavolo, ma «IL» diavolo. Impressionante eh? Ogni tanto mi appare il diavolo e mi da consigli, chi ha bisogno di padreppio adesso? A volte Poe prende forma di corvo, ma insomma, fa un po' il cazzo che gli pare, in fondo è il diavolo mica l'arcangelo Michele.

Quando ero bambino mi capitava spesso di sognarlo, era quello che prendeva le decisioni difficili. Lo sognavo, lui mi insultava ricordandomi quali fosse la situazione, quella vera, non quella che mi piaceva immaginare da sveglio, poi come era arrivato spariva in una vampata di zolfo.

Non che facesse spesso le sue puntate eh, ma quando le faceva era incisivo.
So che sembra strano, ma era confortante. Confortante sapere di avere una parte di te che ti sveglia, casualmente proprio mentre dormi.Il problema è che Poe appare raramente, di solito quando sono al mio punto più basso. A quel punto, quando mi ritrovo all'angolino, sanguinante, all'ultima ripresa del match, pronto a gettare la spugna, arriva lui.

"Brutto coglione, adesso prendi quel cazzone e lo gonfi come un topo in decomposizione, hai capito" 

"Ma mi sta massacrando, non lo vedi? Io ci ho provato, ma quello picchia di brutto" 

"Solo perché tu glielo lasci fare, coglione, non vedi che manco porta i guanti? Togliteli pure tu, così siete pari. Vedi di non morire, perché la spugna non la getto. Nuota o muori amico" Non è certo un mollaccione Poe. Ma questa è l'essenza della vita, "nuota o muori, amico". Il confine tra te e gli altri è sanguinolento e sudato, non è tracciato con la polvere di fata.

Per uno come me, cresciuto in una casa senza porte, i confini sono sempre stati una cosa strana, innaturale. Eppure con il tempo, invecchiando, dopo una lunga serie di relazioni «senza confini» dove inevitabilmente finivo per erodere quei confini, per farli diventare delle linee sulla sabbia, finalmente ho capito. Capito che senza un limite netto tra quello che è accettabile e quello che no, vaffanculo, non te lo posso concedere, non esiste nessuna relazione.
Per chi vorrebbe far diventare la scrittura la propria vita, però, è una benedizione. Scrivere in fondo è spogliarsi, denudarsi di fronte a tutti, strappandosi le interiora e mostrandole in pubblico.

«Ah, guarda un po', anche lui ha una cistifellea»



«Però che brutti reni eh, non poteva farli venire un po' meglio? Il mio amico Franz ne ha tre»


E quindi è una lotta continua tra la creazione di limiti e la concessione di spazio all'interno di quei limiti. Una questione, se volete, di fiducia. Scommetto sulla fiducia, l'ho sempre fatto, ho sempre pensato che il mondo fosse pieno di persone positive, comprensive. E volete sapere la verità? Avevo ragione.

Novembre e Dicembre sono stati mesi di merda, l'inferno in terra, ma ci sono state persone che mi hanno reso questa passeggiata meno dolorosa. Una di loro è venuto giù dalla Svizzera a portarmi dei mobili per la casa. Altre mi hanno prima accompagnato in giro per Milano a trovare i vari pezzi che mancavano per rendere una casa completamente vuota in qualcosa di vivibile, poi spalleggiato quando la vita tentava di prendermi a calci nei coglioni. Sono stato ospitato a casa di una vecchia, carissima amica con un terremoto in corso. Dio benedica gli amici. Altri anche solo con un messaggio mi hanno fatto sentire meno solo. C'é chi mi è stato vicino quando portavo scatoloni per Milano. Chi mi è venuto a trovare a casa, quando ancora non era una casa. E la mia famiglia. Senza di loro probabilmente ora starei scrivendo questo sopra un pezzetto di carta sotto i navigli di Milano.

Nessuno di loro era obbligato a darmi una mano, nessuno mi doveva niente. Eppure mi sono stati vicini lo stesso.

A tutte queste persone va il mio ringraziamento, con la promessa che quando sarà il loro turno di finire impantanati da qualche parte, farò in modo di esserci. 



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