Visualizzazione post con etichetta gatti. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta gatti. Mostra tutti i post

venerdì 27 gennaio 2012

Storie di ordinaria Gattia I

                                        L'attacco della canzone è "Miaaoowwwww".

Oggi mi sveglio con il culo della mia gatta in faccia.

"Miaow!"

E il rumore non proveniva dalla testa ma da culo. La mia gatta è capace di miagolare dal culo. "Miaow!" ripete lei, portandomi sull'orlo del collasso cardiocircolatorio;  al che la prendo e la getto verso l'armadio, come farei con una bomba chimica, e chiudo l'armadio in maniera ermetica, sigillandolo con il silicone.

"Miaow!" continua lei. "Miaoooowww!" e mi chiedo da che estremo del gatto provengano quei rumori, se quello con le orecchie o quello con la coda, ma non faccio in tempo ad aprire l'armadio per controllare che una zaffata infernale trova modo di uscire da un anta,cerco di sopravvivere gettandomi a terra. Rantolo fino alla finestra e la apro, poi afferro la gatta e la getto dalla finestra, poi mi chiudo nell'armadio; puzza troppo, riapro l'armadio esco e chiudo la gatta che nel frattempo è rientrata,  suonano alla porta.

"Driiiiiiiiiinn!"
"Chi è?" Dico io, semisvenuto. Apro la porta, è un panda.
"Salve signor kurdt, sono il wwf"
"Maddai! il wwf in persona! e io che credevo fosse colpa dell'abuso di crack.  Cosa vuole?"
"Ci è stato segnalato che lei ha chiuso una gatta nell'armadio" Dice il panda masticando una foglia di Coca.
"Embè? è la mia gatta, e lei non ha uno straccio di prova"
"Metta le mani dietro la testa sig, Kurdt" dice il panda, estraendo una spada di bambù e puntandomela contro "Ora mi faccia entrare, devo parlare con la gatta".
"Prego, le faccio strada, dico io, e lo faccio entrare "Li, dentro l'armadio" dico io, sornione, nel frattempo tiro fuori la motosega che tengo nascosta per casi come questi e la accendo.

"Brroooooommmmm!!!" Un rumore assordante scuote la casa, proviene da dentro l'armadio, la gatta sta diventando nervosa.

"Ommioddio!" dice il panda "ecco perchè la tenevi nell'armadio!"
"Muahuahahahahahahahaah! Già!" dico io e abbatto la motosega su quell'ammasso di lardo bianco e nero, sentendomi come uno che ammazza una zebra, o uno juventino alla domenica.
Accatasto i pezzi di panda e li metto in frigo, lasciando fuori solo le dita accuratamente tagliate dentro il piattino della gatta, poi apro l'armadio, do il cinque alla gatta e le dico : "anche questa volta ha funzionato, carne per un altra settimana, " lei restituisce il cinque e dice "miaowr!" dal culo, in segno di riconoscenza.

Morale della favola? 

                                                  Non è facile essere me.

Kurdt






domenica 15 gennaio 2012

Standard Crociere Calcio

4000 Immigrati fingono naufragio per ottenere asilo.
Standard&Poors decide che non siamo più standard, ma solo Poors.
Il Cagliari va a giocare la partita della vita con la Juve, scommetto sulla vittoria del cagliari, prima o poi.


Vi rendete conto, sessanta dispersi! se conosco i miei connazionali presto ne ritroveranno  cinquantanove  in sala macchine. E un genovese che cercava di salvare la valigia.

Una tragedia evitabile, se il comandante non fosse stato napoletano. E se non avesse interpretato la frase : "Il capitano è l'ultimo a lasciare la nave" con  " si fottano tutti i passeggeri, me la squaglio!".

 Nel frattempo la mia vita è un semidisastro,  portato il gatto a visitare perchè mi stava cagando dappertutto, "come si chiama?" "Kurdt" dico io. "Il più peloso dei due, dice lei : "Neruda" dico io " Ma è femmina dice lei" "Merda! devono averla scambiata nella culla" dico io :.E aggiungo : "Magari può fare qualcosa, sa  volevo un maschietto" "Lei è pazzo!" e mi sbatte fuori dall'ambulatorio, con lui/lei che continua a cagare in giro.

Ora si chiama Frida, e si droga. Dico sul serio!

Stamattina era tutta affettuosa, ronf ronf ronf, mi si strusciava addosso ai limiti della denuncia per abuso sugli animali, e penso, "ehi questo gatto è gay."  quando arrivo in cucina e trovo per terra una cima di marijuana tutta smangiucchiata. Ma io non sono uno che si arrende facilmente, l'ho tosata e mi sono fumato il pelo. Ora è così brutta che i topi cercano di portarsela a letto.

Tra mezz'ora la mia squadra inizierà un paio d'ore di sofferenza a Torino. O almeno così m'è sempre sembrato, almeno tre ore a prendere ceffoni.
Per voi è facile, tifate Inter, Milan, Juventus, e mai avete assaggiato il sapore della C2, io invece tifo Cagliari, a dispetto di tutto.

A dispetto dello stadio S. Elia assomiglia tanto alla gabbia di Mad Max, a dispetto di Cellino, che se avesse tenuto i talenti che ha scoperto, adesso saremmo campioni d'italia. Sono masochista, lo so, ma sapete una cosa? Ne sono orgoglioso.

Forza Cagliari.

I quattro mori. Io sono quello in alto a destra.




sabato 3 dicembre 2011

Le unghie del gatto


Questo racconto è l'ideale continuazione di questo : "gli occhi del gatto"

Nota dell'autore: 

Questo racconto contiene fatti e luoghi che potrebbero ricordare fatti reali, non per questo avete il diritto di denunciarmi solo perchè credete che qualcuno dei vostri cari venga descritto bene da questi.

Oltretutto non è colpa mia se i vostri cari sono dei pezzi di merda.


------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Quattro ruote slittano nel buio della notte, due mani si aggrappano al volante come fosse un talismano e lo girano, la macchina colpisce il guard rail e si solleva in aria compiendo due eleganti piroette, atterra in un campo coltivato e si ribalta ancora come un cestello di lavatrice per un paio di volte, si ferma contro un muretto di pietra, abbattendolo.

Silenzio. La macchina capovolta è ridotta ad un ammasso di rottami, la portiera anteriore si apre e cade a terra, ne esce una figura umana imponente che sostenendosi alla carrozzeria della macchina si avvicina al bagagliaio. L'uomo emette un gemito tentando di aprirlo, tira verso l'alto la maniglia, la ferraglia risponde con un clangore, l'uomo da un pugno alla carrozzeria facendola risuonare come un tamburo, poi si inarcua per il secondo tentativo, spinge, lo sportello si apre per metà. Dentro si vedono chiaramente le teste dei due passeggeri che viaggiavano con lui.
Sono incastrati, longheroni d'acciaio dividono le sedie posteriori dalle altre, rendendo l'abitacolo una gabbia.

“uscite cazzo, le porte davanti non funzionano”

I due a sentire questo si muovono, il tetto dell'auto è schiacciato, i finestrini sono esplosi inondando di cristallo gli interni, trappole mortali con vetri semisaltati attaccati alla cornice di metallo. Uno dei passeggeri allunga le braccia fino ad afferrare la sportello contorto del bagagliaio e se ne tira fuori passando attraverso lo stretto corridoio di ferraglia che lo separa dall'uscita, la faccia insanguinata illuminata dalle luci di posizione dell'auto ancora accese.

L'altro è troppo grasso per infilarsi nel passaggio tra i sedili posteriori e il bagagliaio, ha una gamba incastrata sotto un sedile saltato via. “tiratemi fuori cazzo, ho una gamba rotta” piagniucola.
“Ora ti aiuto” dice il magro, si avvicina al finestrino e butta giù a calci gli ultimi vetri rimasti ancora avvinghiati alla cornice, poi chiama il grassone incastrato : “esci da qui. C'è spazio”. Il grassone è spaventato a morte, “chiama i pompieri!” dice “ho la gamba incastrata, qualcosa mi blocca la caviglia” e l'altro :“il tuo culo grasso blocca le caviglie , dammi la mano che ti tiro fuori”.

Lui porge la mano, il magro puntella i piedi sulla portiera e da uno strattone, il grassone urla e esce dal finestrino come dentifricio dal tubetto.

Il pilota si allontana dalla macchina camminando verso la strada, arriva al punto in cui ha colpito il guard rail, supera una montagnola di terra e vi si arrampica, poi crolla a terra.
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
In ospedale un dottore sta parlando ad una donna appoggiata alla parete del corridoio :
“ Purtroppo è deceduto signora. Mi spiace” e lo dice con voce calma di chi ha ripetuto spesso queste parole.
La madre si copre il viso con le mani e fa scivolare la schiena sulla parete fino al pavimento, piange.
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Stavo fuori a dar da mangiare alle galline quando suona il telefono, raccolgo la cornetta e dall'altra parte la voce di qualcuno che non ricordo di conoscere dice :

“ è morto Iuri macciccu, ha avuto un incidente ieri notte” La voce assomiglia a quella di un mio vecchio compagno di classe, ma non ne sono sicuro.
“Ma tu chi sei?” chiedo, la voce all'altro capo della cornetta ride e dice “Alessio” al che io dico “ah” .
“Vieni al funerale? È domani” non lo chiede con molta convinzione, Iuri non m'era mai piaciuto, lo sa.
“Non credo alè, non lo potevo vedere prima, ora che è morto ancora meno”
“Vieni lo stesso, la madre è disperata, quello stava sul cazzo quasi a tutti, pensa ad che tristezza un funerale vuoto. Vieni, poi andiamo a prenderci una birra.”
Non mi convince molto ma accetto, riattacco, esco fuori e continuo con le galline.

Al funerale non c'è molta gente, i vecchi compagni di classe delle medie stanno tutti ammassati assieme come un branco di pecore, le ragazze da una parte e i ragazzi dall'altra, come si conviene alla morale  di un paese.

Finita la funzione seguiamo sotto il solleone il carro da morto, la vecchia bidella della scuola si batte il petto e piange. Penso che è strano, l'ultima volta che l'ho vista parlare con Iuri lo stava picchiando con la scopa dopo averlo trovato a pisciare nel lavandino.

“Magari morissi!” gli aveva urlato, mentre lui scappava dalla finestra. Non aveva sbagliato poi di molto.
Un folto gruppo di donnette si era unito alla processione. Tutte con il costume nero tradizionale d'ordinanza che ricordava fossero vedove, e che soffrivano per questo.Nessun uomo avrebbe potuto avvicinarsi.
Il vestito nero avvisava che non c'era trippa per gatti.
Nessun gatto si sarebbe affacciato comunque.
Le beghine camminano come un plotone nazista a passo di marcia, il ritmo era :
due battute di petto, otto passi. Un gridolino di dolore, sedici passi. Due battute di petto otto passi. pianto e strilla, trentadue passi. Arrivo al cimitero, capelli strappati e scambio di segni di pace.
 Silenzio assoluto.
Dall'alcova alla fine del viale, il prete in piedi davanti alla bara bianca aveva iniziato ad arringare i semi-addolorati presenti :
“Fratelli e sorelle, volevo ricordare insieme a voi tutti uno dei nostri fratelli, un giovane abete appena sbocciato nel bosco del signore”
Il prete è sempre lo stesso da dieci anni, lo spostarono nella nostra parrocchia quando venne denunciato da alcuni chirichetti, un vecchio trucchetto cattolico.
“Lo ricordo ancora bambino quando serviva nella casa del signore, sorridendo e scherzando con i suoi compagni, molti dei quali vedo ancora qui, a piangerlo”

Io ero tra questi, non piangevo di certo. Ricordavo che il prete un giorno lo aveva trovato a lavarsi i capelli nell'acquasantiera prima della funzione. Lo aveva preso a calci nel culo così forte che il lunedì a scuola doveva spostare il peso da una chiappa all'altra come fosse stato punto dalle zecche.

E gesù disse : -che i bambini vengano a me, perchè loro è il regno dei cieli- volevo ricordare Iuri com'era, un bambino puro e semplice, volato nel regno dei cieli troppo presto, ma sicuramente ora libero dalle spoglie mortali, felice nell'abbraccio dell'eterno amore che come una termocoperta, tutto avvolge”

Secondo me invece sta bruciando all'inferno, con due diavoli a servizio completo e permanente tutti per lui; due diavoli che lo pungolano e lo spingono a calci nella pece bollente; due diavoli che gli pisciano lava ardente in bocca; due diavoli che gli infilano petardi nel culo. Questo meritava.

Alla mia sinistra sta Alessio, tiene le mani congiunte, tenta di non muoversi troppo, di non dare nell'occhio. Come me non entrava in chiesa da dieci anni, dopo la cresima.
“Ale, ma com'è stato l'incidente, come ha fatto ad uscire di strada?”

Il prete dice :“ Gli spiriti buoni sono sempre i benvenuti nel grande lions Club del signore”

Alessio si guarda attorno prima di rispondere.

“ E nessuna pecorella verrà lasciata sola quando verrà l'apocalisse,  fuoco e fiamme inceneriranno il lussuriosi e i malvagi ”

Poi si gira e dice : “stava correndo troppo, la cosa strana è che la macchina è uscita di strada sul retilineo della circonvallazione, non in  curva”.

Il prete dice “ le autostrade del signore sono infinite, ma il pedaggio a volte è un po' salato”

“Pare che un animale gli abbia attraversato la strada, ha tentato di schivarlo ed è uscito”

“che animale era?” chiedo

Il prete dice : “E il leone giacerà con l'agnello, ma l'agnello dormirà ben poco”

“Un gatto.” Dice .
               
                                                                Adoro i gatti.                                                                                                                                                            


Kurdt

mercoledì 30 novembre 2011

Gli occhi del gatto

Illustrazione di Francesco Deidda.


Avevo undici anni e stavo uscendo dal portone di casa, ppena fuori dal vialetto di terra stava la nuova piazzetta.

Sorgeva dove c'era stato il vecchio cimitero del paese, le ossa erano state lasciate la sotto, nessuno le aveva reclamate, prima che iniziassero i lavori arrivò una ruspa per spianare il terreno, la ruspa trasportò tutta la terra, ossa comprese, nel nostro giardino, scardinando il portone principale.

Così capitava spesso che tra un albero di limoni e uno di pesche spuntasse un giorno una tibia, un giorno un femore. "La terra è maledetta" dicevo alle mie sorelle ancora troppo piccole per capire cosa significasse quella parola, e ogni tanto portavamo a mò di trofei qualcuna di quelle ossa polverose e la mettevamo sul comodino, aspettando che ci colpisse la maledizione. Non succedeva mai niente.

I limoni invece crescevano rigogliosi grazie ai sali minerali e i fosfati rilasciati dalle ossa.

Avevo dieci anni una mattina di primavera e stavo giocando con mia sorella Anna fuori dal portone scardinato, quando vediamo avvicinarci alla piazzetta tre ragazzi più grandi , uno di loro portava un pezzo di pelliccia arrotolato attorno al braccio.

Mia sorella scappa verso casa, io scavalco il portone e rimango a guardare un po' distante.

Loro lasciano cadere il pezzo di pelliccia per terra appoggiato al muro della vecchia casa coloniale e formano un semicerchio attorno. Iuri, il figlio del panettiere gli da un calcio e la pelliccia prende vita, si arruffa e soffia. Un gatto.

Un piccolo gatto tigrato cenere e nero, piccolo come una scarpa.

"Finalmente ti sei svegliato gatto di merda" dice Mauro, il figlio del Fabbro, soprannominato "ratto" per la faccia appuntita e il corpo ingobbito.
"Dagliene un altro, così capisce meglio" dice Iuri.
Il terzo non mi ricordo come si chiama, si preoccupa solo di non fare scappare il gatto, chiudendogli ogni via di fuga. Ma quello non ci pensa neanche a scappare, terrorizzato.

Fulvio mi guarda di sguincio per un istante, poi torna al gatto, più piccolo di qualche anno e magrolino, niente di preoccupante.

Bam.

Un altro calcio prende il gatto dritto sui denti, il musetto bianco s'imporpora. Il gatto si gonfia,una palla di pelo gonfiata come un palloncino.

Bam 

Un altro calcio.

Un calcio, un altro un altro e un altro ancora, il gatto passa da un piede all'altro assaggiando tutte e sei le scarpe.

"Smettetela" dico a mezza voce voglio salvare il gatto, ma anche me stesso. Nessuno risponde.

"Smettetela pezzi di merda" Dico. Stavolta quasi urlando, la voce bassa e rotta.

Si girano tutti e tre, stupiti che un ragazzino rachitico osi mettersi in mezzo con il loro passatempo.

"Il figlio della segretara sei! e vieni ad aiutarlo se sei capace" mi dice Iuri, lanciandomi una pietra che si polverizza sul metallo nero alle mie spalle.

"Ohhh! attenti al gatto, non lasciarlo scappare! puttana eva, ". Il gatto s'era intrufolato tra le gambe del terzo pezzo di merda non-mi-ricordo il -nome e stava scappando ondeggiando come una barca nella marea, aveva sicuramente qualcosa di rotto, dentro di me faccio il tifo per lui.

Iuri mi si piazza davanti, gli arrivo al collo, alza il pugno e me lo lascia cadere dritto in testa, come si picchia un cane stupido.

"Hai fatto scappare il gatto, coglione" sputava mentre parlava, non sento nulla vedevo solo la sua bocca contorcersi e sputare proiettili di saliva. A causa del cazzotto, mi ronzano le orecchie,  mi prende per un braccio e mi sbatte a terra.

Bam

Un calcio sullo stomaco mi fa piegare come se mi avessero attaccato una molla tra la testa e i piedi, rotolo un po' sul cemento e mi fermo pancia all'aria.

Bam 

Un calcio sulle costole. Gemo un po' per finta, per fare contento il sadico bastardo che non capisce la mia finta e mi lascia in pace. Nel frattempo il suo compare ha ripreso il gatto e lo porta tutto esultante verso di noi.

Lo tiene a distanza per la collottola, il gatto soffia, incazzato per essere stato ripreso proprio sulla linea. "Ci aveva sperato, povero bastardo" penso.

Lo rimettono in mezzo, ma stavolta il gatto rimane li, non reagisce, bam,bam,bam,bam, oramai il gatto s'è arreso, è un pugile suonato,  "potreste ammazzarlo e non gli fregherebbe un cazzo, merde, ha vinto lui"rantolo.

Mauro che fino ad ora era stato zitto tira fuori dalla tasca una miccetta gialla, di quelle chiamate raudi, la soppesa sulla mano e poi sorride; un sorriso da maniaco sessuale, da pedofilo, gli fiorisce in quella sua schifosa faccia da ratto.

"Proviamo con questo. Tenetelo fermo voi due, vedete come si corre adesso questo stronzo"

Iuri e l'altro stronzo tengono il gatto ben appiattito al suolo, lui non oppone molta resistenza, è esausto, una zampa rotta, qualche dente scheggiato e il muso frantumato.Solo gli occhi si muovono, guizzando a destra e a sinistra come pesci, occhi giallastri come monete d'oro, occhi terrorizzati che guardavano  i suoi carnefici .

"Infilaglielo nel culo"

"Si dai, vediamo cosa succede"

"Cosacazzo credete succeda stronzi, mettetelo nel culo a vostra madre quel raudo"  stavolta Mauro mi ha sentito e torna per la seconda spazzolata. BamBamBam. Ero a terra, rimango a terra, ma non parlo più, guardo e basta.

La coda del gatto si agita come una frusta, poi Iuri l'afferra e anche quella piccola rivolta è sedata, Mauro s'inginocchia di fronte al gatto, "tieni la coda su" dice, e poi infila il Raudo nel buco del culo del gatto fino a che spunta solo per metà. La cappella marrone del raudo bene in vista.


Il gatto tenta di cagare via il petardo,  Mauro lo infila di nuovo ancora più a fondo, "Meowww" il verso è basso e costante. La pallottola di pelo appiattita al suolo come un tappeto, tre grossi pezzi di merda sopra di lui, un petardo nel culo.

"Accendilo dai" 

E il senzanome lo accende, poi scatta in piedi per primo e scappa, seguito dagli altri, uno zampillo incandescente esce dal culo del gatto che si alza barcollante, si guarda dietro con gli occhi spalancati a studiare i suoi aguzzini, e tenta per la seconda volta la fuga,saltellando a passo di danza.

Plim plim plim crock. Plim Plim Plim Crock (ripetere).

Un due tre, zampa rotta, un due tre, zampa rotta, un due tre, zampa rotta.

Quando il gatto è quasi fuori dalla piazza il fuoco diventa fumo, "cagalo, stupido bastardo" spero.

Il raudo esplode, il gatto viene sparato in avanti come un razzo con uno sbuffo di fumo azzurro, le gambe strappate come petali d'un fiore con un abisso rosso al centro, le budella sparse , nessun rumore, le faccie di merda, una pioggerellina di sangue cade tut'attorno.
mi metto a sedere. Il mezzo gatto non si muove più.

"Se dici qualcosa a qualcuno ti spacchiamo il culo anche a te, domani a scuola" dice nonsocomesichiama.

"Vaffanculo stronzidimmerda" dico, poi mi alzo e me ne vado verso casa barcollando.
Se ne vanno anche loro.
Il gatto li, sul cemento.