mercoledì 6 luglio 2011

Individualismi II




Prima la musica, miles davis al suo meglio.

Continuiamo nella nostra analisi del fenomeno.

Nella seconda parte volevo concentrarmi un pó di piú su quella che è la visione “globale” del fenomeno, piuttosto che su casi particolari, (sui quali si potrebbero scrivere decine di saggi, e non si scalfirebbe minimamente la strabordante complessitá di ogni singolo personaggio storico).

Mi interessava farvi notare, ad esempio come, la nostra societá, pur essendo profondamente individualistica, pur motivando fin dall'infanzia i suoi membri a “sconfiggere” i propri “compagni” non sia una societá nel complesso individualistica.

Ogni giorno utilizzate, consapevolmente o no, il lavoro di altre decine di persone, qualsiasi cosa facciate, qualsiasi oggetto usiate, qualsiasi mezzo prendiate, qualsiasi cosa vi mettiate addosso, starete sfruttando il lavoro di qualcun altro, un qualcun altro che non conoscete.

Siamo capaci di catalogare la nostra societá come “individualistica” solo a costo di dimenticare completamente la catena produttiva che ci permette di restare in vita. Senza di essa, non mangeremmo, non avremmo case, non potremmo muoverci, e saremmo, alla fin dei conti, tornati all'etá della pietra.

Andare al supermercato, se ci pensate bene, è un supremo atto di fede.

Fede nel fatto che la merce sia stata trasportata fino al supermercato, spesso da posti lontanissimi, fede nel fatto che non si usino sostanze tossiche nella produzione dei cibi, e fede infine, nel fatto che il commerciante accetterá la vostra moneta ( anche se, per legge lo DEVE fare, ma nessuno ci assicura che rispetti la legge).

E compiamo azioni simili ogni giorno, diamo fiducia ad alcuni individui singoli o gruppi sociali che
consideriamo affidabili, tipicamente Lo stato e tutte le sue emanazioni, Le banche, la famiglia, le fabbriche, sono enti destinatari di “fiducia”.

Possiamo quindi definire la nostra societá come “individualistica”?

Evidentemente no, possiamo peró definire la nostra societá come “Oggettivistica” o “spogliante” per il fatto che faccia sparire i numerosi passaggi che qualsiasi oggetto passa prima di arrivare nelle vostre mani.

La mitologia della “Mano invisibile” di smithiana memoria ha imperato nell'ultimo secolo, sopratutto nel mondo anglosassone, convincendo un buon numero di persone che, se ci si fosse comportati da brave monadi solitarie, decidendo solo secondo la nostra convenienza individuale, il mondo sarebbe diventato un mondo migliore, guidato dalle stupefacenti e progressive “Leggi del Mercato”.

Una visione del mondo simile nasce da un pensiero debole, un pensiero che volutamente dimentica vari concetti basilari quali:

  1. Il pianeta non puó essere considerato come un sistema aperto. In un sistema aperto con risorse illimitate possono essere anche valide, ma in un sistema chiuso dove le risorse sono limitate, la tendenza all'ipersfruttamento ( Garrett jardin “The tragedy of the commons” 1977) conduce ad uno svantaggio di tutti.
    Se ad esempio vivo in una palazzina insieme ad altri 10 affittuari, probabilmente, se non consideró gli altri, la mia convenienza è evitare di fare qualsiasi tipo di pulizia, o lavoro migliorativo al giardino comune, perchè significherebbe spendere energie e soldi per offrire un “servizio” gratuito e non pagato. E significa anche che rimarremo tutti senza giardino.( a meno di non metterci d'accordo, che è la soluzione migliore).

  1. L'individuo non si comporta sempre seguendo il proprio individuale interesse, ne esiste tale “interesse”, come potrebbe ?
  2. La convenienza individuale è imprescindibilmente legata a quella sociale, l'uomo è sociale, il proprio benessere è legato a quello del proprio gruppo sociale.
  3. Si è sopravvalutata la capacitá di agire razionalmente dell'individuo. Se chiedete ad un bambino cosa preferisce tra un chupa chupa ora e una scatola di chupa chupa domani, sorprendentemente vi dirá :
    “Dammi il chupa Chupa adesso pezzo di stronzo”.
    Socialmente l'uomo adulto si comporta nella stessa maniera, un retraggio del nostro passato di cacciatori raccoglitori, periodo in cui non esistevano “frigoriferi” ne la sicurezza di essere ancora vivi il giorno successivo.


America e Giappone sono delle eccezioni?



America e Giappone sono le due societá in cui il presunto “Individualismo” ha preso la strada piú radicale per quanto culturalmente opposta.

Ha il mercato ottenuto un miglioramento nella vita degli individui?

Definiamo come miglioramento nello stile di vita come : ”qualcosa che aumenti la felicitá” e consideriamo come metro della felicitá la famosissima piramide di Maslow.



Dobbiamo riconoscere alle societá giapponese e americana una discreta capacitá di produzione materiale, superiore certamente a qualsiasi altra societá, e quindi una capacità di sovvenire ai bisogni basici 
Eppure questa produzione non si traduce in un miglioramento sociale, ne di conseguenza, individuale.



Per essere felici occorre soddisfare i propri bisogni primari, di sicurezza e stima, e di autorealizzazione, riescono queste societá ad aiutare l'individuo, o almeno una maggior parte degli stessi?

No

Basti pensare all'inefficientissimo sistema sanitario americano, che fornisce un servizio, a paritá di costi, decine di volte peggiore rispetto ai nostri tanto vituperati ospedali.
Un sistema sanitario inefficiente, affiancato da un sistema di assicurazioni sanitarie che puntano solo al risparmio sul cliente, dimenticandosi qualsiasi tipo di dovere sociale, beh, un sistema sanitario simile è inutile.

Distrugge sicurezza invece che crearla.

Il possesso di un arma da fuoco per chiunque lo desideri è un altro segno evidente di mancanza di fiducia negli altri, chiunque siano questi “altri”.
Possiamo ben dire che la presenza di armi da fuoco e il presunto “individualismo” americano sono collegati a doppio filo.
La gente americana è stata convinta che la popolazione è solo un accumulo di monadi pronte a fare il proprio interesse economico, qualsiasi esso sia.
Sono riusciti a convincerli così bene di questa stronzata che, ancora adesso, la maggior parte della popolazione è contraria alla creazione di una sanitá pubblica decente.
La riforma sanitaria di Obama (Una riforma all'acqua di rose) è stata bollata come “comunista” giusto per farvi capire l'aria che tira.

Ed ecco che la nazione piú ricca del pianeta è popolata da scimmie che credono veramente che la democrazia sia la cura di tutti i mali e che il mercato sia veramente intoccabile e perfetto (anche se “il mercato” ha ricevuto migliaia di miliardi di dollari per non affondare, prova evidente che il mercato esiste solo se esiste uno stato a mantenerlo in piedi).

Ma sul fatto che gli americani fossero stupide scimmie non avevamo dubbi, che dire invece dei giapponesi?

A parte il fatto che vivono dentro dei loculi, voglio dire.

Niente.

E adesso venite a dirmi che siete degli individualisti.

7 commenti:

  1. "E compiamo azioni simili ogni giorno, diamo fiducia ad alcuni individui singoli o gruppi sociali che consideriamo affidabili, tipicamente Lo stato e tutte le sue emanazioni,
    Le banche, la famiglia, le fabbriche, sono enti destinatari di
    “fiducia”. Possiamo quindi definire la nostra societá come “individualistica”?"Assolutamente sì, direi, se sostituisci a quel "consideriamo affidabili" un "DOBBIAMO considerare affidabili". Se ci fermassimo a pensare cosa potrebbe essere "naturalmente" commestibile in un supermercato, e cosa invece sarebbe rischioso comperare, probabilmente ne usciremmo a mani vuote. Ci autoimponiamo l'affidabilità di quello che tocca da vicino il nostro portafoglio, nonostante l'autoimposizione non sempre collimi con la realtà. Ne è una dimostrazione lo stato che ti incula, idem le banche; molte famiglie NON sono affidabili, stesso discorso per le fabbriche. E questo accade perchè la società è intrinsecamente individualistica.In una VERA, ipotetica (utopica) democrazia (laddove essa fosse un sistema sociale ben organizzato, non troppo settoriale e non troppo gravato dalle previsioni economiche che influenzano in parte l'andamento psicologico della società) queste cose non accadrebbero.Per il bene comune la società si rivolterebbe a stato e banche inaffidabili, ma il concetto di bene "comune" nella società di oggi non esiste. La massa di oggi è così settorializzata (perlomeno quella che decide di settorializzarsi!) che i rari scambi UTILI avvengono solitamente all'interno di quello stesso settore. Troppo poco per favorire un movimento sociale come dio comanda.Basta scrivere, che sono le dieci e mezza del mattino, siamo a 37 gradi e c'ho i polpastrelli sudati :DMaroc

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  2. I polpastrelli sudati sono un segno del destino amico mio.

    Riguardo al resto, chiaramente siamo quasi costretti a considerare determinati enti come "affidabili" , ma il punto su cui volevo dirigere l'attenzione non era questo, quanto sulla contraddizione di definirsi "individualisti" e non essere capaci di mungere una mucca.

    Come fai a definirti individualista se tutta la tua vita dipende da qualcun altro che fa qualcosa ?

    Mio padre pastore, era individualista, sarebbe potuto sopravvivere per i cazzi suoi, e lo faceva, per sei mesi all'anno.

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  3. Questi due ultimi post sono stati molto belli.

    Ps: Maslow, quanta stima per quell'uomo...

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  4. Molta, un pò meno per tutta quella genia di fessi che lo ha seguito, modificandone le teorie a piacimento, come per esempio, Dyer

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  5. Ok, chiedo venia allora, ho mancato il senso generale del post.
    Colpa del sonno arretrato.
    Però non dico altro, dato che sono le 7.17 del mattino e io sono in after perchè c'era un caldo umido a 37°C del dio carburatore.
    Voglio andare al mare, cazzo.

    Maroc

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  6. Dyer, quello delle zone erronee! Lo iniziai a leggere, incuriosito dal titolo. Ho smesso poche pagine dopo, non perché non mi piacesse il libro, ma semplicemente perché il più delle volte mi dimentico di averlo.

    La sua teoria sulla motivazione non la conosco, ma leggendo i titoli degli altri sui libri, e la descrizione degli stessi (il tuo sacro io, il potre dell'intenzione) posso farmi un'idea sulle sue teorie. Roba da Empowerment televisivo.

    Kurdt, posso farti una domanda? La psicologia la conosci per passione o per lavoro?

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  7. Scusa per il ritardo nella risposta, me l'ero perso.

    procedo con ordine,

    Proprio lui, quello delle zonee erronee. Lo lessi per la prima volta quando avevo 17 anni, ricordo che mi sembrava strano già all'epoca, ma non ci ho messo molto a capire che era una caterva di puttanate.

    Questo ha deciso che tutta l'impostazione psicoanalitica è da buttare nel cesso (cosa rispettabile, per certi versi) ma in questo modo ha costruito una teoria basata solo sulla "volontà di potenza" nella quale "se vuoi puoi" e l'ambiente non conta un cazzo, ma conta solo la tua personale voglia di felicità.

    Bello, affascinante, peccato che sia sbagliato, se hai ucciso tua madre perchè ti picchiava ogni giorno e ti teneva in uno sgabuzzino per 12 ore al giorno, potrai desiderare essere felice quanto cazzo ti pare, ma il passato esiste, e non possiamo dimenticarlo.

    Scrisse addirittura che la sua teoria della felicità, basata sul concetto di "nez" o "Not erroneus zones" era come lo zen, alludendo pero' al fatto che lo zen propone di "uscire" dalla realtà presente tramite la meditazione, mentre lui propone di trovare l'illuminazione "dentro" il mondo.

    Ovviamente non conosce lo zen.

    Un vecchio racconto zen dice : " n Cina c'era una vecchia che da oltre venti anni manteneva un monaco. Gli aveva costruito una piccola capanna e gli dava da mangiare mentre lui meditava. Un bel giorno si domandò quali progressi egli avesse fatti in tutto quel tempo. Per scoprirlo, si fece aiutare da una ragazza piena di desiderio. «Va' da lui e abbraccialo,» le disse « e poi domandagli di punto in bianco: "E adesso?"». La ragazza andò dal monaco e senza tante storie cominciò ad accarezzarlo, domandandogli che cosa si proponesse di fare con lei. « Un vecchio albero cresce su una roccia fredda nel cuore dell'inverno» rispose il monaco non senza un certo lirismo. «Non c'è più calore in nessun luogo». La ragazza andò a riferire alla vecchia quel che lui le aveva detto. «E pensare che ho mantenuto quell'individuo per vent'anni!» proruppe la vecchia indignata. «Non ha dimostrato la minima considerazione per i tuoi bisogni, non si è nemmeno provato a capire la tua situazione. Non era necessario che rispondesse alla passione, ma avrebbe dovuto almeno dimostrare una certa pietà ». Andò senza indugio alla capanna del monaco, vi appiccò il fuoco e la distrusse."

    Oppure "Mangia quando hai fame, dormi quando hai sonno"

    Lo zen non ha niente a che vedere con gli sbrocchi new age dei fesso

    Riguardo me e la psicologia, posso dire di essere stato rovinato dalla lettura delle opere complete di Freud quando avevo 15 anni, poi Jung Ferenczi Fromm, Piaget, i behaviouristi, e tutto il resto, fino all'attualità.

    Poi l'ho anche studiata.

    Invece volevo chiederti un guest post riguardo il mondo della psicologia.

    Contattami che te ne parlo meglio e mi dici se sei interessato.

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