domenica 26 maggio 2013

L'australia del vicino è sempre più verde

Lavoratori volontari per il woofing in Australia. Sono felici di lavorare gratis. 


Come alcuni di voi sanno, vivo da qualche mese in Australia, a Melbourne per l'esattezza, ed ho avuto l'occasione d'incontrare parecchia gente che come me è arrivata nel paese da qualche tempo.

Ho visto le reazioni più diverse, ci sono alcuni che continuano a sentire nostalgia degli amici di una vita, altri si isolano completamente dai connazionali, e altri ancora invece una volta arrivati qui iniziano a denigrare tutto quello che ricorda l'Italia.

Gente che appena scesa dall'aereo inizia a decantare la bellezza degli spazi infiniti, la puntualità dei treni, la simpatia degli austaliani, che non sono mica come: “quegli italiani stronzi che incontri in giro!”.


Gente che appena si chiacchiera inizia a dire che “ah ma i soldi che si prendono qui in Italia ce li sogniamo!” oppure che “ah ma qui i politici sono seri, non come i nostri che vanno a troie e sfasciano il paese!”

“E i giovani! Qui i giovani possono avere delle opportunità, non come in Italia!”

I treni arrivano in orario!”

La polizia è dappertutto”

Le strade sono migliori delle nostre”

La meritorcrazia!”

La sanità funziona”

Il Pil cresce e il debito pubblico è basso!”

E chiaramente questa particolare categoria di imbecilli ci terrà tantissimo a farvi sapere come si trovi bene adesso nella loro “terra promessa” dove finalmente le loro doti nascoste vengono riconosciute e loro non sono più maltrattati e considerati l'ultima ruota del carro del mondo. Se malauguratamente scoprono che siete italiano non potrete evitarvi una filippica su come “qui le cose finalmente funzionino” mentre “in Italia stiamo proprio affondando”.

Esiste insomma un gruppo di talebani che cambiano semplicemente casacca.

Qualche giorno fa sulla pagina facebook del gruppo “italiani in australia” un utente aveva osato scrivere quanto segue.


Io credo che qui in Australia ci siano molte più opportunità rispetto all'Italia, ma uno di quegli enormi errori che si fanno è appunto paragonare il tutto allo stile di vita italiano. Se compariamo quello che l'Australia ci offre rispetto allo stile di vita che c'è qui, beh è la miseria, sottopagati, sfruttati con 11 ore di lavoro al giorno, o andare in farm, che a noi va benissimo eh perché in Italia la situazione è grave ma noi ci compiacciamo nell'essere trattati da immigrati mezzi sfruttati qui, cosa che ovviamente in Italia mai faremmo, le campagne ce le ho di fianco a casa, fate woofing a Bari oppure raccogliete le mele in trentino no? In italia però non va bene, non è nulla, non ci sono opportunità qui invece è oro! Suvvia questo modo di ragionare è surreale. Inoltre l'illusione dei più soldi, QUI NON C'è ALCUN WELFARE STATE, SE STAI MALE CAZZI TUOI, IL MEDICARE CE LO PAGA LO STATO ITALIANO guadagnano molto ma se perdi le dita devi scegliere quale riattaccarti, In Italia si riceve meno ma la sanità è pubblica, abbiamo dei SERVIZI! L'Australia? Splendida terra da visitare ma non è poi così migliore il loro modo di fare e nemmeno la gente di qui è tanto meglio.

Com'era facile prevedere si è scatenato l'inferno, i talebani hanno caricato a testa bassa, con frasi come queste:

ho avuto ragazzi che in italia nn hanno mai lavato piatti nei ristoranti, in australia l'hanno fatto , e sai una cosa dopo qualche mese , nn volevano piu andar via dall'australia” (detta dalla proprietaria di un ristorante, immagino)

oppure, un altro che stavolta discute della sanità:

sulla sanità pubblica italiana avrei molto da dire, dato che cmq la PAGHIAMO (tramite tasse) e fa CAGARE (e nonostante cio, la bisogna pagare comunque...). Preferisco in Australia, pagarla - neanche carissima x quanto mi riguarda,rispetto allo stipendio - ma sapere di avere SERVIZI VERI.
Sul lavorare da immigrati che in Italia non faremmo, ho raccolto pannocchie anche in italia, ma pagata 3 euro l'ora... in australia ne prendevo 15... forse qui la differenza. In Italia un lavapiatti prende forse 4/5 euro l'ora. In australia ne prende 15. Diciamo che forse ne vale un po piu la pena fare "lavori umili" qui che a casa.
E poi appunto è anche l'ambiente in cui ci si trova che è molto piu positivo, aperto, dinamico rispetto all'italia, è piu un cambio nello stile di vita appunto. Se in Italia fai la lavapiatti li resti. Qui parti dal raccogliere pomodori e piano piano sali, di ruolo e di paga. C'è meritocrazia, il governo non va a sbafo sui suoi cittadini ed è un paese REALMENTE libero, in Italia fanno credere che ci sia democrazia, ma a mio parere c'è n'è di piu a cuba e in korea del nord.


O ancora un altro che crede di aver trovato l'oro a Perth, come lavapiatti. :

Io fino la settimana scorsa facevo il lavapiatti in un ristorante a Perth e la paga era di ben 21.53 $ l'ora e dopo la mezzanotte era di 25.00 $!!

Insomma tutti a puntare il dito sul fatto che qui in Australia si guadagni di più che in Italia facendo mansioni “umili”, del resto 20$ (16 euro circa) all'ora come lavapiatti sembrano un enormità per chi in Italia ne guadagnerebbe appunto, 4 o 5.
Credetemi, ho sentito la stessa storiella raccontata in lingue diverse per anni, quando lavoravo in Spagna gli Italiani dicevano le stesse cose, mentre quando vivevo in Tunisia ed Egitto erano gli arabi a canticchiarmi le stesse storielle “quattro euro all'ora, trentadue sterline egiziane! Un lavapiatti guadagna davvero trecento sterline al giorno? Incredibile!” (In Egitto un cameriere spesso guadagnava meno di quaranta euro al mese, il direttore dell'hotel ne guadagnava 600, meno di noi, infatti ci odiava).

Sento la stessa canzoncina da quasi dieci anni, e mi sono rotto le palle di gente che denigra l'Italia per qualunque altro cazzo di paese. E non crediate che non veda i problemi dell'Italia solo perché ho deciso di non dargli addosso. So benissimo tutto, dalla disoccupazione galoppante alla corruzione, dal debito pubblico al 130% fino alla mancanza di pianificazione futura. Tutto.
Peccato che l'immigrato spesso debba per ragioni di conservazione della propria integrità psicologica negare la realtà dei fatti, ovvero che nel 95% dei casi ha cambiato nazione per fare i lavori che la gente del posto considera merda.
Gente che in Italia non avrebbe mai fatto il cameriere improvvisamente scopre di avere “passione per la ristorazione ed il cibo” e lavora tutti i giorni, dal lunedì alla domenica, anche di notte, in nero, per 15$ all'ora (poco meno di 12euro) e continua ad imprecare contro l'Italia cattiva che non da opportunità, mentre l'Australia invece, tutta un' altra roba.

In Italia però non avrebbe mai fatto il cameriere, ne avrebbe raccolto pomodori o prugne nei campi, o ancora mai avrebbe pagato cinquecento euro per affittare una stanzetta in una casa condivisa con altre quindici persone.

Qui invece lo fa, ed è felice.

Porto il caso dell'Australia perché è l'ultimo di cui ho esperienza e probabilmente il più eclatante, ma moltissime nazioni vivono la stessa situazione, per esempio posso immaginarmi la ragazza filippina che telefona a casa e racconta a sua madre:

sai mamma, lavoro in Italia, mi pagano 50.000 pesos al mese, guadagno bene!”

Il problema dell'immigrato è che non riesce a vedere la propria situazione secondo gli standard del posto dove vive, ma bensì lo fa secondo gli standard del posto dove viveva. Ed eccolo li a vantarsi di guadagnare 2500 dollari al mese facendo il lavapiatti in nero, ma dimenticandosi colpevolmente di dire che:

  1. Paga un affitto mostruoso di almeno 600 dollari al mese se ha una stanza singola in una città, meno se condivide la stanza
  2. Non ha nessuna copertura sanitaria, se si rompe una gamba e non è coperto dal Medicare (che dura solo sei mesi dall'arrivo e viene pagato dallo stato Italiano attraverso un accordo tra stati) è
    fottuto. Se ha un ascesso o qualcosa che richiede un dentista. Una devitalizzazione costa anche 2000$, il sessanta per cento degli australiani stessi non può andare dal dentista per i costi esorbitanti.
  3. La frutta e la verdura hanno prezzi folli. In giro per i mercati troverete tranquillamente pomodori a più di cinque dollari al chilo, arance a quattro, arachidi a venti dollari.
  4. Lavora con contratti settimanali o “casual” che gli permettono di decidere riguardo il suo futuro per i prossimi... tre giorni.

Insomma dei suoi 2500$ quanto rimarrà a fine mese, facendo uno stile di vita moderato? Se condivide la stanza con qualcun altro, compra poca frutta e verdura, e diciamo, “si accontenta”, non esce la sera (perché la birra e gli alcolici in generale costano l'ira di dio) allora riuscirà a mettere da parte qualche soldo, altrimenti, se anche solo vuole uscire la sera il sabato, probabilmente non gli rimarrà una lira.

Vivrà la stessa vita che vive una persona in Italia che guadagna 800 euro, con in più il malus che, nel caso si ammali, sarà costretto a tornare molto molto in fretta nella cattiva e odiata Italia, dove però la mutua ti paga quell'operazione per riattaccarti le dita, la colonscopia, la batteria di analisi, eccetera eccetera eccetera.

E c'è un altra cosa che l'immigrato non percepisce, folgorato dall'esorbitante quantità di soldi che sta guadagnando. Non si rende conto di essere precipitato all'ultimo.. gradino della scala sociale. Mentre lui guadagna 15$ da cameriere in nero, un australiano viene pagato 35$ per aprire e chiudere una sbarra metallica al passaggio della gente, con sabato e domenica liberi. Quello che sfugge all'immigrato che va a lavorare in fattoria da queste parti è che verrà guardato esattamente come in Italia si guardano i marocchini che finiscono a lavorare nelle piantagioni pugliesi sotto un caporaletto che li paga quindici euro al giorno per dodici ore di lavoro.

Chiaramente questo non viene percepito, perché gli australiani non si mescolano con il resto degli "immigrati" e non sentono il bisogno di farlo, vi considerano immondizia utile solo a fare il lavoro che loro non vogliono fare. E non crediate di poter venire qui a studiare. Solo l'attualizzazione della mia licenza da insegnante (per poter insegnare anche qui) mi sarebbe costata 20.000$ australiani, (mentre farla in Inghilterra poco meno di 6000$) per un corso di sei mesi che non mi avrebbe rilasciato nient'altro che un certificato che attestava che "so le cose che già sapevo di sapere". 

Oh, certo, direte voi, stanno solo proteggendo il loro paese, mica possono regalare educazione a tutti quelli che arrivano! Mica possono aiutare tutti quelli che vorrebbero studiare qui! (Ecco perché un anno di università costa 1000 dollari a loro e 30.000 a voi, poveri stronzi immigrati). 

Ma l'immigrato continua a cantare quella canzoncina che fa, più o meno: 

"qui è bello, qui è bello, tutto pulito, tutto buono, l'Italia invece, è una merda!". 

Senz'accorgersi che questo genere di ragionamento (e di gente) è quello che ha reso l'Italia peggiore.
L'Australia si fa continuamente pubblicità, scommetto che avrete letto anche voi, da qualche parte, che a Melbourne c'è lo stile di vita migliore del mondo,  no? Chiaramente sono cazzate, si vive come in tutte le altre città del mondo civilizzato, molto traffico, molta gente, molte rotture di cazzo, si paga anche l'aria (affittare una bicicletta costa 5 dollari l'ora) ma viene propagandata come "la città migliore del mondo".

Cazzate. 

Così come pubblicità mascherata da "miglior lavoro del mondo" è l'iniziativa australiana volta, in teoria, a trovare sei persone (non australiane) che svolgeranno lavori pagati benissimo (per sei mesi), lavori come "ranger", "avventuriero" o "maestro dei sapori". 


Pensate che per partecipare bisognava mandare un video che spiegasse perché si è adatti per il ruolo. Chiaramente sono arrivate milioni di richieste da ogni parte del mondo, di gente che sperava davvero di vincere questa ridicola lotteria. E l'Australia nel frattempo, con una spesa di circa 500.000 euro si è fatta pubblicità in tutto il mondo come, "il paese dove ci sono lavori del cazzo pagati tantissimo". 

E parecchia gente c'è cascata. 

Perché non c'è niente come l'Australia, una nazione che guadagna una cifra bestiale dai cosiddetti "backpackers" sfruttandoli nelle fattorie e godendo persino della riconoscenza di questa gente. 

Perché, signori miei, l'australia non è diversa dall'Italia, c'è solo meno gente, più miniere, meno concorrenza (alla faccia del "libero mercato") e molta faccia tosta. 
Perché qua la gente ti sorride pure, ma se ti vede a terra agonizzante non alza un dito per aiutarti, altro che "take it easy", prova ne sia che il tasso di senza casa è il più alto di tutto il mondo occidentale, una persona ogni duecento è senza casa e vive per strada (100.000 su 24 milioni), mentre il tasso italiano è  molto più basso (47.000 homeless su circa 60 milioni).

Oh, ma gli italiani sono cattivi! Quante volte avrete sentito in italia di gente ridotta in schiavitù, a lavorare per appena venti euro al giorno per raccogliere pomodori? Eccoli là gli italiani sporchi e cattivi, ora li riconosco! Ma in Australia mai e poi mai si farebbe una cosa del genere!

E invece si, esiste qualcosa di identico, solo che si chiama "wwoofing" e non "sfruttamento". In pratica visto che per ottenere il secondo visto di un anno bisogna fare almeno ottantotto giorni (tre mesi) in una fattoria a lavorare, molte persone decidono di andare a lavorare gratis, solo per vitto e alloggio in fattorie convenzionate.

Ma non è schiavismo, lavorare gratis! No! è Wwoofing! Che l'inglese suona meglio. E pare brutto dire di qualcuna che fa la bagascia, ma se le dici che fa la escort, ci può stare che vi ringrazi. 

Peccato che a casa mia le parole contino poco, ma i fatti contino tantissimo, e per me lavorare gratis per qualcuno che ti da vitto e alloggio non ha niente a che vedere con il volontariato, ma molto con i campi di cotone della Louisiana del 1800. 
Perché il contadino che vi prende per fare Wwoofing, potete stare ben tranquilli che vende i suoi pomodori allo stesso prezzo di tutti gli altri, se non più cari, ed ha un margine ancora più alto, perché voi lavorate gratis. 

E se vi avessero proposto di andare a raccogliere mele in Trentino vi sareste ritirati scandalizzati, perché era una roba degradante, da immigrati.  Eppure se lo chiamano wwoofing (che poi significava"lavoro nei finesettimana in fattorie organiche, finesettimana però, non tre mesi di fila) allora è tutto okay. 

Questa gente dovrebbe sapere che uno schiavo rimane tale, anche se lo chiami slave. 

Nessun commento:

Posta un commento

Sei libero di dire quello che ti pare, se ci pensi un attimo prima di dirlo, pure meglio.