domenica 14 agosto 2016

La rivoluzione è dentro di te, peccato che sia fallita

Quando avevo diciassette anni ho vissuto un'estate a Londra, facendo il lavapiatti. Mi sfruttavano come un negro nei campi di cotone dell'Alabama, a malapena pagavo l'affitto e la roba che mangiavo con quei soldi,anche se immagino il problema fosse che compravo troppa erba.

Alla sera però, quando finivamo di lavorare, io e il mio amico Calogero ci infilavamo nelle maglie della city e, completamente sballati, scoprivamo posti inimmaginabili per due adolescenti terroni. Proprio in quell'occasione scoprimmo la «next big thing» del mondo moderno un internet café chiamato Cyberia.

E si, certo che avevamo già visto internet, nel convitto dove vivevamo c'era una connessione 56kb/S che succhiava peggio di Cicciolina e Moana in combo, ma quell'internet londinese? Un'atra roba, potevi persino vederci i video! I porno no, c'era troppa gente nel locale.
Ciao amico, sai che ogni spermatozoo contiene 37,5 mb di dati? Tenendo conto di questo io ho una capacità di download di una dorsale oceanica.

Ricordo bene di aver pensato che, con una cosa del genere l'ignoranza sarebbe stata spazzata via dalla faccia della terra, con tutte quelle informazioni, chi sarebbe rimasto ignorante lo avrebbe fatto volontariamente. «E chi cazzo vuole rimanere ignorante?» pensavo. «Se uno non capisce qualcosa, la può cercare! La impara e va avanti, sconfiggeremo tutti i problemi, in questo modo».Quanto ero scemo.
E oggi in tutto il mondo assistiamo ad un esplosione di persone contrarie ai vaccini. Non è ironico? La rete gli permetterebbe di scoprire in un attimo che quello che fanno è stupido e pericoloso, l'informazione è lì, ma pochissimi la leggono.

Quando questa cosa dell'internet è inizata ricordo bene le Chat, c'erano C6 e Mirc, mirc aveva in canali, un po' come un Reddit d'àntan, e la gente si riuniva lì e discuteva, faceva amicizia e parlava di cose. Si condividevano spartiti, nascevano molti dei siti che hanno costruito l'ossatura dell'internet moderno.

Eppure qualcosa dev'essere andato storto.

Nessuno aveva pensato che, anche dando un manuale di fisica ad un piccione, quello non costruirà mai un reattore nucleare, al massimo lo strapperà e poi ti cagherà in testa.

Provate a guardare cosa succede quando buttate qualche informazione in una pagina antivaccinista/sciachimista/gentista. Le persone che la frequentano, in larga parte, la rifiutano integralmente, neppure la leggono. Semplicemente non è «la nostra idea» quindi vi bannano dalla pagina, la versione moderna del coprirvi di pece e piume e gridare «dagli all'untore».

E non capisco bene se la colpa sia della naturale tendenza delle comunità umane ad evolvere, trasformandosi inevitabilmente in merda,  oppure se avremmo potuto farci qualcosa, intervenendo prima.

Perché l'internet, cazzo, aveva il potenziale di migliorare la vita di tutti, guardatelo! Ridotto a video di gattini e pagine facebook dove la frase più intelligente è: «Kaffeehh!?». E non fatemi nemmeno iniziare a parlare di quelli che scrivono: «Amen» sotto qualche richiesta di colletta di preghiera. Mettete mano al portafoglio, quello vero, che il bambino povero ha bisogno di cibo, non di cazzate.

Non fraintendetemi, so benissimo che alcune cose promesse sono arrivate, la velocità di comunicazione è diventata istantanea, posso comprare qualsiasi cosa su internet, qualsiasi servizio è disponibile, su internet. Posso parlare con tutti su internet. Pure con un Pinguino del cazzo.

«Ma io e te, à pinguì, che cazzo ce dovemo dì?»

Insomma, un grande centro commerciale. Bello eh, ma non era proprio quello che mi aspettavo. Io speravo che la gente lo avrebbe usato per migliorare la propria condizione, per capire meglio cosa fare di se stessi e del mondo, ma qui c'é ancora un casino di gente che dubita del Global Warming. In America buona parte dei repubblicani dubita che Obama sia americano. Gente che non conosce manco le regole del proprio sistema politico.

«I love the uneducated» Trump mica lo ha detto a caso.

E insomma, se la speranza era quella di un pianeta con un informazione più fluida e corretta, ci siamo sbagliati, l'informazione è diventata ancora più opaca, con giornali posseduti ormai da pochissimi gruppi consolidati Rcs e Mediaset, ancora peggio va negli U.s.a dove sei gruppi editoriali controllano praticamente tutta l'informazione

E potete anche cercare su Google, tanto la maggior parte dei link redirigono a quei gruppi, se poi siete su facebook va ancora peggio, non è chiaro in nessun modo quanto di quello che condividono i vostri «amici» arrivi fino al vostro flusso di notizie, pare meno del 20%. Chi lo decide? Un algoritmo. Chiaramente un algoritmo che farà gli interessi dell'azienda che lo ha settato (e senza dimenticare che i trending topics sono comunque controllati da persone in carne e ossa, basti pensare a Wikileaks «casualmente» tagliato fuori poche settimane fa dopo i #Dnc Leaks).

Quelli tra di noi che si erano riversati su internet, agli inizi, stanno lentamente venendo emarginati dalle ondate di coniglietti, gattini, fail, win, sciechimiche e litigi con sconosciuti saccenti. Finiranno nelle riserve, in posti dove possono chiacchierare tranquillamente delle cose che gl'interessano. Le cose che ci piacevano sono diventate Mainstream, guardate D&d. Centinaia di giochi basati su D&d sono venuti fuori, ma si sono dimenticati che la motivazione per cui D&d era una roba da Nerd, era che prima di giocarci dovevi studiare come farlo. Mica erano i draghi, a renderlo una roba da nerd. O beh, non solo quelli.
Gli stessi videogames, la difficoltà lentamente è diventata così ridicola che persino una scimmia potrebbe finirli, con una zampa legata dietro la schiena.

Devo dare ragione al vecchio Uriel Fanelli, in fondo internet si è smerdato quando è diventato uno strumento di massa. Il che ci porta alla logica conclusione che la maggioranza della popolazione sia completamente rincoglionita.

Ma è quando vedo che facebook censura le tette e lascia tranquillamente correre i fascisti che inneggiano all'omicidio degli immigrati, è lì che capisco che veramente, il mondo è penetrato nell'Internet, dirottandolo. Le ricerche sono ancora quasi tutte a pagamento, se vuoi leggertele ti serve un account universitario, o 30 euro a Paper. Per tutto il resto c'é sci-Hub, che OVVIAMENTE è illegale, non importa che offra un servizio molto più utile di qualsiasi Elsevier account e sia gratis, non ci guadagna nessuno, quindi è illegale. Importa ancora meno che i ricercatori non guadagnino nulla dalla pubblicazione delle loro ricerche, nel 99.99% dei casi.


Il vostro vicino Barabba, quello scemo, che ha una foto del Duce attaccata all'armadio, la bacia ogni volta che si sveglia la mattina urlando «Duce mia luce!» poi la richiude e picchia la moglie. La figlia però non deve vestirsi scollata perché, si sa, è da troie vestirsi scollate.

Il tizio che è venuto a ripararvi il mobile l'altro giorno, quello che diceva che la nostra società si è troppo modernizzata e che, in fondo, chi ci dice che non vogliano farci fuori con i vaccini?

La maestra di vostro figlio, che segretamente pensa che gli alieni siano là fuori e la rapiranno, magari durante una lezione.

Perché è bene non dimenticarlo, il cervello consuma quanto una lampadina da venti watt e riesce ad elaborare una quantità impressionante di informazioni grazie ai suoi 86.000.000.000 di neuroni.

Ma molta gente non ha mai attaccato la spina.

giovedì 4 agosto 2016

Sbagliare è umano, essere stronzi è diabolico

 
Qualcuno crede che la cosa più difficile sia dire: «ti amo». E okay, devo ammettere che ci vuole coraggio. Ma non è la cosa più difficile da dire.

Non è così difficile perché lo si dice a chi si ama. Qualcuno che, di lì a poco potrebbe spezzarci il cuore, ma in fondo, potrebbe anche andarci bene no? Altri sono convinti che urlare in faccia tutto quello che ci passa per la testa sia coraggioso. Io non credo. Qualunque testa di cazzo è capace di farlo, non mi sembrano molto coraggiose, le teste di cazzo.
La cosa più difficile è dire: «Mi sono sbagliato». Conosco persone che non hanno mai pronunciato quella frase, tre parole, mai sentite uscire dalla bocca di alcuni. Mio padre per dire, mai l'ho sentito chiedere scusa o ammettere di essersi sbagliato, nemmeno quando era lampante, persino a lui, che avesse fatto una cazzata. Una volta lasciò la macchina senza freno a mano tirato in una discesa, per andare a rincorrere un gatto. Non so esattamente cosa gli avesse fatto quel gatto, ma doveva essere nero. La macchina rotolò all'indietro per tutta la discesa, andando a schiantarsi contro un palo del telefono, abbattendolo e in contemporanea, cancellando una porzione del paese dall'Internetto. Ovviamente, la colpa era del gatto, mica sua. Era il gatto che avrebbe dovuto tirargli il freno a mano.

Immagino che alcuni costruiscano la propria personalità sull'assunto di avere sempre ragione, sempre. Anche solo un errore potrebbe distruggere il castello, ecco quindi che non possono mai ammettere di avere torto.

Se ci pensate, chi è che vuole sempre avere ragione? I bambini molto piccoli, che non hanno ancora sviluppato una teoria della mente e riescono a ragionare solo partendo dal loro punto di vista. Per un bambino piccolo, gli altri non esistono, al massimo sono strumenti per massimizzare il proprio piacere, e se vogliono fargli fare qualcosa che a lui non piace, allora fanculo, morissero pure.
Un tizio come Donald Trump, per dire, è sicuramente un esponente della categoria. Quando gli chiesero come mai avesse fatto bancarotta per cinque volte di seguito, invece di ammettere l'errore, la risposta del tizio è stata:

«Era una saggia mossa commerciale!»

Non mi stupisce che ne abbia fatte cinque di bancarotte, uno così. Non imparerà mai dai propri errori.

«Mi sono sbagliato» in fondo significa ammettere una sconfitta, da qualche parte, in qualche momento della mia vita, sono stato sconfitto. Non importa come, potrei aver tradito la fiducia di una persona cara, aver detto una cazzata su internet o magari aver detto una balla ed essere stato scoperto.

E se quando si discute di persona è ancora possibile riuscire a riconoscere l'umanità dell'altro ed evitare di passare dall'esposizione degli argomenti agli insulti alle rispettive genitrici, pare che quelle barriere che ci hanno resi capaci di collaborare per milioni di anni, su internet, crollino.

Immagino sia perché non si vede l'altra persona, forse perché non si rischia di beccare un cazzotto nei denti a dare del coglione a quello che sta parlando, eppure, diciamoci la verità, quanti di noi hanno dato del coglione ad uno sconosciuto negli ultimi dieci anni,
per strada? Pochi eh? E sono sicuro che su internet lo avrete fatto molte più volte.

Per dire, probabilmente litigherei lo stesso con un antivaccinista, anche nella vita reale, ma difficilmente lo prenderei a male parole, se il mio obbiettivo è quello di convincerlo per aiutare i suoi figli (e i bambini in generale) prenderlo ad insulti servirà solamente a convincerlo ancora di più del grande conflitto giudaico massonico che vuole spruzzare morgellone sulle nostre case utilizzando i grandi Tanker volanti nascosti nell'area 51 da Elvis che non è morto, aiutato da Kennedy, che pure lui non è morto e vive nella porsche di James Dean. Anche se okay, James Dean invece è morto.

Ed è proprio su internet, che è più difficile ammettere di avere torto.

Faccio ammenda, io per primo sono stato una testa di cazzo innumerevoli volte, ho litigato con persone che non conoscevo su argomenti che conoscevo poco, solo perché mi divertiva l'idea di rompere i coglioni. Molte volte durante una discussione ho capito che la mia tesi non reggeva, difficilmente ho ammesso di avere torto.

Non è facile, durante una discussione fermarsi, guardare a quello che stai dicendo, prenderne le distanze e giudicarlo come se non l'avessi detto tu. In fondo ci affezioniamo alle cose che pensiamo, ci fanno compagnia. Alcune ci fanno compagnia da così tanto tempo che anche solo pensare di abbandonarle è una minaccia di distruzione per il nostro io. Se uno crede ferventemente in Allah, anche solo il pensiero che Allah non esista è una minaccia non solo ad una credenza, ma ad un mattone fondamentale della sua personalità. E questo vale, chiaramente per tutte le divinità, comprese alcune che non vi aspettereste.

Quando ero un pischello, utilizzavo la scienza come se fosse un martello da dare in testa a quelli che non la pensavano come me. Okay, lo sapete, non me ne vanto, però ecco, con il tempo ho capito che «la scienza» non era una roba che dava la verità assoluta, ma solo un metodo d'indagine che mi permetteva di avvicinarmi ad una spiegazione, un metodo d'indagine che aveva i suoi problemi che, con fatica, si cerca di risolvere.

Tra duecento anni probabilmente ammireremo ancora la Relatività di Einstein, la utilizzeremo ancora per alcuni scopi precisi (come ancora usiamo Newton!) ma avremo scoperto qualcosa che renderà questa teoria meravigliosa, antiquata e fallibile.

Su Facebook molte pagine che dovrebbero parlare di «scienza» in realtà pubblicano solamente una caterva di santini con nomi diversi, Bohr, Einstein, Curie, Pauling, Russell. Tutti seguiti da una frase ad effetto che fa rizzare i peli del culo a quelli che affermano di amare la «scienza».

A queste persone potresti far credere qualsiasi cosa, mascherandola da «scienza». Perché hanno sostituito una credenza con un altra, convincendosi che una delle due, quella che piace a loro, è infallibile. Mica come le divinità azteche.

Certo, le divinità, in generale, non c'azzeccano mai, non ricordo una previsione fatta da un profeta realizzatasi, mentre posso prevedere il prossimo passaggio della cometa di Halley (che poi manco l'aveva scoperta lui quella cazzo di cometa) con precisione.

Ecco perché sarebbe meglio farlo diventare un mantra.

MI SONO SBAGLIATO.

MI SONO SBAGLIATO.

Sbagliero ancora. E ancora. E dopo aver detto qualche altro milione di stronzate, creperò. Non che avessero tutta questa importanza quelle stronzate, in fondo.

Magari se me ne accorgo in tempo, riuscirò a correggerne qualcuna. Mah. Facciamocelo bastare.

mercoledì 3 agosto 2016

Ammazza il povero

Marcus stava seduto alla sua scrivania, quella mattina sembrava non succedere niente, non succedeva spesso alla Supercapital Police Inc, ma quando capitava c'era da impazzire, tutte quelle macchine, pistole, forza lavoro inutilizzata, gli azionisti si sarebbero strappati i capelli.

Si accese una sigaretta tanto per fare qualcosa, oltretutto la Supercapital era anche un'azionista di minoranza della Philip Mornings, se fosse passato di là il suo capo avrebbe sicuramente apprezzato, era uno che non credeva alle esternalità negative, lui.

Ormai nessuno ci credeva più, del resto, dopo che il presidente Trump III aveva eliminato ogni limite all'uso del carbone, le azioni delle aziende di pulizie erano schizzate alle stelle, qualcuno doveva pur pulire quel merdaio nero ogni mattina.
E' l'economia, stupido, deve girare, per il bene di tutti. E  guarda il lato positivo, si disse Marcus, adesso nessuno si preoccupa più dei danni da fumo, finalmente posso fumare dove cazzo mi pare.

E' la libertà,baby, se non ti piace emigra e vai a vivere in africa.

Certo, c'erano stati momenti difficili, quando la presidentessa Kardashian aveva cancellato l'ente per il controllo dei medicinali qualcuno si era lamentato, ma del resto chi poteva immaginare che forti dosi di Uranio nel sangue fossero dannose per la salute?

E le azioni della Bayer erano crollate, nessuno avrebbe più comprato niente da quei bastardi per i prossimi sei mesi. Centomila bare di piombo, ragazzi! Che affare per i becchini, quelle bare te le puoi persino costruire da solo, se hai voglia, self made man.

Cioè, poi nessuno è obbligato a seppellire il proprio caro così eh, lo si può seppellire anche in casa propria, dopotutto, casa tua, regole tue, e fanculo a questi scienziati che farfugliano di radioattività e altre cazzate.

Voi la potete vedere sta radioattività? No? E come diavolo fate a crederci? Non sarete mica degli statisti? Vorrete mica imporre a tutti di vaccinarsi? Lo sapete che se lo facessimo le azioni della Boiron crollerebbero del 95%? E anche i profitti delle case farmaceutiche! Volete distruggere l'economia uh?

Squillò il telefono.

Marcus premette il pulsante, subito parti la pubblicità: «Questa telefonata fa parte del pacchetto promozionale Superfon 9, da oggi con lettore di ph e analisi del sangue incluse»

Erano annunci brevi, in fondo dovevano guadagnare.

«Pronto? Polizia Commerciale?»

«Certo, idiota, conosci altri tipi di polizia?»

No, certo, scusi agente»

«Questo ti costerà cinque bitcoin extra, idiota. Cosa diavolo vuoi?»

«Ho assistito ad un crimine orrendo, qualcosa di indicibile»

«Dimmi tutto»

«Un furto, in un supermercato. Una signora si è nascosta una bottiglia di latte sotto la giacca, immagino fosse schermata perché all'uscita non suonava, comunque beh, ecco, io gliel'ho detto»

«Lei è un bravo consumatore, ha fatto il suo dovere, ritiro la multa di 5 bitcoin, riceverà la taglia sulla criminale appena l'avremo catturata, sa dove abita?»

«Si certo, è mia madre. Vive assieme a me, in Via Ayn Rand 10»

Tutte le vie dedicate a Garibaldi erano state rinominate in onore di Ayn Rand, nella mente di Marcus non c'era dubbio su chi fosse l'eroe.

«Okay idiota, stai fermo li, sto arrivando»

Marcus arrivò di fronte alla casa, salì le scale, la spazzatura ingombrava il piazzale, evidentemente non avevano pagato la CleanAll spa, cazzi loro. Un topo di almeno venti centimetri gli attraversò la strada, lo stordì con un calcio ben assestato, mandandolo a sbattere contro la porta. Il botto gli evitò la fatica di bussare.

«Chi è?»

«Polizia, signora.Abbiamo motivo di credere che lei abbia violato l'unico articolo della costituzione»

Dall'altra parte, silenzio.

«Si ricorda vero, cosa dice quell'articolo? La proprietà privata è inviolabile ed è un diritto divino e infrangibile, lo sa vero? Ora, apra la porta »

La serratura scattò, fece capolino un visino smunto con gli occhietti brillanti, assomigliava un po' al topo che aveva scalciato prima, e l'avrebbe schiacciata con lo stesso piacere

«Mi dica, è disposta a pagare la multa per il suo reato, o preferisce pagarlo in comode rate? In entrambi i casi la informo che il tasso d'interesse è del 700% alla settimana»

«Ma non ho più niente! Come posso pagarla?»

«Beh, non ha un lavoro? Per Dio, siete proprio inutili voi statalisti, sempre ad aspettare che qualcuno vi aiuti! Inutili!»

«Una volta lavoravo, ero una ricercatrice Virologa» Disse la donna. Mentre lo diceva Marcus scorse un bagliore di sfida in quegli occhietti, non erano poi così spenti. Dietro la donna un mobile pieno di libri. Quelli come lei si facevano sempre riconoscere. Nessuno leggeva più da anni ormai, dopo l'invenzione dei videomessaggi su Facebook.

«Non abbiamo bisogno di gente del genere, noi, se vuole però abbiamo un posto come receptionist in prigione, le diamo 10$ l'ora, in tre mesi avrà pagato il suo debito con la società»

«E se mi rifiutassi?» Di nuovo quell'aria di sfida. Ma gliel'avrebbe spenta lui, potete scommetterci.

«Le sparerei un colpo in testa, qui, subito, non c'è posto per le zecche nella nostra società»

«Okay agente, allora lavorerò per voi, ma lasci che vi faccia un regalo, okay?» Dicendolo gli porse una fialetta piena di una polverina bianca.

« Cocaina?» Non male per essere una statalista, dopotutto.

«No agente, meglio, una nuova droga di sintesi, si chiama Antrace, vedrà che sballo. Ma non la apra qui, sa, poi fa venire sonno, e la sua azienda non apprezzerebbe se si addormentasse sulle scale»

«Certo certo, altrace, così si chiama? Mi piace sto nome» Rispose Marcus, girando i tacchi, aveva messo la fialetta nella tasca dei pantaloni, sarebbe andato dritto a casa.

«Domani deve presentarsi al lavoro eh, signora? Si ricordi l'alternativa.» Ridacchio, come se avesse fatto una battuta degna di Milton Friedman

«Certo agente, lei provi quella fialetta, vedrà che sballo»

Altrace. Mai sentita una droga con quel nome, ma del resto se ne inventavano una al giorno, al massimo si sarebbe svegliato con il mal di testa.