Poems

Raccolgo qui una serie di poesie scritte tra il 1999 e il 2003 quando ancora ero giovane e forte, e non avevo bisogno della prosa.

Il titolo della raccolta, le cui poesie sono state pubblicate da editori regionali, è lo stesso della prima poesia.

"




                               IL GIOCO DELLE MASCHERE

il gioco delle maschere


mi fingo scrittore,musicista,
poeta.
nascondo solo,
il nulla che mi avvolge.
accarezzo tutte le maschere,tutti i sogni,
per plasmarmene una,
che sorregga lo sguardo furente della realtà.

Madre,del tuo ricordo sono pieni i fiumi,
la tua anima sgorga da me come nuvola
in un cielo di perenne tempesta,

e tu,padre,a chi devo la mia paura?
la tua paura!
il tuo mondo di follia, morte e desolazione,
la tua ira perenne!
sono come gambe e braccia dei miei versi,
le tue urla.

la mia natura,per contrasto,
non assomiglia a nessuno di voi,
cari,odiati, parenti)
assomiglia solo al mondo,e da lui ruba colori e tempi,
il mio animo riflette i vostri visi su una tela senza memoria.
ma in realtà sappiate,
siete solo comparse,
nella mia commedia oscena,



l'orologio


le lancette gracchiano,ansiose d'arrivare al domani,
si raggomitolano veloci alla notte,
e si ridestano alla luce del mattino,
per regalar secondi alla morte.


monotonia.(bolero)

ad un ora monotona segue,
un ora monotona,
una danza eterna di giornate affini,
m'illude.
E mentre il gelo s'abbatte come un martello,
la città s'ammanta di silenzio.
qualche passante vaga senza meta,
come un alieno in questo mondo fossile,
colpito dalla noia,pugnalato a morte dall'abitudine.
Ieri,
domani,
non esistono.solo oggi è degno.
abbiamo imparato a misurare il mondo,a calcolare le stagioni,
la memoria ci annebbia la vista,
mentre una rondine è un miracolo di perfezione!
ma quando conosci il nome della rondine,
non vedi più freccie nere che impazzano,
per le autostrade dell'universo.

rondine,rondine,rondine....
rondine rondine rondine,
rondine....rondine....

E non alzi più gli occhi al cielo.

il bimbo si ribella alle sbarre del linguaggio,alla fretta,all'angoscia della ricchezza.
Guarda con stupore un albero che porta avanti la sua lotta silenziosa coi millenni,

ma l'uomo saggio!l'uomo maturo sa bene...
come rispondere a certe frivolezze!
"ma che cazzo ha d'interessante quella stupida pianta?"






canzone d'infanzia(dedicata ai miei fratelli)


ricordi l'infanzia?

.
"ho ucciso il bimbo e la memoria,vivo senza guardarmi alle spalle."
disse l'uomo.
"vagamente"rispose il ragazzo
" si,purtroppo"concluse il bimbo,
sei bambini accartocciati su due letti,
piccoli,splendidi,angeli,
in lotta con la notte,
notte senza misericordia ,notte che spoglia l'animo
che ridà vigore agli incubi,
mentre due estranei si divorano gli occhi,
nella stanza accanto.
Tu in un angolo,nascosto dentro un maglione,
attendi il tuo turno,
che non arriverà mai.
In fondo
qualcosa s'è rotto.

si,ricordo l'infanzia.

il requiem solitario eseguito da mio padre,
rieccheggiava per stanze,
popolate da fantasmi,
e fucili,
e stanze pericolose
in sei,dai tre ai dieci anni.
architettavamo omicidi e fughe.
raid in cucina,
con le orecchie dritte,
sapevamo riconoscere i passi della paura.

chi ha odiato un padre sa,
quello che intendo.

conosce il viso oscuro della luna.

la paura aveva marchiato i piccoli,sparuti guerrieri.

"ricordi l'infanzia?"
hiroshima e nagasaki.
Risposero allora i bambini.
e noi,
i sopravvissuti.







Bonjour a le monde,bonjour petit mort


Sveglia,sveglia,sveglia!
A nanna con la morte che azzanna le calcagna,
a letto con la vita che t’accarezza il ventre.

Inutile far chiacchiere,inutile aspettare,
inutili,le iperboli i fiori e i racconti;

La poesia si veste di nero,
nasconde la primavera e i sogni,
ed anche cosi gira attorno al problema;
ed anche cosi non capisce la morte.

Ma,
morte!
racconta a tutti chi sei,
non essere timida!

del mio mistero son pieni i porti”
disse la morte
le mie ninne nanne acquietano i bambini,
e fanno danzare i feretri
son pieni i fiumi d’inni alla tua grandezza;
gli occhi d’argento dei pesci ti osservano,
senza paura,
mentre compi il tuo mestiere sotto forma di esca,
o rete,
non fuggono.

Assecondano il tuo lavoro,

sanno che non c’è vita senza morte,

solo gli uomini,ti fuggono,oh morte!

no,disse la morte,”solo,mi vedono di schiena,
e mi chiamano vita.



Canzone dellamore gonfiato(occhi dagata)


betta sorride stringendo i denti,
betta che piange e m’abbraccia nel letto,

betta che racconta balle,
e dimagrisce,e ingrassa.
Betta Ubriaca che parla di politica,
sempre lei su un palco,
eterea come nebbia.
Betta che Sorride e mi chiede di fidarmi.
Betta che urla in Faccia a suo padre,
che bacia,scalcia,fa l’amore,
betta che vive
che muore,
vuole morire,o peggio,
non lo sa nemmeno lei.


Naturalezza


Ho perso la naturalezza.

L’amore per la poesia trasformato in routine

Come alla bellezza ci si fa l’abitudine,
come all’amore.

Come una bomba esplode la passione,
radendo al suolo i vecchi idoli e templi,

ti amo”.

E dichiaro la rivoluzione.
Cresce sospinto dall’onda del desiderio,
sembra dover essere eterna!
Ma dentro muore lentamente,
asserragliato dallo sciabordio continuo del tempo,



snake’s skin(pelle di serpe)

ieri ho fatto visita al baazar,
Ismael al banco offriva maschere,
vendeva vesti per camuffare deformità del corpo,
lenti,
per cancellar il sonno dagli occhi.

Ho comprato una pelle di serpe,
ottima scelta mio caro,quella era lultima
Ma ora vatti a cambiare,
non a tutti sta bene”.
Deposi i ricordi nell’angolo,
non servivano più,
smettetela di rincorrermi,
o sarò costretto a fermarmi.

Esco fuori,il sole riscalda la mia pelle,
pelle di serpe,pelle solitaria,
ai più sembra foderata di spine,
ma io non sono i più.

Purtroppo.

O per fortuna.






La vampira


Mi stai tessendo una coperta di stelle,
o un feretro di lutti futuri amore mio?
Metti il piede in fallo,
mostrami i tuoi buoni propositi,
bruceranno insieme a te,
e alle tue contraddizioni che dilaniano i tuoi occhi,
verdi,
profondi,
e saturi di dolore antico.
Con grazia ti avvicini al mio cuore,
quasi non ti sento,mentre danzi,
con piedi di velluto,
circuendomi nel vuoto.
Aspiri forse ad una salvezza?
Non ho doni da farti,
piccolo fuoco,
ne lacrime per spegnerti,
trovane un altro,
e brucia con lui,
io non riscaldo.






Pianto dell’illusione

Ti seppellisco con queste parole.
Gettando una badilata di calceviva sui ricordi,
che scavano tunnel fra passato e presente,
mescolando il tuo viso alla vicina di letto d’una notte.
Hanno tutte qualcosa di te sai?
E nessuna il tutto,
scelgo quasi ad intuito le mie nuove compagne,
e ripeto gli stessi errori con tutte,
cosi,
da potermi disperare al suono dei
chissà”.
E quando leggerai questa poesia,
forse riderai,
pensando a quel che eri a quel che ero,
e forse,
sempre forse,
verserai quell’ultima lacrima,
proprio quella,
che vidi in ritardo.







Le elezioni degli animali(la fattoria)

Ecco che m’affaccio alla finestra
Attratto dalle grida dei porci,
gli sento grugnire reclamando il loro potere,
guadagnato dal razzolar nel fango,
per meriti divini,
dicon loro.

Vedo poi pecorelle smarrite in trasognata carovana,
seguire l’argine d’un fiume,
fatto di latte e miele,
ma in fondo al letto riposano parole,
solo parole.
Parole di paura.
Attenzione”!dice il grande porco,
ergendosi in tutta la sua mediatica altezza,
nel pascolo vicino,quelle bestie,
hanno diete diverse dalla vostra,
e ogni tanto,pensate un po’!
fanno razzia dei nostri beati pascoli.
bolliscono i nostri pargoli,violentano le mogli,uccidono insultano la nostra civiltà!
e dio solo sa che altro!
non che io sappia bene come,
ma m’han detto che lo fanno!”
Mi scusi presidente!
A lei la parola signor pastore tedesco”.
Ma noi che dovremmo fare?
ma mi sembra ovvio mio caro,
uccideteli,che di loro non resti niente,cosi che il ricordo,
sia puro.
e la storia,
com’è giusto,
ci renda giustizia.


Un lume

Sto bruciando lentamente,
l’agonia di stare immerso nella luce,
accarezzando il buio.
E cosi difficile sfuggire alle mille sfumature della notte,
in ogni teatro,cinema bordello,
mi segue e mi sbava davanti,
o peggio mi siede accanto.
Ritorna sempre
cento forme e cento enigmi,
e davanti allo specchio,
riflettendomi,
mi guarda con le orbite vuote di uno sconosciuto

Offerte matrimoniali
Apro le pagine del giornale,
il solito sbandieramento di progresso,
mai cosi a buon mercato.

Seguo fino allultimo e leggo,
pag. 34,offerte matrimoniali.
persona sola,cerca persona,
possibilmente,
più sola.
Pillole di follia colorate d’inchiostro.
Arranco per un po’,altri annunci,altre offerte,
lei c’è sempre,con maschere diverse.

Giro pagina.

vendo moto,1977,perfetta 10000 km…”

Consumismo e solitudine,
questo si che è un felice connubio!
circondati da cazzate,
non sappiamo parlare,
ma abbiamo ne sangue un altro verbo.

Comprare.

Penso al mio annuncio da pubblicare.
Persona sola cerca moto,
per sicura amicizia.



Sintesi di un momento

Sto poggiando il piede sulla tua anima,
rasoio senza sicura.

La mia,
scivola bendata attraverso le tue certezze,
come ben sai,amo il rischio,
se vale la candela.
Anima rasoio,terapia d’urto per sensi appannati,
devo stare all’erta con te,
tutti i sensi allo stremo,
terapia d’urto.
Una buona terapia per me,
affetto da cataratta,non ti vedevo più,
eri sparita dai miei sogni,
simile ad un soprammobile.
Ti spolveravo e rimettevo a posto,sul letto.
Ora,però,vivo di sguardi velenosi e mi cibo del tuo odio,
che,come un unguento spalmo,
sul tuo seno,a fiotti.

Notturno

Sonata notturna di chopin,
preme tasti d’anima vibranti,
scoperchia il tetto della casa,denuda il cielo
e spande sulle strade deserte il suo delicato urlo.

M’accompagnerà lui stanotte,
spirito immortale in immortale danza,
solo lui e l’inesorabile ticchettio,
solo lui e il mio caro tempo,
che quando siedi sullo sgabello,
si nasconde timido in disparte.



Gli occhiali

Oggi sento solo il vuoto che mi preme,
la tassa per conoscere il pensiero di dio,
sepolto in venature silenziose,
dentro gli occhi del mio gatto,
o in alternativa,
nei cerchi d’un tronco tagliato,
puntati come un occhio verso il cielo.

Ma quanto è caro indossare gli occhiali di dio,
spogliare la realtà dell’abitudine!
Riemergo lentamente,
sfondando la cupola del cranio,
rubando nuovi tesori la sotto,
in eterna spola fra visibile e ignoto,
riprendo fiato,
tornerò più in là.

Rivolta

Angeli e demoni si stendono,ebbri di gioco e di vino,
sulla piana dell’eden.
come amanti addormentati,
godono insieme,
del paradiso dei sensi.

Sopra di loro,poveri,fortunati incoscienti,
il cielo si spezza lasciando trapelare,
una profonda barba da censore.

E il cielo e la terra siano divisi!
fiat lux”.
E i poveri demoni precipitarono al suolo,
per l’eternità,
in fondo,per una piccola divergenza d’opinione,
condannati senza appello,
e senza clemenza.
Grazie ad un dio astigmatico,
che non sa vedere il grigio,
fra il nero,
ed il bianco.

Futuro

Non guardarmi con quegli occhi languidi.
So che aspetti di divorarmi,
cane bastardo.
Ti vedo mentre schiumi di piacere,
mentre azzanni una nuova anima.
Ma la mia ti si conficcherà in gola,
la mia,purtroppo,
non ha futuro.

Pubblicità

Consegno volantini,pubblicità;
spazzatura per palati poco fini.
Faccio l’illusionista di mestiere,
vendo sogni su aereoplanini di carta.accendo;
in stanze insonorizzate e belle,
la scintilla della vanagloria.
E fidatevi se vi dico se l’uomo è una gazza,
si butta sul luccichio,
ma con l’oro non si costruisce un nido caldo.
Somiglia tanto a chi cerca d’acchiappar farfalle,
con un retino bucato,
o
con un nuovo dopobarba;
donne.

Strada

Transitano rabbiose le macchine;
guizzi di colore nella notte,
solo involucri,che ricoprono l’anima fragile,
di ben più solido metallo.





Schizofrenia

Cristallo infranto,
riflette mille visi,
caleidoscopio degli io;noi.

Un uno molteplice avanza.

Fisso ancora l’immagine agitata.

Forse non avrei dovuto spezzare l’illusione.

Un sasso lanciato sulla superficie,
ha frantumato lo specchio.
Un sasso lanciato.
O forse,
un tintinnare di realtà.

Crepuscolo delle leggende

Il dio dell’elettricità,
ha eretto il suo impero in quattro lustri.
Meticoloso e pignolo,
ha ammantato di luce il cielo.
Una crema di lampioni,spalmata su strade di progresso,
ha spento le stelle.
Non possiamo più puntare il naso verso un colabrodo da sogno.

Saturata di luce leternità non ha forza.
Abbiamo tagliato i capelli alla natura.

Il progresso ha acceso il lume.

La natura ha perso il mistero.






Donde estas querida?

Ho superato la prima notte pensando.
Avvolto fra lenzuola di rumori.
Accarezzando un corpo fatto di profumi,
e nient’altro.
Immagini di te m’assalgono
Come soldatini,piantano la loro bandiera
fin dentro il mio stomaco.

Sai
Non sono mai stato bravo ad illudermi,
e ho ancora bisogno che mi si aiuti.

I pink floyd trapanavano la stanza
E io arrancavo per la strada ubriaco.

Cercavo te,
e in disordinata serie,
i miei paradossi.



La primavera dell’amore

Si spegne in evanescenza la tirannia del pensiero

Accucciandosi in mezzo a noi.

E cedendo il posto al disordine sognante.
Spariscono i dubbi,
Morfeo mi cava gli occhi
Mentre imbocco l’autostrada verso ‘abisso
Con te
Come ultimo pensiero.

Pazza ora del tè

scruto nello specchio di alice
la tua immagine riflessa per un ultima volta
dalle mie pupille.
Il cappellaio matto ride di me
E getta la sua sveglia senza lancette,
oltre l’abisso,
gettando un urlo,
ode all’eternità del tempo.
Mi guarda e sghignazza felice.

Ha ben poco da ridere!anche lui paga dazio
Alla nera madama che porto nel taschino,
accarezzandola ogni tanto.
Alice attraverso lo specchio,
mima una danza del ventre,
mentre il bianconiglio impagliato
ricorda ai commensali
la brevità dell’attimo.

La bellezza

Dell’attimo.




Canzone d’amore mozzata

E quando il tuo ricordo si fa più forte
Alla sera il tuo odore avvolge la stanza,
aggrappandosi ai muri
saturi come spugne d’immagini
sgorgate alla foce del sonno.
Appese
Come cornici
Alle pareti.
Pipistrelli,
in una grotta di ricordi.

Canto di rinascita

Spiego le vele alla notte
Per rincorrere un sogno.
Quasi dimenticavo come si fa.
Spiego la notte al vento che oggi mi sospinge l’anima,
sputando urlando e spirando,
ma sottovoce,
per non strappare l’esile velo
che ricopre il sogno
nascondendolo alla veglia.
Apro le dighe ai ricordi
Per plasmare qualcosa.

Qualcosa.

Sempre meglio che niente.

Apro la finestra all’alba
Che affonda la camera come una nave
Nella luce.

Apro la finestra
E il mondo,
biancheggiando
rinasce.



Poesia quasi d’amore

Oltre la fuliggine ti vedo,
occhi di sogno,
e non sono solo i tuoi
quegli occhi,
oltre te vedo,
tutti gli occhi che ho amato
o anche solo visto,
sei mia madre che spegne la candela la notte,
mia nonna che ancora ricama,
e il mio primo bacio,
sei la replica a tante domande,
e forse la domanda a tante certezze.
ma
Ora vedo solo il lago dei tuoi occhi
Dove posso gettar le reti

Per tutto il resto
C’è tempo.

Concludo

Ho misurato il peso dell’anima,
farfalla in fiamme
sulla bilancia della realtà;
lenta erosione del primo contatto.

Cicli e ricicli storici scivolano
In lenta processione.

Vecchi teatri s’affollano di nuovi attori,
nuove facce
per vecchi ruoli,
oppure(stupore)
nuovi ruoli per vecchie facce?
Niente è mai immobile,
l’universo muta sottopelle,
la farfalla retrocede terrorizzata,
torna bruco.


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