martedì 23 aprile 2024

L'oscura arte di non capire un cazzo

 

"So di non sapere" avrebbe detto Socrate(S)

 

 

Posso con sicurezza dichiarare che non so un cazzo.

Non è più falsa modestia. Scrivo così poco perché ogni volta che comincio mi sembra di non avere niente da dire che non sia già stato detto da qualcuno, in modo migliore rispetto a come lo avrei detto io, molto tempo prima che io anche solo lo pensassi.

Quindi, ecco, lo ammetto, non so un cazzo.

E ci ho messo pure un sacco di tempo a capirla, questa cosa di essere un pirla. Quando avevo vent’anni ho creduto sul serio di essere un genio, uno che, porca troia, capiva le cose per davvero, una mente fine.

A vent’anni ero anche una delle persone più instabili che abbia mai conosciuto, c’è da dire, cosa che non aiutava. Effettivamente più sei infelice più hai bisogno di credere di avere in tasca qualche verità rivelata per andare avanti, altrimenti dovresti fermarti e ammettere che sei un povero stronzo, come tutti.
 

Che in fondo tiri a campare, come tutti. 


Che ti piacciono le stesse cose che piacciono agli altri. Magari rimaneggiate un po’ diversamente, ma “gli altri”  non sono poi così male.

A me ci sono voluti vent’anni, casini, più droghe di quante ammetterei mai, arresti, cambi di nazione e casa ogni sei mesi, disastri, e rischiare di morire più spesso di quanto uno dovrebbe, per capire la verità.

Verità che possiamo riassumere facilmente in una sola frase.

Puoi anche ascoltare gli 883.Si, è okay, non diventi stupido.

PURE LIGABUE.

Poi basta però che altrimenti ti devi sputare da solo in faccia, c’è un limite a tutto.

Non esiste nessuna lista di cose che un deve conoscere o fare per essere a posto, e cose che invece, se sei una persona intelligente, non devi fare né ascoltare, pena la morte. Una volta stavo ascoltando un musicista sulla spiaggia, suonava Jazz con il piano, suonava tutto quello che gli passava per la testa, sigle dei cartoni animati mescolate con laura pausini e con Miles Davis. Era eccezionale. Prendeva quello che gli serviviva dove lo trovava, ed era bravo.
 

 Se potessi dare un consiglio al me stesso del passato, sempre se quel me stesso avesse mai ascoltato il consiglio di un quarantenne,  sarebbe stato:

Leggiti Stephen King, se piace ad un sacco di gente non significa per forza che sia una merda e, in ogni caso, prima di decidere che è una merda, dovresti assaggiarla”.

E avrei scoperto con un decennio di anticipo uno dei miei scrittori preferiti.

Questa cosa del non sapere un cazzo l’ho dovuta capire spendendoci un sacco di tempo ed energie, che poi non significa che tutto quello che dico sono minchiate, non credo di essere stupido, semplicemente, non così speciale.
E anche quando ci azzecco con una previsione o un ragionamento che finisce per rivelarsi giusto, mi viene da pensare:

da qualche parte ho avuto culo”.

Tra parentesi questa cosa che la maggior parte di noi gira per il mondo convinta di avere capito tutto produce anche disastri terrificanti, in particolare tra persone intelligenti che, per qualche tempo, riescono ad aver ragione, rinforzando l’idea di aver capito tutto.

Porto ad esempio numero (1) Elon Musk.

Voi sarete d’accordo con me nel ritenerlo un pallone gonfiato borioso e stronzo. Ma non è sempre stato così, all’inizio quando voleva solo fare macchine elettriche e magari spedire razzi su marte, poteva anche stare simpatico.

Poi ha fatto caterve oscene di soldi, si è circondato di gente che:

“Si hai ragione capo, come sei intelligente, per favore lasciami pulire le tue scarpe con la mia lingua” E adesso ha una comfort zone fatta da nazisti e Ketamina.

Che andiamo, se devi prendere abitualmente Ketamina per stare meglio, probabilmente stai sbagliando qualcosa nella vita, ve lo posso assicurare.

Per concludere, manco questa cosa del non capire un cazzo è molto originale, è stata detta molto prima di me, da gente molto migliore di me, alcuni ci hanno pure creato una religione. E no, non è quella del tizio che credeva di essere figlio di Dio, se per caso aveste qualche dubbio.

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