mercoledì 26 maggio 2021

Di Israeli e palestini

 


Un commento sull'argomento è d'obbligo, visto gli eventi, non m'illudo certo che possa cambiare qualcosa, visto che apparentemente niente è cambiato negli ultimi settant'anni, figuriamoci se quattro righe scritte male, potrebbero mai farlo.

Comunque, ieri sera (la sera di quando ho cominciato a scrivere l'articolo n.d. Kurdt) c'era propaganda Live, una trasmissione che, nel melmoso panorama televisivo italiano, circondata da grandi fratelli, isole dei famosi, ballando con le stalle, è appetibile quanto Shania Twain accanto ad un orso marsicano incazzato.

La trasmissione è andata come doveva andare, prima hanno fatto parlare Marco Damilano, uno borghese già dal cognome, che in dieci minuti di pippotto ha concentrato tutta l'inutilità dell'attuale sinistra italiana. Ha detto che bisogna guardare la faccenda da tutti i lati, prima di esprimere la propria opinione, perché altrimenti si rischia di dire cazzate. "La riduzione ad uno" l'ha chiamata.

E magari sono anche d'accordo. Ma poi la tua opinione devi darla. E no, il nostro simpatico marpione è partito con un preambolo sull'anno della pandemia, Capitol hill, per poi arrivare alla guerra tra israeliani e palestinesi.

Il quattordici maggio 1948 è nato lo stato palestinese, lì comincia questo scontro, e la parte araba di Gerusalemme passa ad Israele, poi ci sono tipo degli assembramenti e poi l'escalation con i razzi di nuovo conio lanciati da Hamas, che bucano il sistema di difesa israeliano, e poi c'è il bombardamento Israeliano su Gaza.

Così. Perché partire dal 1948, saltando poi tutto quello che c'è in mezzo, rivolte, Sabra e chatila, accordi di Oslo, autobombe, attentati, risoluzioni delle nazioni unite, tutto, per arrivare alla situazione attuale, è proprio la riduzione ad uno di cui parlava prima.  


Evitando attentamente di citare il fatto, importante, che durante il mese del Ramadan un Nethanyau incapace di creare un governo ha colto l'occasione per aumentare la tensione, spedendo la polizia fin dentro la moschea di Al-Aqsa sacra per i mussulmani, a sparare granate stordenti. Oppure cacciando di casa palestinesi con la ragione che "ehi, un tribunale di Israele (che ricordiamolo, su quella zona non avrebbe nessun diritto di legiferare) ha deciso che vi dovete levare dal cazzo.

Oppure, per Dio, qualunque sia quello in cui credete, ricordare che per la legislazione Israeliana esiste la possibilità di reclamare case che appartenevano in passato ad ebrei ma la stessa cosa non vale per i palestinesi.

Nethanyau sapeva benissimo cosa sarebbe successo, ed era esattamente quello che desiderava succedesse. Hamas, che fa lo stesso giochino dalla parte Palestinese (Siamo noi contro di loro! Spazziamoli via e riprendiamoci la nostra terra!) ha cominciato a sparare razzi.

Niente di tutto questo è entrato nel commento, perché avrebbe richiesto un po' troppa riflessione. E poi sarebbe diventato complicato. Per dire, io non sono religioso, ma cosa faremmo noi cristiani e cattolici se un gruppo di musulmani occupasse militarmente il vaticano, entrasse a San Pietro e cominciasse a lanciare granate stordenti?

O in una pagoda

O in un tempio buddista

O in una sinagoga

Staremmo dichiarando guerra, ecco cosa staremmo facendo.

Ma in tutta questa faccenda, dopo trent'anni che leggo di accordi, proposte, risoluzioni dell'onu e compagnia danzante, una delle cose che più mi fa incazzare è che, a parti invertite, le regole cambiano. Per dire, io penso che "iron dome" il sistema di difesa missilistica Israeliano, sia una splendida cosa. Qualsiasi cosa che evita vittime tra i civili mi sembra un'ottima idea, sono sicuro che gli amici israeliani saranno d'accordo con me.

Ma se per caso dico che mi piacerebbe lo avessero anche i palestinesi, allora scoppia un putiferio. Perché no? Dopotutto è un sistema di difesa, che male ci sarebbe?

"Eh ma..."

Eh ma il cazzo, sarebbe bello è basta. Se hai dubbi su questa cosa, sei una merda, fine del discorso.

"Ma noi lo utilizziamo per intercettare i razzi dei terroristi! Loro per bombardare i civili innocenti!"  E se credete a queste fregnacce, ho un Duomo da vendervi, citofonate e mettetevi in fila.

Damilano insiste. Israele è uno stato pluralista! La comunità internazionale da decenni lo ripete, due popoli due stati!

Bene. La soluzione "due popoli due stati" è una stronzata. Impossibile, nessuno ci crede più da almeno trent'anni. Sapete perché si continua a blaterare sull'argomento? Perché permette di non fare assolutamente niente. Gli stati uniti, gli unici che avrebbero la possibilità di fare qualche pressione, non vogliono fare niente. La comunità internazionale è riconosciuta da Israele quando gli fa comodo, non può fare niente. 

Poi hanno dato la parola a Michele Serra, che almeno ha ammesso di essere Vile, evitando di prendere posizione, però è così tranchant con le sue amache. Ha trovato persino il tempo di raccontare il suo libro dove narra l'incontro tra un uomo ed un cane. In pratica zanna bianca se l'avesse scritto Enrico Letta.

"Eh, il libro, sembra noioso, ma fidati che è gagliardo" ha detto il Serra.

L'uso del termine gagliardo mi fa arrizzare i peli sul collo.

Ma come direbbe Nethanyau, torniamo a bomba sull'argomento.

La mia opinione è che, in un conflitto come questo, la parte più forte deve mostrare moderazione e cercare una soluzione. E lo deve fare perché è l'unico che può imporre delle condizioni, avendo dalla sua la forza per imporli. Possono anche raccontarmi che no, non si può fare perché ci sono delle ragioni politiche,  ma ci sono sempre delle ragioni politiche.C'erano ragioni politiche anche per l'invasione del Vietnam, o per l'haparteid in sudafrica eh.

Ah, un'altra notizia che non tutti conoscono, Nelson Mandela, il santino del volemose bene! Fino al 2008 era nella lista dei terroristi per gli USA. Poi i media lo hanno fagocitato, trasformando tutta la storia del sudafrica in una favoletta per bambini stupidi, ma Nelson Mandela, quello vero, non era per il volemose bene. Sono quasi sicuro che i Damilano all'epoca considerasse Mandela uno da cui dissociarsi.

Si dirà che : "Hamas vuole spazzare via Israele dalla cartina geografica e se lo propone come obiettivo!" A questa affermazione (che, notate bene non è una risposta, non più di quando un bambino urla "ma è lui che ha cominciato/mi ha fatto male")

Israele (per fortuna) dalla cartina geografica non lo toglierà mai nessuno, e nessuno dovrebbe (e se avete dubbi sulla faccenda, beh, spiegatemi un po' come risolvere un torto con un torto) una soluzione al conflitto in corso va comunque trovata.

E deve essere quello più forte a muoversi in maniera decisa verso delle concessioni che sono politicamente svantaggiose.

"ah ma non è vero, Israele prova da sempre a fare la pace con i palestinesi! Solo un amico dei terroristi/antiebreo/antisionista non lo vedrebbe"

Ho vissuto in Nord Africa per un bel pezzo, mi sono fatto lunghe liti quando spuntava l'argomento "israele" e la cosa divertente è che diventava difficile spiegare che ero dalla parte dei palestinesi ma non contro gli israeliani in quanto popolo.

La stessa identica cosa mi è capitata parlando con amici ebrei, che una volta capito che non consideravo "illegittimo" lo stato d'Israele e volevo che i civili avessero una vita felice, si stupivano che considerassi la deriva fascista dello stato d'Israele, disgustosa.

Ma come la deriva fascista! Israele è uno stato inclusivo e democratico!"

Nel 2018 è stata pubblicata una legge fondamentale dello stato d'Israele (che non avendo una costituzione utilizza queste leggi fondamentali) che dice:

Legge fondamentale: Israele come stato-nazione del popolo ebraico

1 - Principi di base

A. La terra di Israele è la patria storica del popolo ebraico , in cui è stato stabilito lo Stato di Israele .

B. Lo Stato di Israele è la patria nazionale del popolo ebraico, in cui adempie al suo diritto naturale, culturale, religioso e storico all'autodeterminazione.

C. Il diritto di esercitare l'autodeterminazione nazionale nello Stato di Israele è unico per il popolo ebraico.

Ci sono altri 10 punti, che aggiungo per completezza nel link.

Ma prendendo il primo punto, vorrei confrontarlo con la dichiarazione d'indipendenza di Israele del 1948, che suona diversa:

Lo Stato d’Israele sarà aperto per l’immigrazione ebraica e per la riunione degli esuli, incrementerà lo sviluppo del paese per il bene di tutti i suoi abitanti, sarà fondato sulla libertà, sulla giustizia e sulla pace, come predetto dai profeti d’Israele, assicurerà completa uguaglianza di diritti sociali e politici a tutti i suoi abitanti senza distinzione di religione, razza o sesso, garantirà libertà di religione, di coscienza, di lingua, di istruzione e di cultura, preserverà i luoghi santi di tutte le religioni e sarà fedele ai principi della Carta delle Nazioni Unite.

E stiamo parlando di un momento storico, il 1948, durante il quale c'erano ottime ragioni per essere poco ragionevoli da parte degli ebrei.

Vi immaginate la costituzione italiana dove si dica: "Il diritto di esercitare l'autodeterminazione nazionale nello stato Italiano è unico per il popolo cattolico"? A me una costituzione simile farebbe ribrezzo. Soprattutto tenendo conto che, in Israele, il 20% circa della popolazione è di religione non ebraica, una legge del genere apre la porta a qualsiasi tipo di discriminazione.

Se nella dichiarazione d'indipendenza si parla di "abitanti" quindi, generalizzando,cittadini dello stato, in questa legge (che ribadisco, è una legge fondamentale, non può essere modificata se non da un'altra legge fondamentale) si dice che Israele è stato solo degli Ebrei, tutti gli altri, possono andarsene. Insomma, se domani un governo decidesse che,dai, possono votare tutti, ma il voto degli ebrei vale doppio, sarebbe perfettamente in linea con questa legge.

Il diritto di autodeterminazione è unico per il popolo ebraico.

Ma anche nei seguenti punti la legge contiene dei punti discutibili. L'arabo passa da "lingua ufficiale" a lingua con status speciale. Ma secondo me chiarisce molto meglio lo spirito della legge, l'affermazione di

In un'intervista con Haaretz, il ministro del turismo Yariv Levin , che ha supervisionato l'approvazione della legge, ha affermato che "Attraverso la legge, possiamo impedire il ricongiungimento familiare non solo per motivi di sicurezza, ma anche motivati ​​a mantenere il carattere del paese come la patria nazionale del popolo ebraico ". Ha anche insistito per rifiutare l'inclusione dell'uguaglianza nella legislazione per evitare di minare la legge del rimpatrio.

In pratica dice, chiaramente, che questa legge è fatta in modo da rendere legale la discriminazione. E non so voi, un sistema legale dove un'etnia/religione gode di uno status superiore e un'altra di uno status inferiore per me è la ricetta perfetta per il disastro. Basta fare un piccolo esperimento,sostituire al termine ebreo quello di un'altra etnia e vedere come suona.

Il diritto di autodeterminazione è unico per il popolo han (etnia più grande del mondo, volgarmente, cinesi).

Diremmo che non è democratico, non è pluralista o inclusivo. Se capiamo questo, capiamo anche perché l'idea che Israele stia rapidamente scivolando verso una deriva antidemocratica e fascista non ha niente di sorprendente. E usare la parola haparteid per uno stato che crea letteralmente leggi per una sola parte della popolazione, cari miei, si chiama dare pane al pane e vino al vino.

E quindi, d'ora in avanti, almeno per me, la situazione tra Israeliani e palestinesi va trattata come un problema di Haparteid, un solo stato, due etnie, sottoposte alle stesse regole. L'alternativa è un solo stato con una grande prigione a cielo aperto.

Magari a qualcuno va bene così.


1 commento:

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