domenica 4 agosto 2019

Riga, con la F

Sono andato a farmi un giro in Svezia, a Stoccolma, so cosa penserete, ci sei andato per questo:



E invece no, io ci sono andato per questo:
Ci sono andato per il fresco, non per farmi rapire dagli alieni.

Non che sia spiacevole vedere tutte ste bionde slavate, ma francamente, l'italico pilu è meglio. E su questo torneremo più tardi. Ci sono andato perché soffro orrendamente il caldo e il mio sistema immunitario si comporta all'incirca come un computer del 1990, quando fa troppo caldo si spegne. E visto che non avevo voglia di un'altro incontro con S.Antonio, ho deciso di farmi un giretto scandinavo con un mio amico,  lo slavo. Il nomignolo è legato alla somiglianza con uno che potrebbe rubarvi la bicicletta, la macchina, e se gli gira, pure la cugina.

Qui gli avevo chiesto di sorridere. "Eh, ho sorriso" mi ha detto poi. 

Lo slavo, che in verità si chiama Andrea, è una persona eccezionalmente buona, che non farebbe male ad una mosca se lasciato indisturbato, ma grazie a questa apparenza ostile, quando giriamo assieme viene veniamo costantemente fermati dalla polizia. E già io vengo vessato dalle forze dell'ordine molto più spesso di quanto mi piacerebbe, soprattutto per la carnagione non esattamente ariana, quando sono con lui sembra di girare con Escobar Milosevic.


Per esempio:
(macchina della polizia ci affianca per strada, guardando intensamente dentro la nostra golf a carbone del 1936)
Slavo: Oh, vedi che ora ci fermano, sicuro
Kurdt: "Macché, non abbiamo fatto niente, la macchina è in ordine, perché dovrebbero fer..." (SIRENA ACCESA DIETRO DI NOI)
Slavo: "Che t'avevo detto, eh? Lo sapevo. Quello ci guardava come se guidassi con la minchia in mano"
Kurdt: Siamo ottimisti, controlleranno la patente e ci manderanno via, dai (Accosta)
Agente (parlando con lo slavo, torcia in mano alle 11 del mattino) La macchina è sua? Documenti prego. Ci hanno tenuto per mezz'ora fermi solo perché non potevano credere che non fossimo presenti in qualche lista legata al terrorismo internazionale.

Quando ti ferma la polizia non so voi, ma io vedo sempre tutta la mia vita passarmi davanti, con tutte le cose che ho fatto e che non dovevo fare, come se loro sapessero.
Agente: Lei ha rubato diecimila lire dalla borsa di sua madre nel 1991 signor Kurdt, è furto, lo sa? Sono minimo minimo dieci anni senza condizionale. Quella povera donna si fidava di lei! Non si vergogna? Eh?
kurdt: Chiedo clemenza, vostro onore, ma avevo una buona ragione, dovevo impressionare Glabria, la moretta della terza C, sa, quelle lo guardano se al polso hai un "Cazio" preso dai marocchini o uno "swatch" fluo comprato in gioielleria. E poi non era un furto, come la mette giù pesante, diciamo che era un prestito a lunga scadenza"
Agente: Mhh... lo ha mai restituito, questo prestito? 
kurdt: (srotolando un papello di quindici metri): No. Al momento devo a mia madre, considerando gli interessi composti, la modica cifra di quindici milioni settecentosedici mila e dieci euro. Prometto che domattina le mando un vaglia postale con i dieci euro.  

 Ma torniamo alla Svezia. Intanto per arrivare in Svezia, bisogna prenotare un aereo, il nostro faceva scalo a Riga. Tanto per cominciare bene, abbiamo perso la coincidenza per Stoccolma, avevamo dieci minuti tra un aereo e l'altro, saremmo riusciti a prenderlo solo aprendo gli scivoli d'emergenza e correndo sulla pista. Cosa che avremmo anche fatto, se le assistenti di volo lettoni non ci avessero placcato.
A proposito, da qualche parte ho letto che ogni tanto qualcuno prova a viaggiare aggrappato  alle ruoto dell'aereo, non centra molto, ma ci stavo pensando per il mio prossimo viaggio.
Così siamo stati costretti a rimanere a Riga per un po' di tempo in più, cosa che non ci è dispiaciuta per niente, visto che, a quanto pare, Riga inizia, in realtà, con la F. Oh, se non mi fossi guardato allo specchio al mattino avrei pensato di essere diventato, improvvisamente, Brad Pitt. A Riga ti guardano come il mio gatto guarda il passerotto che passeggia davanti alla finestra. Ti senti come un Mac Donalds alla conferenza annuale dei ciccioni, ti senti come l'unico pacchetto di orsetti gommosi all'asilo, un bicchiere d'acqua nel deserto dei Tartari. Ti senti, in pratica, come si sente Jonny Deep nei suoi giorni peggiori.
Slavo: Oh, ma qui ci guardano tutte, è successo qualcosa? Dici che il profumo ai feromoni funziona? Se è così ne compro una damigiana.
Kurdt: No, non siamo diventati improvvisamente bellissimi, semplicemente qui funziona così 
 Slavo: Eh, però fa impressione eh, se non ci sei abituato capita che ti monti anche la testa. O come direbbe Cetto:




Se vai a controllare bene, scopri che i poveri Lettoni maschi sono stati spazzati via durante la seconda guerra mondiale prima, e nei Gulag sovietici, poi. Tutto si spiega, adesso, non eravamo diventati belli, era, come direbbe un economista, solo una questione di domanda-offerta. Queste, temendo che scoppi un'altra guerra mondiale, tengono gli occhi aperti sulla situazione internazionale.
Manco il tempo di bearci per la nostra nuova condizione di adoni, che abbiamo dovuto prendere l'aereo. E dopo un ora di viaggio, arrivati in scandinavia, la prima sorpresa.
La gente non ti guarda in faccia nemmeno a morire, mai. Ma non sei solo tu, nemmeno tra loro, si guardano in faccia. Se gli rivolgi la parola per qualche ragione, ti rispondono, veloci, efficienti, scoglionatissimi.
"Si, ora te l'ho detto, è il mio lavoro dirtelo, ma non credere di potermi rompere i coglioni per questo" Atteggiamento che apprezzo, in genere. 
 Lo Slavo ha prenotato l'albergo, sapevo che non lo avrebbe dovuto fare lui. La stanza che ha scelto… Come descriverla? Uno sgabuzzino per le scope. Dieci metri quadri, nessuna finestra. Cristo, son convinto che le prigioni Svedesi almeno una finestra, ce l'hanno.
Per dire, questa è una prigione svedese.
E questa è stata la prima sorpresa, uno s'immagina la Svezia come una sterminata spianata di foreste, non due letti uno sopra l'altro. E faceva caldo la dentro, gli svedesi, bontà loro, hanno un'idea d'estate che a Cagliari è descritto come un caldo inverno, così hanno costruito le case per tenere il caldo, dentro.
Ma c'erano trenta gradi, il nostro sistema di climatizzazione era un ventilatore. Che non potevi attaccare perché c'era una sola presa al muro, scacco matto, italiani.
Vabbé, negro, checcazzocenefrega mi ha detto lo slavo, tanto noi usciamo e vediamo quello che c'è da vedere, torniamo qui dentro solo per dormire, cagare e lavarci. E sul lavarci, insomma. 



Scherzavo. Questa è la stanza della prigione di Sollentuna, in Svezia. La prima è la stanza dove ci siamo ficcati noi. Forse ci saremmo dovuti fare arrestare, dopotutto.

Abbiamo camminato 140 km in sei giorni. Non so se vi rendete conto di quanto sono cento-quaranta-chilometri, ma per metterla in prospettiva è la stessa distanza che separa Milano da Parma o Torino. Come andare da Palermo a Licata a piedi!
 O se siete più intellettuali, è come camminare da Cambridge ad Oxford e poi farsi venti chilometri aggiuntivi leggendo un libro e saltellando. Non so perché qualcuno dovrebbe pensare di farlo, ma visto che l'idea era quella di vedere tutto il vedibile e mangiare tutto il mangiabile, lo abbiamo fatto. In questo modo non dovete farlo voi.

Questa invece è la foto più brutta che son riuscito a fare del panorama. 



E abbiamo deciso di applicare una strategia fenomenale per vedere tutto il possibile. Ogni mattina ci siamo svegliati, abbiamo mezz'ora di esercizi nella palestra all'aperto vicino al tugurio che chiamano "connect hotel" e siamo partiti.
Come potete vedere, abbiamo seguito un percorso logico e razionale.

Non credereste alle cose che si possono vedere quando la tua meta è ignota, praticamente incappi in un sacco di robe che sono anche nelle guide, solo che non sai esattamente quando, ne cosa sono, così siamo arrivati di fronte al palazzo del governo, un luogo maestoso e bellissimo, solo perché dovevamo assolutamente pisciare. 
E dopo i primi 10-15 km, abbiamo realizzato che c'era qualcosa che non andava come doveva anche in giro per strada.
Oh kurdt, ma siamo diventati brutti sull'aereo per Stoccolma? Perché non so se te ne sei accorto, qui ci schifano tutte. Anzi, tutti, maschi inclusi.Dici che è perché siamo vestiti come degli zingari? Credevo che i pantaloncini verde fosforescente fossero tornati di moda.

 
Mi ha apostrofato gentilmente lo slavo, dandosi una sistemata ai capelli.
Non credo, sarà una tua impressione, ti pare che questi non ti guardano in faccia? Sei tu che fraintendi. Ho detto io, accarezzandomi la crapa pelata, ma non potevo negare che, fino a quel momento, non avevo incrociato nemmeno uno sguardo, né maschile né femminile.
Magari sono fatti così, fino a quando non gli rivolgi la parola, questi non ti calcolano! Deve essere così, proviamo a rivolgergli la parola noi:



-Hi, sorry can I ask you the… Hey, dove scappi, svedese? Ehi! Ma non ti vogliamo rubare il portafoglio, porca troia, siamo bravi ragazzi! La mia fedina penale adesso è pulita!
(passante fugge verso l'orizzonte, passaggio ai 200 mt in 19.40 secondi, Bragagna è in visibilio)
Slavo, forse hai ragione, siamo diventati brutti in aereo.  Così, oramai banditi dalla società civilissima svedese, siamo andati a nasconderci in un parco, come i goblin, dove abbiamo mangiato una ciotola d'insalatona COOP, che, anche in Svezia, sei tu, ma più costoso.


Che voi non lo sapete, ma alla coop svedese, non vendono acqua naturale. Perché puoi bere letteralmente ovunque ed è più buona.

Abbiamo mangiato insalatone coop per cinque giorni filati, potevi costruirti l'insalata come preferivi, così ci mettevamo tutto il pesce possibile e nascondevamo il misfatto con un sottile strato d'insalata, per non suscitare sguardi sprezzanti dai cassieri. Cassieri che, nel frattempo, pensavano bene a buttarcela nello sgnaus caricandoci sullo scontrino il doppio delle cose che prendevamo.
E tant'è per la specchiata onestà dei Joahnsonn. Magari erano cassieri immigrati, chi lo sa.Abbiamo anche provato la tipica cucina svedese, che consiste soprattutto di polpette, pane azzimo e patate, che ti vengono fatte pagare come se le avesse arrotondate Ferran Adrià in persona. Ma i camerieri erano incredibilmente gentili, ci hanno persino chiesto "come va?" quando siamo entrati. Poi abbiamo capito il perché, dopo aver pagato 56 euro otto polpette e due patate, volevano la mancia. Il "come va?" era un extra fuori carta. Si presentano con il pos (tutti usano il pos da quelle parti, anche i carretti degli hamburger alla sera. A Milano, la sera, i carretti degli hamburger accettano come forma di pagamento solo l'oro e i favori sessuali)

Cameriere: Ciao, volevo spiegarvi una cosa, da queste parti abbiamo questa usanza, che si lascia una mancia se siete soddisfatti del servizio, vedi, potete aggiungerla voi, poi premete il pulsante e puff! I soldi arrivano a noi.

Slavo: Oh, senti un po', biondino, ringrazia che ho da fare in Italia e non posso perdere troppo tempo a prenderti a calci nel culo, altrimenti ti farei testare la sanità eccezionale che vantate di avere.

Cameriere: Eh?

Kurdt: Niente mancia amico, siamo poveri. Ci dispiace avervi fatto sprecare un "come va?" per niente.

I parchi però sono bellissimi, la natura è ovunque sul serio, incontri Dio in posti come quelli, soprattutto se ci sono 27 gradi mentre a Milano, a quanto raccontava il meteo, le temperature sono oramai a:
OH BUONDIO-ACCOGLI-LA-MIA-ANIMA-MA FAI IN FRETTA, PRIMA CHE SI SCIOLGA.


E in uno di questi parchi, ho letto un libro, la Macchia Umana di Philip Roth. Ora sarà per l'innata capacità dei Neanderthal di collegare cose apparentemente distanti, ma quel libro, in quel posto, in quel momento, sembrava la cosa logica e giusta. Forse persino l'unica cosa che potessi leggere. Ma di questo e della mia teoria Sved  danes Sarda sull'amore, vi racconterò a brevissimo, tipo, un paio di giorni, sempre su questo canale.

Kurdt.

P.s. Invece per chi mi legge su Patreon, l'articolo sul caldo pazzesco global warming, lo pubblico entro domani.

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