domenica 21 luglio 2019

Ri-flessioni


Questo è un piccolo passo per l'umanità ma un grande... ma statte zitto, cazzone, che i russi già avevano mandato in orbita cani e porci, satelliti e pure sonde, chiccazzo ti credi di essere?


Non essere in debito, non essere in credito se dovessi descrivere il paradiso, quello sarebbe. Non dovere niente a nessuno, non dover ricevere niente da nessuno.

Qualche tempo fa, stavo camminando diretto a casa, pioveva a dirotto, ero solo. Avrei dovuto camminare ancora per almeno un'ora, con la garanzia di arrivare completamente zuppo d'acqua, in quel momento, ero felice.

Ero felice perché finalmente, alla veneranda età di trentasei anni, avevo scoperto cosa si prova a stare in pace. Trentasei anni sono un sacco di tempo, ci sono 432 mesi in trentasei anni. Circa tredicimila giorni. Tredicimila giorni sono un casino di giorni, un fottio di giorni.

Erano trecentomila ore che passeggiavo per questo pianeta, ma c'era voluta proprio quell'ora lì, non un'altra, quella, per farmi capire un concetto  semplice, un concetto che i bambini afferrano a cinque anni.
Io ci sono arrivato con un modico ritardo di 15 milioni di minuti. Che non so se vi rendete conto di quanto tempo siano, ma è un macello di tempo.

Ho sempre avuto bisogno di parecchio tempo per prepararmi, io. Per esempio ho imparato ad allacciarmi le scarpe in quinta elementare, per dire. Ma quando ho imparato, oh, non conosco nessuno che le allacci bene come le allaccio io, vi faccio un nodo che ti serve la motosega per scioglierlo.

E l'alfabeto, mica l'ho imparato, come tutti, in prima elementare. L'ho imparato in prima superiore, quando mi serviva, dovevo cercare dal vocabolario di latino e la mia strategia di aprire pagine a cazzo fino a quando non trovavo la parola giusta, non pagava. E manco potevo imparare tutto il dizionario a memoria, purtroppo.

E così mi è toccato imparare l'alfabeto.

Un po' nello stesso modo, per forza, ho dovuto imparare cosa significa "fiducia".
In questi giorni c'è l'umbria jazz a Perugia, che per chi non lo conoscesse può essere riassunto così, una secchiata di gente si sversa in città per due settimane, di cui, secondo la mia personalissima statistica, solo il dieci percento per la musica, il resto per mostrare a tutti la nuova collezione primavera estate 2019-2020. C'è così tanta gente che alla sera sembriamo un branco di pinguini sul Larsen B.


 
Ciao, che per caso sai dove fanno il concerto di Denzel Washington Jr? 


 E ti tocca nuotarci in questo mare di persone, io sono tranquillo fino a quando le persone sono sotto le cinque, nella mia testa gira lo script:

"Se questi adesso si girano e mi saltano addosso, più o meno sopravvivo"
Quando sono di più:

"Sei in Vietnam, tra poco bombarderanno con l'agente orange e tu sei, caro mio, lontano dalla buca dove ti rintani. Ah, quel rumore che senti non sono le cicale ma un elicottero Apache che ti trasformerà in uno scolapasta. "

Mi muovo in mezzo a questa umanità come un gatto, cercando di prevederne le intenzioni,  impossibile, visto che gli umani cambiano direzione ogni dieci secondi. Ti sfiorano e ti toccano, senza farci caso. Ed è così che fanno quelli normali, s'infilano tranquillamente in mezzo a tutta quella calca, fiduciosi che non succederà niente, riescono persino a ricavarne qualcosa.  

"A me la gente mi energizza"
Che alle mie orecchie suona come

"A me la benzina mi rinfresca". Omettono che usano un generatore collegato ad un condizionatore da 35 Kw. Grazie al cazzo che ti rinfresca.

Io invece vivo così:




No ma tranquillo.

 Eppure quest anno, per quanto certe cose siano andate male in maniera catastrofica, conto le benedizioni, che disastri ne vedrò ancora molti, spero. E conto le volte che sono stato aiutato a rialzarmi da persone che non potevano guadagnarci nulla, conto le volte che ho ricevuto una carezza o un bacio, le volte che mi hanno salutato per strada e toh, pure le volte che m'hanno insultato.

Perché, fanculo, sono vivo. Vivo. Ed è così tanto quello che ho ricevuto che lo restituisco, quando posso, perché altrimenti a che cazzo serve respirare? A parte ad aumentare la montagna di anidride carbonica che emettiamo, dico.

Non sono manco credente, mi sono classificato in prima posizione nella speciale classifica "più grandi bestemmiatori italiani dal 1849 ad oggi" edita dal NewYorkTimes grazie ad un imprecazione eccezionale della durata di 87 minuti. Un esecuzione stupefacente, eseguita con un unico, colossale, rutto.

E proprio quando credevo di aver messo in chiaro come stavano le cose, ecco che mi passa la voglia di bestemmiare. Un giorno, praticamente, ho smesso. Cosa che non mi capita in altri campi, non mi sono mai svegliato senza aver voglia di fumare una sigaretta, per esempio. E invece toh, non avevo più voglia di bestemmiare. Strano. Che ancora, se sbatto il mignolo sul letto butto giù tanti di quei crocifissi che romani, scansatevi, dilettanti, ma non è più un piacevole intercalare tra un avverbio e l'altro.  E per quanto io non sia credente e, per chi si preoccupa, non lo sarò mai, mi sono ricordato una frase che m'era piaciuta particolarmente, di non ricordo più quale santo, riferita a come affrontare il turbine di merda che la vita ti butta addosso:

Dammi la forza di cambiare ciò che posso cambiare la pazienza di accettare quello che non posso cambiare e la saggezza per berci sopra una bella birra.
O almeno così me lo ricordo io. Spero ve la stiate cavando bene.

Kurdt.

Nota: Sto scrivendo un altro articolo monstre sull'attuale situazione climatica (disastrosa) che troverete su Patreon a breve.














 








 

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