Naturalmente nella vita ci sono un mucchio di cose più importanti del denaro: ma costano un mucchio di soldi!
Groucho Marx
L'abito non fà il monaco!
Le mele bacate son le migliori!
Ormai sono circondato da frasi di circostanza simili, tutte che esaltano un ipotetica "profondità morale" che dovrebbe essere degna di essere venerata e protetta, contro una altrettanto irreale superficie immorale e pleonastica*(1) delle cose.
Io invece voglio difendere la banalità e la superficialità, apologizzare la scontatezza e il tedio, e massacrare la massa di monaci rompicoglioni che ancora non hanno capito che a nessuno frega un cazzo, di come si vestono.
Mia madre mi ha cresciuto a pane e carne di spartano, la tipica conversazione era questa:
"Mamma ! voglio le scarpe con le lucette che hanno tutti gli altri ragazzini"
"Tu non sei tutti gli altri ragazzini" (E la discussione era chiusa)
Il problema è che lei considerava più meritevole regalarmi un libro, o l'enciclopedia dell'astronomia, rispetto alle scarpe nuove, ottenendo come risultato un figlio che andava in giro come un barbone, ma con una cultura pazzesca (cit).
Quindi la faccenda dell'abito del monaco mi rimbomba nella testa da decenni.
E mi ha rotto i coglioni.
Mi ha rotto i coglioni perchè la maggior parte della gente che dice cose del genere è la stessa che dice che i soldi non fanno la felicità, tutta la stessa gente che difende questa mitologica "Profondità ontologica"*(2) del brutto e dello scomodo.
La stessa gente che crede che Allevi sia un genio solo perchè coincide con la loro idea di artista semi autistico e ritardato ,che vuole l'artista morto di fame "perchè l'artista si ciba della sua arte"; La gente che insultava Dalì per strada, dandogli del venduto, solo perchè vendeva le sue tele.
Io difendo il bello ed il comodo, sopravvivo e resisto alla scomodità, ma non la eleggo a ragione di vita e stile, quelli che lo fanno, hanno solo deciso di adattarsi allo stereotipo dell'artista morto di fame.
La cosa interessante da notare, è che questi geni della profondità, questi cultori della metafisica, sono generalmente persone che hanno sia soldi che vestiti, e che ti giudicano a seconda dei vestiti che porti.
Quando ero comunista praticante, e mi recavo diariamente nella sede rivoluzionaria della mia zona, era pieno di ragazzi che cianciavano di "rivoluzione armata", di "lotta di classe" , e di " scontro generazionale".
Venivano in sede vestiti nello stesso modo, con una camicia verde militare e i jeans, tutti uguali nella loro divisa di rivoluzionari.
"Ehi dov'è la tua giacchetta verde rivoluzionaria con la bandiera della germania appiccicata?"
"Eh, non c'è l'ho"
"COME NON HAI LA CAMICIA VERDE RIVOLUZIONARIA!!!????"
"Eh no, non la ho"
"Sporco borghese!".
La cosa bella era che quelli che mi davano del borghese, sono sempre stati individui mantenuti dai genitori, che in quinto superiore avevano già la macchina, e che non hanno mai avuto bisogno di sporcarsi le mani.
Tutta gente che si scandalizzava quando gli offrivo uno spuntino a base di neonato, gente che rifiutava le proprie radici.
La stessa gente che "Lenin! Marx! Mao tze tung! " ma compra tutta la roba dai cinesi, e che non gli frega una sega che i Cinesi siano degli sfruttati del cazzo, l'importante è che non smettano di fabbricargli l'ipod.
Sono tutti poveri con la fame degli altri.
Io difendo il benessere, la felicità dell'avere una casa calda d'inverno, un pasto caldo quando si ha voglia, difendo la banalità dell'avere, che pare sempre la sorella stronza della profondità dell'essere.
Es:
"Ti amo" (Persona banale) = Ti amo
"Ti amo" (Persona profonda) Voglio che tu sia mio/a e voglio rendere la TUA vita noiosa e un inferno in terra.
(1)* Lo so che hai cliccato il link
(2)* Lo hai fatto di nuovo.
Kurdt
Nella filosofia greca il non avere se non lo stretto necessario era per elevare il prorpio nobile animo e raggiungere l'autarkeia. Hesse ha scritto essere o avere dove l'apparire e l'avere sta a significare di essere una persona migliore, una persona si identifica con ciò che ha e non con ciò che è. Marcuse parlava dell'era del consumismo dove l'importante era farsi abbindolare dai media e dalle pubblicità e diventare consumatori passivi. L'evoluzione è questa, a me piace avere ad esempio, ma rimango col principio che il mio essere, la mia essenza non è basata su ciò che ho o sul mio apparire, sono talmente versatile, con le mode, con gli interessi che non rinuncio al mio essere banale in quel che ho ma non in quel che sono. Oh hai capito cazzo, sono anche le cinque meno venti.
RispondiEliminaChiaro che ho capito.
RispondiEliminaIo affermo solo che la povertà non sia sinonimo di felicità, io non approvo il "consumismo" ma il benessere.
Che sono molto diverse come cose-
Il fatto principale è che la nostra società ha creato anche un consumismo "IMMATERIALE".
Se la ricchezza non da la felicità, figuriamoci la miseria.
P.s. avere o essere di Hesse l'ho letto e mi è piaciuto, ma non capisco perchè dovrebbero essere in contrapposizione le due cose.
ci stava anche il "razziario di una bestia umana", è così, siamo bestie...
RispondiEliminaSottoscrivo ogni singola riga.
RispondiEliminaPerché, Dio vegano, molti soggetti identificano la propria esistenza e il proprio essere a seconda di cio che hanno e non a seconda della loro profonda essenza. Facciamo un esempio: "Ah io ho la macchina più bella della tua"= sono una persona migliore che merita più rispetto e stima. Insomma la gente viene quantificata anziché qualificata. Quindi le due cose sono in contrapposizione perché la vera essenza dell'uomo, l'essere, io o chiamalo come cazzo vuoi viene oscurato, soffocato e agghindato da mille cose che sono dell'avere e che vengono confuse per vera essenza quando in realtà non lo sono e in teoria questo non è un bene, ci nascondiamo sotto kili di "io ho questo" senza sapere realmente chi è la persona!
RispondiEliminaUn po' condivido, mi è capitato di vedere persone che parlavano solo del loro avere e si credevano migliori rispetto agli altri per ciò che avevano. Esempio pratico: "Cì, io abito nella via migliore con le villette, te stai nella via dove si bucano e hai di fianco le case popolari" "Oh Fede, è vero ma che significa?" "Cì, sei una poveraccia sfigata di merda, insomma, che schifo, vali niente se provieni da un posto così, dovevate abitare altrove e prendervi una villetta, sai che quelli che abitano nella tua via hanno una pessima reputazione" "Ah, cazzo bello, che cagata immensa."
è successo, sì, ero una "delinquente" "poveraccia" perché i miei hanno casa in una via poco raccomandabile. Qui se dici che ad esempio sei di Quarto Oggiaro sei etichettato come: Spacciatore, cafone, testa di cazzo ecc. Aggettivi che vanno a intaccare il suo essere basandosi sul pregiudizio dell'avere e di abitare in una casa a Quarto.
Io mi dilungo troppo da te. Comunque ho capito cosa intendevi, concordo, cazzo sono un prete? Ma vaffanculo!
Compagno yossarian , allineato e coperto!
RispondiEliminaDove diavolo sta la sua uniforme verde con la bandiera tedesca?
E dov'era ne 77?
Francamente non nutro molta fiducia nel genere umano in generale, il gruppo umano fà nel complesso scelte prevedibili e bestiali.
RispondiEliminaTu no, ma tropppi si.
Nota che io non sto dicendo che si debba giudicare dall'avere "O" dall'essere, io, molto pragmaticamente, sto dicendo che avere ed essere non sono in contrapposizione, e che non devo per forza vivere nella miseria per soddisfare una qualche forma di moralità stramba.
RispondiEliminaTu non sei stupida, e capisci che Essere e Avere non sono in contrapposizione, questa contrapposizione ci è stata inoculata.
Per quanto rimanga il fatto che sia una stronzata giudicare dalle apparenze, ma, DA NESSUN apparenza allora.
Allora non posso giudicare nemmeno il tizio con il ferrari perchè ha il ferrari.
Capisci quello che intendo?
Poi la gente che giudica dall'apparenza esiste ed esisterà sempre, e se li avessi conosciuti prima quelli che ti trattavano male, li avrei presi a calci nel culo, tutti insieme.
La morale dei deboli.
RispondiEliminaO dei figli di papà, in questo caso.
Entiendo! Tra l'altro condivido.
RispondiEliminaE grazie :)
In realtà è la morale dei forti che però amano i deboli.
RispondiEliminaCome direbbe il signor G, in "Qualcuno era comunista"
"I padroni, ma che amavano gli operai!"
Non ho cagato i link, sono stronzo?!?!
RispondiEliminaCmq il discorso spessissimo è ridotto alla semplicità più estrema: chi può HA, chi non può E'.
Il "dramma" (dal punto di vista dell'istinto omicida che crea negli altri) è chi HA e non E' ma fa finta di ESSERE, o chi fa finta di ESSERE perchè non HA ma sotto spera solo di poter AVERE.
Il resto è tutto un limbo che grossi problemi, in realtà, non ne crea.
Morg
Il fatto è che la maggior parte della gente che si vanta di "essere" in realtà è semplicemente invidiosa, è scambierebbe la propria moralità per una forma di grana padano e una comparsata in televisione.
RispondiEliminaIl sunto della faccenda è che non esiste nessuna differenza fra avere ed essere, che non sia puramente verbale, visto che tu puoi avere ED essere, non esiste nessun motivo per non pensarlo.
Nel contempo un sacco di gente Ricca sfondata cerca di crearsi una patina di cultura e rispettabilità intellettuale comprandosi una laurea radio electra.
Respect, se non hai seguito i link.
Hai vinto un gatto mammone, che ti verrà recapitato a casa da Emix.
Il fatto è che la maggior parte della gente che si vanta di "essere" in realtà è semplicemente invidiosa, è scambierebbe la propria moralità per una forma di grana padano e una comparsata in televisione.
RispondiEliminaSono proprio coloro che intendevo con [...o chi fa finta di ESSERE perchè non HA ma sotto spera solo di poter AVERE].
Sì, concordo sul resto, a parte per quanto riguarda il regalo. O meglio, devo focalizzare un attimo i possibili utilizzi di un gatto mammone...
Morg