sabato 7 aprile 2018

Curdi, al dente, cotti

Facciamo festa ragazze, ma non ubriacatevi, che poi c'è da sparare in culo all'Isis.

La cosa bella del medio Oriente è che non cambia mai nulla, puoi utilizzare una battuta letta trent'anni fa su Cuore e rimane sempre attualissima. 

Partirò dal presupposto che tutti sappiate chi sono i Curdi, almeno, questo è quello che spero. In pratica, i Curdi sono in qualche modo simili agli israeliani prima della nascita di Israele, un popolo senza stato. E questa situazione è direttamente figlia della spartizione del medio oriente dopo il crollo dell'impero ottomano. In ogni caso, dei curdi non è mai fregato un cazzo a nessuno, così quando si è deciso, nel 1920 come dividere la torta, nessuno si è preoccupato granché di loro, o di qualsiasi altro popolo, se proprio dobbiamo essere precisi. 

Beh, delle promesse erano state fatte: "tranquilli cari Kurdi, o Curdi, come cazzo vi chiamate? Vedete che un posticino lo troviamo pure a voi, non temete, aspettate fiduciosi, lì nell'angolino più lontano. Mi raccomando, non fate troppo macello, che stiamo lavorando, noi. Ah, le stanze le stiamo distribuendo agli altri, ma abbiamo una meravigliosa Suite tutta per voi, vi diamo le chiavi appena riusciamo a vendere un bellissimo anfiteatro al centro di Roma". 

Così immagino più o meno che siano stati discussi gli accordi di Sèvres, che ci restituiva una mappa come questa. 



Vedete quella scritta? -Possibile territorio Curdo- ah ah ah! Ci avete creduto eh? Col cazzo.


Ora, non ho in particolare simpatia i nazionalismi, di qualsiasi colore siano, ma se proprio si doveva decidere una divisione a cazzo, tanto valeva darglielo, un territorio a questi poveracci. Invece niente, si è deciso di lasciarli appesi ad una speranza che nel diciannovesimo secolo non si è mai realizzata, guardate come è distribuita la popolazione curda, per capire quanto siano sfigati questi qui. 






Sono una minoranza sfigata in ogni luogo, sono stati vittime di massacri in ogni zona del medio-oriente, con delle menzioni d'onore però.

Per la Turchia, dobbiamo citare il meraviglioso massacro del Dersim. Non tanto per il numero dei morti (che variano ovviamente a seconda di chi ne parla, da qualche decina di migliaia, ad un centinaio di migliaia di curdi ammazzati, contro 110 morti turchi.) quanto nel modo in qui sono stati ammazzati.

Il numero dei morti della fonte ufficiale turca dice 13.160 morti civili. Come fanno a sapere esattamente quanti morti ci sono stati? Capita spesso durante le guerre che vengano fuori numeri così:

17.342
18.465
90.546

Che cazzo vogliono dire? Niente, non vogliono dire niente. A meno che tu non aggiunga anche una faccia a quelle persone. Se trasformi quei morti ammazzati in numeri (13.160) elimini la componente umana dell'equazione, dopotutto 13.160 non è molto diverso da 13.161, ma se il fortunato che sta al 13.161 è tuo fratello, tua sorella, tua madre, o qualunque persona che conosci, beh, la faccenda cambia parecchio. Che mica ti svegli la mattina dicendo:

"Ehi, 13.161, facciamo colazione assieme?"
"Oh, 13.161, andiamo a berci una birra al baretto di 13.156?"
" 13.161, ti amo, vuoi sposarmi?"

Capite che così non funziona. Ma provate a togliere il numero e mettere al posto del numero il nome di una persona a voi cara. Potete cambiarla a seconda della frase, così se la persona con cui vi siete sposati si chiama Paola, mettete quel nome, poi rileggetela pensando che quella persona è stata sbrindellata da 50 kg di esplosivo.

"Paola, ti amo, vuoi sposarmi?". Cazzo se suona diverso.

E ovviamente questo discorso non vale solo per i curdi, i nazisti avevano capito benissimo il fenomeno, ecco perché avevano deciso di chiamare i prigionieri dei campi di concentramento con dei numeri.

Mica ti puoi affezionare ad un numero.

A meno che non si chiami 3.14 , in quel caso sei al limite.

"Ehi Phi Greco, forza, è arrivata l'ora di farti una bella doccia, andiamo, vieni con me". Detta così potrebbe quasi evocare dei sentimenti, magari la guardia s'intenerisce. Ma guardate che meraviglia invece:


 "Ehi 314, forza, è arrivata l'ora di farti una bella doccia, andiamo, vieni con me. E ricordati l'asciugamano, altrimenti prendi freddo". 

Sempre per quel discorso che 314 è vicino a 315 e tra due numeri non è che ci sia tutta sta differenza.

Sapete perché i generali e i politici sono così pronti a dichiarare guerra? A parte il fatto che raramente pagano le conseguenze delle loro azioni, intendo (qualcuno potrebbe ricordarsi di un tizio che si era mascherato da soldato per salvarsi la pelle, un tizio che aveva strillato da un loggione cose tipo: "se avanzo seguitemi, se indietreggio uccidentemi!" volontà che poi è stata rispettata, anche se forse il tizio, che chiameremo mascellone, aveva cambiato idea). I generali e i politici, possono dichiarare guerra dal comodo della loro casa e guardare l'evoluzione della guerra su una mappa, si perdono il sangue, la gente che si caga addosso, il puzzo dei cadaveri. Si perdono il fatto che i morti nemici hanno lo stesso aspetto dei morti amici. Sono distaccati dalla realtà, nello stesso modo in cui lo è uno che preme un pulsante per lanciare un missile contro una città.

Vi ricordate l'esperimento di Milgram? (E si, è stato - replicato - più volte )

In quell'esperimento, Milgram voleva dimostrare che gli esseri umani eseguono gli ordini impartitegli da qualcuno percepito come -in carica- anche quando questo significava infliggere scariche elettriche ben oltre il limite di sopportazione ad altri esseri umani.




 Eppure credo che l'esperimento, più che indicare la tendenza umana al rispondere agli ordini (indiscutibileper chiunque abbia lavorato in azienda anche solo per un paio di settimane ) dimostri invece quanto sia facile fare qualcosa di moralmente disgustoso quando non vediamo, direttamente, il risultato delle nostre azioni. Perché certo, i soggetti sperimentali di Milgram potevano sentire le urla di dolore, ma non potevano vedere le persone a cui stavano infliggendo quel dolore. Si era allontanato l'altro, in questo caso facendolo diventare una voce che esce da un altoparlante.


Allontanare l'agente dall'attore, diciamo.


Questa cosa l'abbiamo imparata proprio bene, noi umani, la ripetiamo in ogni lingua, sapete come chiamano gli immigrati gli americani?

"Illegal Aliens" che se veramente esistono gli spiriti, quello di Toro Seduto sta scavando una galleria abbastanza profonda che la boring Company di Musk gli fa una ricca sega.

Noi italiani li chiamiamo clandestini, quando non decidiamo per termini ben peggiori, che i miei alunni dimostrano di conoscere molto bene, visto che se li sentono ripetere così spesso. Qualche tempo fa ho sentito una maestra apostrofare una classe, composta per 4/5 da bambini stranieri: "Perché non ve ne tornate a casa vostra? Qui non c'è posto per voi, tornatevene a casa!"

Le ho detto che se mai avessi sentito ancora quel fiume di stronzate uscire dalla sua bocca, l'avrei presa a schiaffi personalmente, con grande piacere. E temo che il punto di vista della collega sia decisamente diffuso.

"Affondiamo i barconi"
"Sono troppi, tornassero al loro paese"


Eccetera, eccetera, eccetera.


Poi però partecipiamo all'aggressione alla Libia. Come uno che ficca il cazzo in una distruggi-documenti e poi si lamenta di essere diventato sterile.

In Israele li chiamano -infiltrati- capito? Infiltrati. Che poi è la dimostrazione pratica che non importa quanto hai sofferto in passato, riesci ad essere perfettamente stronzo, basta aspettare un paio d'anni et voilà, ci si dimentica di essere stati oppressi. E noi italiani siamo un ottimo esempio a riguardo. Ci chiamavano Wop fino a poco fa! Alla fine degli anni sessanta, Nixon si esprimeva così, sugli italiani.

Nixon: “The Italians. We musn’t forget the Italians. Must do something for them. They’re not, we ah . . . they’re not like us. Difference is, the . . . They smell different, look different, act different. After all, you can’t blame them. Oh no . . . can’t do that. They’ve never had the things we’ve had.” 

Ehrlichman: “That’s right.” 

Nixon: “Of course, the trouble is . . . the trouble is you can’t find one that’s honest.”

Ma torniamo ad Israele. A quanto pare hanno 38.000 rifugiati africani che sono arrivati presumibilmente attraversando il confine egiziano (dove Israele ha costruito un muro, per fermarli, immagino Trump abbia copiato l'idea) e i Netanyahu vorrebbe rispedirli in africa (tornate a casa vostra!) in Uganda. Tutti in Uganda, a prescindere da quale fosse la nazione originale di provenienza.

Tranquilli, vi mandiamo in Uganda, vedrete che ci starete bene. Ah, non conoscete nessuno, in Uganda? Cazzi vostri. L'Uganda, avete presente? Il paese al 174 posto per pil pro capite, con ben 500$ a testa da spartirsi. Chissà cosa ci faranno con quei 40 Euro a testa al mese. Immagino le ville.
Tipica villetta a schiera ugandese, qualche piccolo lavoro di manutenzione da fare, ma splendida posizione.  Chiamare Ubuntu, solo ore pasti.





E non è che gli altri abbiano fatto di meglio.
In spagna la Guardia Civil ha sparato letteralmente ai migranti che stavano cercando di arrivare a nuoto.


La superiorità morale dell'occidente democratico. 

 In linea di principio, però, dobbiamo dire che mica ce la prendiamo con gli stranieri in quanto stranieri, eh. Ce la prendiamo con gli stranieri in quanto poveri, i poveri, come diceva giustamente Nixon, puzzano. Tanto è vero che l'atteggiamento che teniamo si modifica profondamente quando arriva un principe Saudita, arabo pure lui.

Guarda che sorrisone il nostro Gentiloni. Starà già pregustando la carrellata di soldi che i sauditi spenderanno per comprare armi da sganciare sullo Yemen?

E così arriviamo ai Curdi. Che la Turchia disprezza profondamente, gli americani usano per combattere l'Isis, ma solo fino a quando serve, e Israele (giustamente) difende.

Noi Europei, nel frattempo, facciamo un accordo con la Turchia per bloccare gli immigrati al confine, in modo da evitare quelle fastidiose regole che così poco ci piacciono. Cazzo, se c'è un Dio dovrebbe fulminarci tutti, me compreso. Perché un crimine del genere ce lo ritroveremo a perseguitarci tra non molto, quando cercheremo di far valere quelle stesse regole, che quando difendono noi ci piacciono molto.

Insomma, i Curdi piacciono anche a noi, ma solo quando se ne stanno a debita distanza, oppure quando devono combattere da qualche parte, con quelle bellissime donne che, sul serio, chiunque abbia sparato ad una di loro, brucerà all'inferno.


Ecco, una così bella, appena si mette il rimmel sei obbligato per legge a buttarti ai suoi piedi e chiederle di sposarti. E ti converrà essere un buon marito, se non vuoi, aehm... Pagarne le conseguenze.

E ci piacciono a debita distanza, perché biologicamente siamo fatti per stare male quando qualcuno vicino a noi, soffre. Se li teniamo a distanza, non li vediamo, se non li vediamo, allora è tutto a posto.

E questa cosa, per oggi, è la cosa migliore che posso dire della razza umana.


Kurdt

Nota a piè di pagina, ringrazio tutti i meravigliosi umani che sovvenzionano il mio vizio del caffè e li informo che ho finito di scrivere il libro che avevo promesso. Se volete unirvi a loro e passarmi un caffè sottobanco, non dovete fare altro che iscrivervi a Patreon, in alto a sinistra cliccate su "Patreon". Troverete il resto delle cose che scrivo e ovviamente, la mia eterna gratitudine.

1 commento:

  1. Kurdt cosa ne pensi dei professori nei video umiliati dai loro studenti?

    RispondiElimina

Sei libero di dire quello che ti pare, se ci pensi un attimo prima di dirlo, pure meglio.